Estonia, la “prima della classe” che non ti aspetti

Pubblicato il 16 Ott 2013

Ivano Asaro

Se ci venisse chiesto di citare alcuni dei Paesi che riteniamo tra i più tecnologici e all’avanguardia, la maggior parte di noi risponderebbe con i soliti grandi nomi: gli USA, il Giappone, magari la Cina. A pochissimi, forse a nessuno, verrebbe da citare l’Estonia. Sì perché l’Estonia è un Paese che ha raggiunto l’indipendenza solo nel 1991, abitato appena da 1,3 milioni di abitanti, con una densità della popolazione pari a 28 abitanti/km2 contro i 198 dell’Italia e i 337 del Giappone, che per oltre il 50% è ricoperto da foreste, con una media di 3.000 alberi per abitante, e che possiede 1251 isole, parecchie disabitate. Insomma, vien da pensare, come può essere tra i Paesi più all’avanguardia?

E invece si scopre che è anche il Paese che ha inventato Skype (il noto software gratuito di messaggistica istantanea e VoIP) e Kazaa (la prima rete di file-sharing), oltre ad avere disseminato reti Wi-Fi gratuite disponibili ovunque: 1140 luoghi di collegamento rapido su una superficie di 45mila km quadrati. Un miraggio per noi Italiani, che pensiamo alla notizia da prima pagina quando all’alba del settembre 2013 la città di Firenze annuncia di essere la prima tra le grandi città italiane ad offrire la rete WiFi free. Quando riconquistò l’indipendenza nel 1991, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, l’Estonia era in condizioni arretrate e disastrose a livello economiche. Oggi, la leadership mondiale in tecnologia è solo uno dei suoi primati: vanta infatti un’economia in attivo e nella classifica annuale delle Nazioni con più alta libertà economica, stilata dalla fondazione Heritage, si piazza al 16º posto nel Mondo e al 7º tra i Paesi europei. Questi fantastici risultati sono il compimento del progetto di informatizzazione “Tiigrihüpe” (“balzo della tigre”, in lingua estone), lanciato nel 1992, quando l’allora Primo Ministro Mart Laar e il suo Governo di trentacinquenni diedero alla nazione una flat tax, il libero scambio, una moneta solida e le privatizzazioni. Nel 2007 la nazione estone è stata anche la prima ad avere una votazione online in un’elezione politica nazionale.

E poteva l’”eCountry” Estonia non essere un modello da seguire anche nel campo dei pagamenti elettronici? Ovviamente no. Oggi l’80% della popolazione è cliente online delle banche e infatti il Paese occupa il secondo posto al mondo per l’Internet banking. Un rapporto della Bank of Estonia riporta che nel primo trimestre del 2012 il 99,3% di tutti i trasferimenti bancari nazionali non-cash è stato effettuato online e che alla fine dello stesso anno i pagamenti con carta hanno superato quelli dei prelievi di contante sia per quanto riguarda l’ammontare complessivo, raggiungendo i 325 milioni di € mensili contro i 303 milioni di € dei prelievi, sia per numero di operazioni con 600 mila transazioni quotidiane con carta contro i 117 mila prelievi di contante.

I cittadini estoni utilizzano la carta ovunque, anche per le micro-transazioni: l’ammontare medio di un’operazione con carta è stato infatti di 17,6 € nel 2012, contro i circa 76 € dell’Italia e gli oltre 51 € della media Europea. Numeri che fanno impressione, ma non stupiscono più di tanto se si pensa che già nel 2002 l’Estonia fu la prima nazione al Mondo a introdurre un sistema di Mobile Payment che permetteva di pagare taxi, ristoranti, alberghi e merci nei negozi con il cellulare e che da allora i cittadini estoni pagano i parcheggi con un SMS.

Per i “Giapponesi d’Europa” utilizzare internet per fare qualunque cosa è la normalità: la firma elettronica per i documenti è disponibile già dagli anni ‘90, hanno le loro cartelle cliniche digitali archiviate in Cloud e consultabili istantaneamente quando necessario e presentano la dichiarazione dei redditi annuale online, impiegandoci il tempo necessario a bere un caffè. Ora, la domanda sorge spontanea: siamo sicuri che sia la Germania la “prima della classe”?

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