Il recente evento dal titolo “Climate change: l’impatto del cambiamento climatico sul bilancio e l’informativa finanziaria”, organizzato a Milano da Deloitte, Nedcommunity e Andaf, è stato un’importante occasione per analizzare gli effetti del cambiamento climatico sui bilanci, facendo tesoro anche dell’intervento di esperti e di Borsa Italiana, oltre che delle numerose testimonianze portate da Eni, Enel, Hera, Prada e Unicredit.
“In uno scenario in continua evoluzione e caratterizzato da profondi e rapidi mutamenti, il climate change è certamente un tema centrale nell’attuale contesto economico e normativo. La capacità di comprendere tempestivamente la reale portata delle modifiche che tale fenomeno potrebbe determinare nei modelli evolutivi dei settori in cui operano diventa per le aziende presupposto necessario sul quale basare strategie di crescita e sviluppo futuro, ed elemento qualificante di una comunicazione finanziaria rispondente alle disposizioni dei principi contabili ed alle attuali attese informative degli stakeholder” ha esordito Stefano Dell’Orto, Amministratore Delegato di Deloitte & Touche, sottolineando come il climate change, e le necessarie azioni correttive, introdurranno rilevanti mutamenti di scenario, anche nel breve/medio termine.
Secondo i dati presentati nel corso del workshop, solo nel 2017 le perdite assicurative derivanti da eventi provocati dal cambiamento climatico sono state pari a circa 140 miliardi di dollari, mentre i costi derivanti dai disastri idrici hanno raggiunto i 306 miliardi di dollari. Un contesto che spinge le aziende a valutare passività e rischi a cui possono essere esposte, dandone un’adeguata evidenza in bilancio. In particolare deve essere considerato il loro impatto sugli scenari previsionali, dandone evidenza nelle analisi di recuperabilità delle attività iscritte in bilancio. Si tratta di analisi che devono anche tenere conto di altri fattori, come il settore di appartenenza e le aspettative degli investitori, che possono ulteriormente aumentare il livello di rischio, impattando sull’informativa finanziaria.
Alle conseguenze dei rischi legati al climate change sull’informativa finanziaria sono sempre più interessati anche gli enti regolatori, come dimostra l’attenzione al tema da parte dell’ESMA nel suo documento “European common enforcement priorities for 2019 annual financial reports” di ottobre 2019 e da parte del Financial Reporting Council (FRC) nel suo “Statement on the Government’s Green Finance Strategy” di luglio 2019. Il forte interesse è dimostrato anche da parte degli investitori: per questo lo IASB ha voluto dedicare il documento “In Brief” di novembre 2019 agli “IFRS Standards and climate-related disclosures”.
“Il cambiamento climatico introduce nuovi rischi, potenzialmente anche significativi, e nuove opportunità che occorre valutare con attenzione, congiuntamente alle decisioni strategiche prese dalle società e concernenti tali temi, al fine di fornire un’informativa finanziaria coerente e trasparente. Questi fenomeni potrebbero peraltro avere rilevanti ripercussioni sui bilanci delle società, sia in termini di limitata recuperabilità di attività già rilevate che di passività ancora da rilevare (o quanto meno oggetto di informativa in quanto passività potenziali – ndr). Risulta conseguentemente di fondamentale importanza dare evidenza delle assunzioni e dei key judgement utilizzati dalla Direzione nella rappresentazione di queste tematiche nell’informativa finanziaria” ha commentato Massimiliano Semprini, IFRS Expert di Deloitte. Va detto però che, nonostante l’attenzione delle aziende per la sostenibilità, le azioni intraprese finora sembrano essere ancora più di natura reattiva che strategica. A sostenerlo è Franco Amelio, Deloitte Sustainability Leader, che ha concluso: “Oggi sono ancora poche le società che stanno adottando un approccio strutturato. Eppure integrare la gestione dei rischi generati dal cambiamento climatico nel sistema di governance aziendale sarà sempre più fondamentale per mantenere i contatti con la nuova generazione di consumatori e investitori”.
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