David Melazzi
L’NFC, o Near Field Communication, è una tecnologia a corto raggio che, integrata nei telefoni cellulari, può rappresentare una nuova sfida per il mondo delle telecomunicazioni offrendo la possibilità di trasformare il cellulare in un badge, in un portafoglio, in un telecomando per aprire la macchina.
La GSMA, l’associazione degli operatori mobili internazionali, definisce questa tecnologia come la “next wave” dell’innovazione Mobile; in realtà questa tecnologia non impatta esclusivamente il mondo degli operatori Mobile, ma anche altri player, dalle banche ai retailer, dalle società per i buoni pasto alle grandi Web Company, guardano con eccezionale interesse alle possibilità aperte da questo nuovo paradigma tecnologico.
Il tema dell’attesa è forse quello che più ha contraddistinto i primi anni dalla nascita di questa tecnologia che fu sviluppata ormai qualche anno fa congiuntamente da Sony e Phillips. Dopo diversi anni, nel 2012, finalmente tutti i principali produttori di telefoni cellulari hanno iniziato a produrre, su larga scala, telefonini con la tecnologia NFC integrata. Tutti eccetto Apple, il cui iPhone 5 non presenta, nonostante molti rumors e attese, l’antenna NFC tra le proprie funzionalità.
Come ogni innovazione, però, la tecnologia e la sua diffusione tra gli utenti non è condizione sufficiente per il suo sviluppo, ma è piuttosto l’uso che se ne fa, in termini di servizi erogati, che ne determina il successo. A ottobre 2012 erano 1,8 milioni gli italiani con in tasca un telefonino con NFC, pur non potendolo utilizzare se non per scambiarsi dati. Mancano infatti i servizi, nonostante le possibilità siano molteplici, come ha dimostrato l’NFC Mobile Payment & Service Award, il contest promosso dagli Osservatori ICT & Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con Telecom Italia e GSMA all’interno del Mobile Money Summit tenutosi a Milano lo scorso ottobre.
L’award ha raccolto oltre 80 proposte con idee brillanti e di alta qualità pervenute sia da singoli (giovani imprenditori stimolati a realizzare qualche cosa di concreto e innovativo), sia da società già affermate che vogliono aprire nuove opportunità di business.
Il messaggio più importante emerso da questo contest è che il mercato italiano è estremamente attivo e non aspetta le innovazioni provenienti da oltre Oceano, siano esse di Google, Apple o Microsoft: sembra proprio che i player italiani oggi più che mai possano e vogliano svolgere un ruolo attivo in questa rivoluzione.
La forte attenzione verso la tecnologia NFC si fonda in primis sul paradigma del Mobile Payment, ossia la possibilità di pagare avvicinando il telefono ad un POS, ma si estende poi ai servizi ad esso collegato collegati. Proviamo a chiarire quale è lo status quo del Mobile Payment nel mondo e in Italia.
Tanti nuovi progetti in tutto il mondo
Gli ultimi 18-24 mesi hanno visto un notevole fermento del mercato del Mobile Payment e dei servizi. Si sono osservati i primi lanci commerciali anche nei paesi occidentali – con la Francia a disegnare la via grazie al progetto Cityzi il cui roll out nella sola città di Nizza è datato maggio 2010 – e sono aumentate le iniziative pilota e gli annunci di partnership e collaborazione. Dopo la Francia è stata la volta della Turchia, dell’Inghilterra e degli Stati Uniti. In Turchia il principale operatore telefonico, Turkcell, forte della propria leadership di mercato ha lanciato, nel corso del 2011, il proprio Mobile Wallet chiamato Cep-T Cuzdan in collaborazione con alcune banche.
Google, in collaborazione con Mastercard e Citibank, ha emesso, invece, il Google Wallet, particolarmente orientato verso i servizi di marketing. Barclaycard ha lanciato in collaborazione con Orange UK il servizio Quick Tap per abilitare pagamenti NFC sotto le 25 sterline.
Una notizia più recente riguarda Orange, che ha esteso il numero di nazioni nelle quali ha attivato progetti commerciali di Mobile Proximity Payment aggiungendo a Francia e UK anche la Polonia attraverso un’iniziativa in collaborazione con Mastercard e mBank. Con questa iniziativa Orange si conferma essere il player maggiormente impegnato tra i paesi occidentali nel diffondere la tecnologia NFC.
Il successo richiede la collaborazione fra i player
Se si escludono i pochi mercati fortemente concentrati nei quali gli incumbent hanno la forza per creare il business in maniera più o meno autonoma, nella maggior parte dei paesi menzionati la nascita e lo sviluppo del paradigma del Mobile NFC necessita di una stretta collaborazione precompetitiva tra i player, indispensabile per abilitare un ecosistema complesso come questo. È molto interessante andare ad osservare le forme di collaborazione che sono state attivate dai player dell’industry.
