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Netcomm: L’eCommerce B2C in Europa verso i 900 miliardi di euro

Dal Report europeo sull’eCommerce 2023 emerge che il valore del fatturato dell’eCommerce B2C europeo ha registrato un incremento del 6% nel 2022, nonostante il primo calo a causa dell’inflazione. Nel 2023 confermata la crescita del settore. Ecco le misure urgenti per lo sviluppo del digitale

Pubblicato il 29 Set 2023

Report europeo sull'eCommerce 2023

Secondo il report europeo eCommerce 2023, il mercato dell’eCommerce B2C in Europa veleggia spedito verso il trilione. Nel frattempo adesso sfiora quota 900 miliardi di euro.

Ecco perché sono urgenti misure del governo per sviluppare il digitale, e in ambito europeo per ridurre la frammentazione del mercato e di azzerare la burocrazia per le operazioni commerciali transfrontaliere.

Report europeo eCommerce 2023: nessuna frenata nonostante lo scenario economico

eCommerce Europe ed EuroCommerce hanno pubblicato congiuntamente il Report europeo sull’eCommerce 2023.

Nel 2022, il valore del fatturato dell’eCommerce B2C europeo è passato da 849 miliardi di euro nel 2021 a 899 miliardi di euro, registrando un tasso di crescita per il 2022, pari al 6%. Una crescita inferiore a quello del 2021 (12%), ma il mercato, nonostante il cambiamento del contesto economico e politico, continua a progredire. Si prevede che la crescita si manterrà nel 2023.

Il 2022 è stato un anno segnato dalla guerra di aggressione russa in Ucraina e dall’elevato tasso di inflazione che ha compresso il potere d’acquisto dei consumatori.

Ma dal report emerge che proprio il rialzo dei prezzi è stato il driver di crescita del fatturato dell’eCommerce in diversi Paesi europei. Ma, a compensare i livelli più bassi di volume, sono stati gli acquisti di servizi online (per esempio i viaggi).

Il report di quest’anno ha comunque calibrato la crescita sull’inflazione per l’Europa e tutte le sue regioni. Lo shock inflazionistico (+9% nel 2022) ha infatti pesato sull’eCommerce europeo, crollato per la prima volta in assoluto (-2%).

Le uniche regioni dove non c’è stato un calo dell’eCommerce nel 2022 sono state l’Europa orientale (+5%) e l’Europa meridionale (+13%). Nel 2023, l’eCommerce si è ripreso grazie al declino del tasso d’inflazione. Dunque si prevede un ritorno al segno più nel 2023 (+2%).

“Nel 2022, con l’inflazione alle stelle, i consumatori sono diventati molto più sensibili ai prezzi. Cercano sempre più di risparmiare e lo fanno anche confrontando e diversificando i canali di acquisto online e offline. Prevediamo che le vendite online continueranno a crescere nei prossimi anni, raggiungendo, secondo le stime, il 30% delle vendite al dettaglio entro il 2030. Essere presenti online è diventato vitale per molti rivenditori, soprattutto per le aziende più piccole”, spiega Christel Delberghe, direttore generale di EuroCommerce.

Ecco le misure urgenti per lo sviluppo del digitale

Dal report emergono i progressi tecnologici: 5G, AR/VR e portafogli digitali e le nuove soluzioni di acquisto (per esempio SaaS). Sono driver di crescita in grado di favorire una maggiore penetrazione dell’eCommerce. Sono inoltre fattori in grado di attenuare i divari regionali.

Altro aspetto fotografato dal report è la domanda crescente di eCommerce più sostenibile, basato su consegne e resi più efficienti e quindi ecologici, nonché su modelli di consumo e produzione più green.

Nel complesso, il settore sta irrobustendo la resilienza necessaria per affrontare positivamente le molteplici sfide di questo periodo.

I leader europei hanno l’opportunità di adattare lo scenario normativo alle sfide e alle opportunità poste dalla transizione digitale e green. Ma sono urgenti anche misure del governo italiano per sviluppare il digitale.

“Il 2022 ha segnato il 30° anniversario del mercato unico dell’UE e, se da un lato eCommerce Europe riconosce gli importanti passi avanti compiuti nel corso degli anni, dall’altro vediamo che le imprese si trovano ancora di fronte a barriere significative, soprattutto in relazione alle vendite transfrontaliere”, ha commentato Luca Cassetti, Segretario Generale di Ecommerce Europe: “La politica ha la responsabilità di ridurre la frammentazione del mercato e di eliminare la burocrazia per le operazioni commerciali transfrontaliere“.

“Secondo l’E-Government Development Index, che di fatto misura la volontà e la capacità dei governi di implementare tecnologie per fornire servizi pubblici, l’Italia occupa il 37esimo posto, preceduta da Grecia e Polonia, ed è ben distante dalle prime posizioni occupate da Paesi come Danimarca, Finlandia, Islanda, Svezia, Paesi Bassi e Regno Unito”, mette in evidenza Roberto Liscia, Presidente di Netcomm ed Executive Board Member di eCommerce Europe.

Conclusioni

Ciò “mette i nostri policy maker di fronte all’urgenza di favorire l’adozione di tecnologie e soluzioni digitali a favore di tutti i cittadini e le imprese del nostro Paese. I vantaggi economici e occupazionali che derivano dal digitale sono ormai un dato di fatto, e i numeri sul comparto del digital retail ne sono una ulteriore dimostrazione: l’intera catena del valore di questo comparto è infatti il primo driver di crescita dell’economia italiana con un valore di ben 71 miliardi di euro, 723 mila imprese coinvolte e circa 378 mila lavoratori occupati”, conclude Roberto Liscia, chiedendo al governo di fare di più per superare il divario con l’Europa e far crescere il Pil grazie alla trasformazione digitale.

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