Dalla cornice europea di Money20/20, tornato a svolgersi in presenza ad Amsterdam, sono emerse chiare indicazioni e riflessioni sul presente e soprattutto sul futuro dei pagamenti digitali e sulla strada da intraprendere per l’Europa. Money 20/20 Europe 2021 ha riunito i principali attori del mondo pagamenti per una serie di presentazioni e dibattiti attorno alle principali opportunità e criticità di questo variegato settore, con la partecipazione di oltre 1.500 persone. Tre in particolare i concetti chiave che hanno guidato la discussione riguardo il settore, in continua e rapida evoluzione: grandi cambiamenti, forte accelerazione, necessità di collaborare. Complice la situazione pandemica, nell’ultimo anno e mezzo è significativamente modificata la percezione del valore dei pagamenti digitali e di conseguenza l’approccio ad essi da parte di diversi attori: se fino a due anni fa le aziende guardavano ai pagamenti digitali come ad un costo necessario e non come ad una opportunità – sensazione peraltro condivisa dai consumatori −, oggi c’è una maggiore consapevolezza e accettazione delle diverse forme di pagamento come concreta possibilità per far crescere il business anche da parte delle piccole e medie imprese.
L’importanza della digitalizzazione
Questo è quanto emerso dalle considerazioni di Paolo Bertoluzzo, CEO di Nexi, che ha evidenziato come lo stato di emergenza abbia fatto percepire in particolar modo ai piccoli negozi la necessità di digitalizzare il proprio business e l’importanza di essere fortemente dinamici in un mercato soggetto a continui cambiamenti. La nuova presa di coscienza ha dunque dato una spinta all’industria dei pagamenti, che secondo Bertoluzzo è già un’industria pronta, con prodotti e servizi adeguati alla domanda, ma che necessita di diventare più sofisticata e specializzata nel servire i propri clienti.
Proprio con questo obiettivo opera PagoNxt, piattaforma di pagamenti nata in seno al gruppo Santander: adattarsi al cambiamento innescato dalla rivoluzione in atto, che ha generato nuovi bisogni nei consumatori. Come espresso da Ana Botín, Executive Chairwoman di Santander Group, PagoNxt vuole essere “simple, personal and fair” che si traduce in reale vicinanza al cliente e alle sue necessità. Avere una tecnologia avanzata o un buon prodotto, dunque, non è più sufficiente. Non è un caso che sia Bertoluzzo che Botín abbiano sottolineato che la chiave di volta dell’attuale mondo finanziario è rappresentata dalle partnership, da stabilire con banche locali ma anche con i propri competitor proprio per raggiungere in maniera rapida ed efficace il cliente.
Gli altri temi al centro del dibattito
Altro tema naturalmente dibattuto nel corso dell’evento di Amsterdam è stato, naturalmente, quello delle criptovalute. L’attualità, d’altronde spinge in questa direzione, in particolare per via delle scelte di attorei come Facebook o di decisione politiche come quella di El salvador, che ha deciso di rendere i Bitcoin una moneta legale. In particolare, a Money 20/20 si è discusso delle Central Bank Digital Currencies (CBDC), che potrebbero essere promosse e regolamentate dalle banche centrali. Ovviamente, ad Amsterdam si è discusso anche di nuovi metodi di pagamento: il fenomeno del momento è rappresentato dalle soluzioni SoftPOS, che possono consentire agli utenti di accettare pagamenti utilizzando il proprio smartphone. Si tratta di un’opzione più economica rispetto ai pos tradizionali, che offre maggiori opportunità di business ai commercianti. Relativamente alle preoccupazioni sul fronte sicurezza, gli interventi che si sono susseguiti ad Amsterdam hanno confermato che, se implementata correttamente, questa tecnologia ha le caratteristiche corrette anche da questo fronte. Non sono mancati accenni a temi più istituzionali, come l’avvento della European Payments Initiative (EPI) e la diffusione dell’Open Banking.
Più in generale, tra chi ha partecipato a Money 20/20 c’è la consapevolezza che per fare passi avanti nell’innovazione e recuperare terreno, l’Europa necessita di profonde riforme a supporto dell’intero settore finanziario, ma soprattutto di una regolamentazione uniforme per tutti gli attori, dalle banche alle startup. Un accesso rapido al grande mercato, al pari di quanto accade negli Stati Uniti e in Cina, è ciò di cui hanno bisogno incumbent e fintech europei per potersi dire ancora competitivi a livello internazionale.