Piero Todorovich
Le banche dovranno per forza “cavalcare” i nuovi sistemi di pagamento digitali per restare sul mercato e questo permetterà ai consumatori di beneficiare di tariffe più basse, perché la tecnologia riduce i costi.
Queste in sintesi le previsioni e le promesse che arrivano dalla tavola rotonda sul ruolo delle Banche Centrali nella modernizzazione dei pagamenti, svoltasi in occasione del recente Sia Expo e a cui hanno partecipato Emerico Antonio Zautzik, direttore centrale area Banca Centrale mercati sistemi di pagamento di Banca D’Italia e Daniela Russo, direttore generale infrastrutture pagamenti e mercato della Banca Centrale Europea. Modernizzazione che, per quanto riguarda le Banche Centrali, si è già tradotta in una maggiore attenzione ai problemi del consumatore, oltre i tradizionali compiti di sostegno al sistema bancario alla stabilità della moneta.
Un punto fondamentale: la sicurezza
Per Daniela Russo di BCE è inevitabile che le Banche Centrali debbano oggi preoccuparsi dell’evoluzione dei servizi al dettaglio, in particolare della trasparenza e sicurezza per gli utenti finali. “C’è ancora l’opinione diffusa che i pagamenti elettronici siano meno sicuri di quelli tradizionali e questo è un’ostacolo alla diffusione. E’ invece vero l’opposto anche se, cambiando il supporto, possono esserci rischi meno conosciuti. In generale, con gli strumenti pagamento elettronici, i mezzi per mitigare i rischi sono molto più efficaci rispetto ai sistemi di pagamento tradizionali”. Gli esempi riportati riguardano le carte di credito che grazie ai chip sono oggi molto meno falsificabili rispetto ad assegni o carta moneta.
I sistemi digitali hanno insomma al loro interno tutte le potenzialità per poter essere resi più sicuri, anche nei nuovi contesti di e-commerce. “Il mondo internet – continua Russo – non è stato certamente progettato per gestire pagamenti e presenta dei pericoli. L’impegno della BCE sulla sicurezza è la naturale evoluzione dei nostri compiti di tutela della stabilità della moneta. La stabilità richiede la fiducia da parte dei consumatori e questa fiducia dipende dalla sicurezza dei supporti usati”.
A causa della natura privata e di molti nuovi sistemi di pagamento, le Banche Centrali hanno oggi difficoltà a raccogliere dati dettagliati sulle frodi, per capire dove è urgente intervenire. “Abbiamo dati che riguardano le carte – spiega Russo -, ma non ci dicono se il pagamento non andato a buon fine è a causa dei malfunzionamenti del sistema o delle frodi. Nell’ambito che meglio conosciamo, quello dei pagamenti internazionali, abbiamo visto come SEPA abbia più che dimezzato la rilevanza della frodi”.
Il campo delle frodi via internet è al centro dell’attenzione della BCE. “Da quando, due anni fa, abbiamo creato il forum europeo per la sicurezza dei pagamenti SecuRe Pay, come collaborazione volontaria tra le varie autorità interessate e con lo scopo di accrescere conoscenza e aggiornamento tecnologico sulle tematiche – precisa Russo -. Da qui sono scaturite le raccomandazioni che le autorità partecipanti si sono impegnate a implementare. Un primo rapporto, già pubblicato, riguarda la sicurezza dei pagamenti via internet”.
