Contante addio: è l’ora del Mobile Payment

Pubblicato il 17 Lug 2013

L’attaccamento degli italiani al contante vacilla. Nel 2012 quasi un miliardo di euro è stato pagato dagli italiani utilizzando il cellulare come strumento di attivazione del pagamento.
Il Mobile Remote Payment & Commerce passa infatti da 700 milioni di euro nel 2011 a oltre 900. Ma soprattutto, il settore ha registrato, dopo un lungo periodo di grandi aspettative e minor sostanza, un’annata davvero ricca di iniziative e progetti in ambito Proximity, l’opportunità di utilizzare lo smartphone come una carta di credito mediante l’impiego della SIM NFC. Sono ben 2,5 milioni di telefoni NFC già venduti, 2 milioni di carte di pagamento contactless già emesse, piani definiti per l’attivazione di oltre 170.000 POS a fine 2013.

Questi i principali responsi della quinta edizione dell’Osservatorio NFC & Mobile Payment della School of Management del Politecnico di Milano, battezzata “Mobile payment: l’Italia s’è desta”, proprio per sottolineare l’annata molto positiva per il settore, con forti crescite sia dei volumi di attività reali, sia in termini di opportunità legate alle soluzioni più innovative. I risultati della ricerca sono stati presentati in un affollato convegno al Politecnico di Milano.

Come di consueto l’Osservatorio comprende una ricca serie di approfondimenti, tra cui diversi business case e un’analisi del valore del Mobile Payment e Commerce dal punto di vista degli esercenti. Per analizzare i diversi business model e quantificare correttamente il mercato, sono stati considerati sia i servizi di Mobile Payment sia quelli di Mobile Commerce, dove il dispositivo mobile attiva rispettivamente il solo pagamento, o più fasi del processo d’acquisto (per esempio di un biglietto d’aereo o di un capo d’abbigliamento).

Inoltre la ricerca approfondisce sia i pagamenti Remote, in cui vi è distanza tra cliente ed esercente, sia quelli Proximity, in cui il device mobile del cliente e quello di accettazione del pagamento sono nelle immediate vicinanze.

Si sono mossi tutti: offerta, operatori e Governo

In sintesi, in Italia il Mobile Payment nel 2012 è finalmente entrato nel vivo soprattutto grazie a tre elementi: la crescita dell’offerta commerciale, gli accordi di sistema tra i principali attori, e la presa di posizione del Governo sui pagamenti elettronici. Nel primo caso, il report cita il lancio di servizi di Mobile Remote Payment promossi dagli esercenti (Auchan, Mondo Convenienza, Ataf, AMT Genova, ecc.), le App e siti di Mobile Commerce apparsi quest’anno (Charta, Grimaldi Lines, Gucci, Libraccio, ecc.), e le molte sperimentazioni di Mobile Proximity Payment con tecnologia NFC promosse da banche e telco (BNL YouPass, Move and Pay di Intesa Sanpaolo, Servizi Proximity di PosteMobile, Tim Wallet, Vodafone Smart PASS NFC).

Quanto agli accordi di sistema, a ottobre Telecom Italia, Vodafone, Wind, H3g e PosteMobile hanno annunciato un’intesa per lo sviluppo congiunto di una piattaforma di Mobile Proximity Payment – con il coinvolgimento di Sia nel ruolo di trade union fra banche e Telco – che si concretizzerà nel 2013. Infine, il Governo ha preso provvedimenti importanti nei Decreti ‘SalvaItalia’ e ‘Sviluppo-bis’ per incentivare l’uso dei pagamenti elettronici. In particolare il Decreto Sviluppo-bis, con cui viene recepita l’Agenda Digitale Italiana, fa esplicitamente riferimento ai “pagamenti anche attraverso tecnologie mobili”.

Cresce in tripla cifra il commerce di beni e servizi

Sotto il profilo quantitativo ovviamente la parte del leone è giocata dai servizi ‘remote’, basati su tecnologie diffuse e consolidate, mentre la parte ‘proximity’ è ancora in fase sperimentale. Il Mobile Remote Payment & Commerce passa da 700 milioni di euro nel 2011 a oltre 900 milioni nel 2012 (+30%), come somma di tre componenti: vendita di contenuti digitali, vendita di beni e servizi, e trasferimenti di denaro tramite smartphone (Mobile Money Transfer).

Il primo componente vale circa 470 milioni di euro, con una crescita del 15% alimentata soprattutto dagli acquisti su Application Store. L’acquisto da mobile di beni e servizi invece vale circa 310 milioni di euro, con un incremento annuo di oltre il 60% dovuto in gran parte alla parte ‘Commerce’, salita in un anno da 74 a 180 milioni (+142%) grazie soprattutto a turismo e trasporti, coupon, aste e gruppi d’acquisto, mentre la parte ‘payment’ è rappresentata quasi totalmente da pagamenti di ricariche telefoniche. Infine il money transfer vale oltre 150 milioni di euro (+50% rispetto al 2011), di cui l’84% sono ricariche di carte prepagate, il 13% trasferimenti di credito telefonico e solo il 3% è vero e proprio Mobile Money Transfer p2p.

Le prospettive del mercato proximity

Quanto all’ambito proximity, al di là dell’accordo citato tra gli operatori di telefonia mobile, il 2012 ha registrato molte iniziative a cavallo tra stadio sperimentale e offerta commerciale, di cui il report offre un’ampia panoramica distinguendo tra tecnologie NFC Card Present e Payment Card Not Present. Già oggi in Italia ci sono 2,5 milioni di possessori di smartphone con tecnologia NFC e quasi 30.000 POS abilitati, che diventeranno 6 milioni e 170.000 a fine 2013, e su questa base i ricercatori hanno sviluppato un modello per stimare le prospettive dei servizi di Mobile Proximity Payment.

Il responso è che le dimensioni di questo mercato a fine 2016 potrebbero essere tra 4,7 e 10,8 miliardi: una forte varianza legata all’atteggiamento più o meno convinto e collaborativo degli attori dei vari stadi della filiera, e all’efficacia degli incentivi che potranno venire dal Legislatore. Sommando anche la componente Remote, che i ricercatori a fine 2016 stimano a quasi 4 miliardi, entro quattro anni il volume d’affari del Mobile Payment & Commerce in Italia dovrebbe collocarsi tra 9 e 15 miliardi di euro. Insomma, le potenzialità sono enormi e il percorso in Italia è finalmente iniziato: ora occorre proseguire velocemente e con convinzione, per tenersi in pari con le esperienze internazionali e iniziare a realizzare i grandi benefici del Mobile Payment per le imprese e i consumatori.

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