La prima è stata la Francia, con l’associazione AFSCM (Association Française du Sans Contact Mobile che riunisce banche, telco, service e technology provider. Successivamente, a fine 2010, è stata la volta di Stati Uniti e Olanda. Negli Stati Uniti, 3 dei 4 principali operatori telefonici hanno formato una Joint Venture volta ad abilitare un ecosistema proprietario telco-oriented in forte contrasto con il servizio appena lanciato da Google. Anche in Olanda è stata annunciata la creazione di una Joint Venture, chiamata “Six Pack”, frutto, questa volta, di una collaborazione tra telco e banche: il progetto olandese è però stato abortito nel corso del 2012.
Altri paesi hanno poi seguito questi esempi: l’Inghilterra, con la Joint Venture “Oscar” nel giugno 2011, poi la Danimarca, con un consorzio, la Svezia, anche in questo caso una Joint Venture, la Germania, la Spagna, il Belgio e l’Ungheria; accordi, questi, volti a creare le regole e l’infrastruttura tecnologica di base per permettere una più veloce e capillare diffusione delle soluzioni. Le diverse esperienze precompetitive internazionali stanno finalmente giungendo ad un lancio commerciale. La Joint Venture svedese 4T ha emesso il proprio WyWallet a fine luglio 2012, mentre la Joint Venture americana ha lanciato, nell’autunno 2012 e dopo alcuni rinvii, il servizio Paywithisis nelle sole città di Salt Lake City e Austin. Altri player lanceranno o estenderanno le proprie soluzioni nei prossimi mesi.
NFC in Italia: al giro di boa
Il 2011 e il 2012 sono stati contraddistinti da un susseguirsi di lanci di iniziative e annunci in quasi tutti i paesi europei e non solo. Fino all’estate 2012 l’ultimo tra i grandi paesi a mancare all’appello era proprio, purtroppo, l’Italia. Tuttavia, tra settembre e ottobre 2012, anche nel nostro Paese sono state annunciate diverse nuove iniziative di grande valenza e con una prospettiva di roll out commerciale per il 2013. Vodafone e H3G hanno lanciato un servizio in collaborazione con BNL e SIA come Trusted Service Manager centrale. Alcune centinaia di dipendenti e clienti di BNL sono stati equipaggiate con un telefono NFC (Samsung Galaxy SIII) dotato di SIM al cui interno è stata installata l’applicazione di pagamento di BNL.
Pur essendo un semplice progetto pilota, per la prima volta in Italia l’iniziativa vede il coinvolgimento di due operatori telefonici con un attore centrale di estrazione bancaria, SIA, con il ruolo di connettore tra operatori telefonici e banche. Vodafone ha sfruttato la medesima piattaforma per lanciare un progetto pilota che riguarda la propria carta di pagamento prepagata co-branded “Vodafone Smartpass”, emessa in collaborazione con CartaSi. Anche Telecom Italia ha presentato la propria soluzione in collaborazione con Intesa Sanpaolo, anche in questo caso in modalità pilota per un gruppo di dipendenti e clienti. PosteMobile ha annunciato a fine ottobre il lancio del proprio servizio di Mobile Proximity Payment per la fine del 2012, già a livello – prima in Italia – di roll-out commerciale, potendo sfruttare le sinergie con la controllante Poste Italiane.
Infine anche Edenred Italia, fornitore della soluzione Ticket Restaurant, e Banca Popolare Emilia Romagna hanno attivato i propri progetti pilota. Da un lato Edenred ha collaborato con BlackBerry per fornire ad alcuni studenti del Politecnico di Milano un telefono in grado di pagare, tramite buono pasto elettronico, presso alcuni esercenti convenzionati; Bper invece ha attivato un progetto pilota che utilizza MicroSD NFC fornite da Oberthur Technologies.
Questi annunci testimoniano da un lato il crescente interesse dei principali stakeholder del mercato verso il Mobile NFC anche in Italia, dall’altro, la frammentazione del mercato italiano che fatica a lavorare insieme in ottica precompetitiva. Per superare tale problematica i 5 principali operatori telefonici italiani (H3G, Telecom Italia, Vodafone e Wind, PosteMobile) hanno annunciato il raggiungimento di un accordo, non dissimile da quelli visti in altri paesi europei, volto ad attivare un percorso di lavoro congiunto per l’abilitazione di un ecosistema NFC diffuso e capillare anche in Italia.
La strada verso il pieno rollout commerciale è ancora lunga. Tuttavia, per la prima volta dopo anni di attesa un grosso passo in avanti è stato fatto e le recenti novità fanno intuire che il 2013 potrà essere l’anno della svolta per l’NFC, anche in Italia.