Il forum si è occupato di come evitare che i dati personali immessi su internet possano essere riusati in modo fraudolento attraverso la sostituzione di informazioni statiche con dinamiche (il numero di carta con quello generato da un token, ndr). Abbiamo lavorato su raccomandazioni che possano essere applicate a tutti i sistemi di pagamento per migliorare l’autenticazione del consumatore e i meccanismi per il monitoraggio delle frodi. Oggi il forum lavora su altre due aree complementari che riguardano l’accesso ai conti e i pagamenti fatti da telefonino. L’idea è finalizzare e pubblicare i primi lavori all’inizio dell’anno prossimo”
I pagamenti digitali nella PA
Un ambito interessante d’applicazione e sviluppo dei pagamenti elettronici riguarda i pagamenti alla pubblica amministrazione per migliorarne l’efficienza. Emerico Antonio Zautzik (Banca d’Italia) spiega come per la PA centrale i pagamenti siano già oggi al 97% in via elettronica. “Stiamo lavorando per rendere elettronica la totalità, ma molto impegno deve essere ancora fatto nelle amministrazioni locali, che sono al 70% circa”. Il ritardo più grosso è nelle tesorerie degli enti locali. “Qui solo il 10% permette di fare pagamenti con modalità diverse dal contante – continua Zautzik – e questo è un chiaro ritardo dell’Italia rispetto ad altri Paesi, anche se ci sono iniziative per l’automazione e ottimizzazione delle transazione coordinate dall’Agenzia per Italia Digitale.
Banca d’Italia sta cooperando per disegnare un sistema, il più possibile semplice, basato su un codice che permetta di riconoscere univocamente la transazione. In questo modo il cittadino potrà pagare con la modalità preferita, in banca, alle poste, con carta di credito e così via, mentre l’amministrazione riesce facilmente ricollegare il pagamento all’ente richiedente. Pensiamo che questo possa migliorare il rapporto della PA con il cittadino e recuperare un po’ del ritardo accumulato”.
In attesa del “big bang” di SEPA
Un aspetto importante per l’efficienza dei pagamenti riguarda la standardizzazione delle modalità con cui vengono effettuati, e SEPA rappresenta l’impegno più importante in corso. A pochi mesi dalla scadenza, lo stato di adeguamento delle banche appare tutt’altro che rassicurante. “I tempi sono già stati stabiliti, non sono negoziabili e la scadenza va rispettata”, precisa Russo -. A livello europeo solo il 52,8% si è già adeguato per il credit transfer e solo il 7% per il direct debit e anche i Paesi più virtuosi come l’Olanda mostrano ritardi significativi.
Questo significa che andremo incontro a un effetto “big bang” con migrazioni dell’ultimo momento e possibili rischi? “Ci sarà qualche rischio – spiega Russo -, ma nel nostro monitoraggio nessun istituto ha riportato finora gravi problemi di migrazione. Qualcuno ha preferito rinviare i costi relativi e dall’altra parte non è stato fatto un lavoro preparatorio adeguato per informare gli utilizzatori finali. In alcuni Paesi, in particolare in Germania, si sono aggiunti iter normativi da completare. Per facilitare la migrazione SEPA abbiamo reso possibile l’uso di convertitori, anche se questa soluzione non è ottimale e adatta solo in via temporanea”.
Secondo Zautik anche le piccole banche si stanno adeguando a SEPA, ma i numeri sono molto bassi “Siamo al 20% per i bonifici e 1% per il resto. Le Banche hanno comunque investito e si stanno preparando a partire ora. Certamente ci ritroveremo in una situazione di cambiamento netto da big bang alla vigilia della scadenza di febbraio”.
La standardizzazione dei pagamenti è un tassello importante dell’integrazione europea. “E’ parte dell’Agenda di Lisbona: l’integrazione dei pagamenti al dettaglio è altrettanto importante di quella dei mercati all’ingrosso, anche perché impatta direttamente con i consumatori – precisa Russo -. Lo sforzo su SEPA rappresenta l’adeguamento a un mercato che attraverso Internet è diventato globale. Uno dei comitati di Basilea sta lavorando su iniziative che riguardano i pagamenti al dettaglio e i problemi bancari discussi da SecuRe Pay. La standardizzazione ha alti costi è importante coordinare le iniziative anche a livello mondiale, perché non c’è solo l’Europa, l’elettronica sta cambiando le cose. Un fattore di cui è necessario tenere conto per il futuro”.