Ivano Asaro
Stando a un’indagine dell’NFC Times, il 2013 sembra essere l’anno del boom definitivo per le SIM NFC. Saranno sempre di più quindi gli utenti nel mondo che potranno richiedere alla propria compagnia telefonica di sostituire la loro attuale SIM card con una dotata di tecnologia contactless e i nuovi clienti che verranno forniti di una di queste all’atto della sottoscrizione. Dai dati raccolti presso i fornitori di queste SIM, infatti, risulta come nei soli primi sei mesi del 2013 ne siano state spedite agli operatori telefonici poco meno di 31 milioni, eguagliando la cifra raggiunta durante tutto il 2012. SIM che, teoricamente, dovrebbero finire in breve tempo nei cellulari dei consumatori, passo fondamentale per lanciare finalmente alcuni servizi di Mobile Payment NFC che da troppo tempo vengono solo annunciati o testati.
Nella memoria delle SIM NFC, che nelle schede tradizionali veniva utilizzata sostanzialmente per memorizzare gli SMS, esiste una partizione logica denominata Secure Element, al cui interno possono essere salvati dati sensibili in maniera crittografata. Nel caso delle applicazioni di Mobile Payment NFC, questo spazio diventa la sede in cui vengono memorizzate in maniera sicura le credenziali associate ad una carta di pagamento, che vengono poi richiamate nel momento in cui l‘utente avvicina lo smartphone al POS contactless. Guardando più al futuro, nel Secure Element potrebbero un giorno risiedere anche i dati relativi alla nostra tessera sanitaria, alla carta d’identità o al passaporto. Questo spazio sicuro non si trova soltanto sulla SIM, esistono anche smartphone che possiedono un Secure Element integrato nel device. Al momento, però, la maggior parte dei progetti pilota e dei servizi in fase di sviluppo in ambito NFC sono basati sulla soluzione che vede la SIM come deposito delle credenziali di pagamento.
Per poter pagare in prossimità con il cellulare, oltre al POS contactless, sono necessari quindi tre elementi: lo smartphone NFC, l’app di pagamento e la SIM NFC. E fino ad ora, queste ultime sono state il pezzo mancante del puzzle che potrebbe dare il via ai servizi.
In Italia, dopo diversi annunci tra ottobre e febbraio di imminenti servizi in arrivo sul mercato, abbiamo purtroppo assistito a un preoccupante rallentamento e a pochissimi lanci commerciali. La crescita continua del numero di POS contactless e di smartphone NFC – rispettivamente 150.000 e oltre 6 milioni entro la fine del 2013 secondo l’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano – e il proliferare di progetti pilota e di notizie su servizi in fase di ultimazione sembrano indicare che l’anello debole dell’ecosistema sono le SIM NFC, tenendo anche conto del tempo necessario per diffonderle tra gli utenti con una certa consistenza.
In Italia solo PosteMobile e TIM le hanno messe in commercio – anche se solo in 21 uffici postali tra Milano, Roma e Torino i primi e in 14 punti di vendita a Milano i secondi – e le stime dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce dicono che le SIM NFC in circolazione sono meno di 5mila. Per questo la notizia delle forniture in netta crescita viene accolta con entusiasmo, sperando che davvero si sia vicini alla svolta e che il silenzio in cui il mercato è piombato sia solo la classica quiete prima della – in questo caso attesa – tempesta.