Pubblicata sulla Gazzetta europea del 9 giugno la normativa Micar (Markets in crypto-assets regulation). Il debutto del regolamento sui cripto-asset comporta l’avvio di controlli e sanzioni.
La normativa Micar infatti entrerà in vigore fra circa un anno. Ecco a chi è dedicata e i termini precisi della svolta regolatoria degli asset virtuali.
Regolamento sui cripto-asset
La pubblicazione sulla G.U. della normativa Micar (Markets in crypto-assets regulation) spazia dagli abusi informativi all’anti-riciclaggio.
In vigore dal giugno 2024 (i titoli III e IV sui token) e dal 30 dicembre (per intero), il regolamento Ue 2023/1114 del Parlamento europeo e del Consiglio del 31 maggio 2023 prevede controlli e sanzioni severe per persone e società. I mercati delle cripto attività finiscono sotto il radar regolatorio. Le sanzioni sono sia di natura penale che pecuniaria: fino a 700 mila euro quelle amministrative per le persone fisiche; fino a 5 milioni per le persone giuridiche. E dal 3% al 12,5% del fatturato annuo, sulla base dell’ultimo bilancio approvato.
Il regolamento, che è fonte primaria normativa con efficacia diretta e vincolante, inoltre, modifica i regolamenti 1093/2010 e 1095/2010, oltre alle direttive 2013/36/Ue e 2019/1936.
Il Micar uniforma dunque i requisiti per l’offerta al pubblico e ammette alle negoziazione su piattaforme le cripto-attività differenti dai token. Ma soprattutto stabilisce i requisiti per prestatori di servizi, oltre agli obblighi di trasparenza e informativa, relativi all’emissione, offerta al pubblico e ammissione alla negoziazione.
I requisiti si riferiscono infine anche all’autorizzazione e alla vigilanza de prestatori di cripto-attività ed emittenti di token (sia di attività che di moneta virtuale). Ma anche riferiti a funzionamento, organizzazione e governance.
Le misure
Il Micar prevede misure per tutelare i clienti dei prestatori di servizi per cripto-asset. L’obiettivo è infatti la prevenzione dell’abuso di informazioni privilegiate. Oltre a prevenire la manipolazione del mercato delle cripto-attività, per assicurarne l’integrità.
Infine Casp (Cripto-asset service provider), wallet provider ed exchanger dovranno risiedere nella Ue, ricevere autorizzazione ed essere sottoposti ad autorità di vigilanza.
I Casp dovranno registrarsi presso l’Esma. E solo se presenti nel registro centrale, in base alla portabilità, potranno operare in tutta la Ue.
Il regolamento prevede anche norme per i token di moneta elettronica: solo banche o Imel potranno trattarli, autorizzarli eccetera.