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Pax Italia cambia pelle: nuovi uffici, nuovo brand, più spazio alla componente “soft” dell’offerta

Pax Italia cambia pelle: nuovi uffici, nuovo brand, più spazio alla componente “soft” dell’offerta


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Pax Italia apre le porte del nuovo headquarter, dove tutto è pensato per favorire l’engagement e il benessere dei dipendenti. Le strategie di reskilling permettono di allineare le professionalità interne all’evoluzione del mercato e del business

Pubblicato il 18 nov 2024




Pax Italia ci ha aperto le porte della sua nuova sede. Non semplici uffici ma un ambiente moderno e polifunzionale. Un vero e proprio “ecosistema” che integra elementi architetturali con tutto un corollario di servizi di valore pensati per ingaggiare e favorire il benessere dei dipendenti e dei collaboratori che, come tiene a sottolineare il Co-fondatore e General Manager dell’azienda, Andrea Zucchiatti “rappresentano la vera spina dorsale di questa azienda”.

Il nuovo corso di Pax Italia

Un headquarter che rappresenta di fatto la trasposizione nello spazio fisico di quello che è il nuovo corso di Pax. Un’azienda che sta cambiando pelle, per rispondere in modo efficace all’evoluzione del mercato e dei modelli di business dei clienti, che vedono nei terminali Pax non più un “pezzo di hardware” ma uno scrigno di software e servizi a valore per gestire in toto l’ultimo miglio della transazione. “Andremo a sviluppare un’offerta eterogenea e integrata – spiega il manager – che contempla manutenzione predittiva e assistenza da remoto e, di conseguenza, anche l’helpdesk cambierà, così come il ruolo degli sviluppatori software. E in azienda vogliamo supportarli al meglio in questa evoluzione predisponendo anche un ambiente di lavoro che sia più in linea con le nuove abitudini dei nostri collaboratori, con i loro stili di vita e le loro necessità”.

Spazi pensati per favorire l’Employee Engagement

L’idea è quella di ripensare gli spazi plasmandoli letteralmente sulle persone che li vivono, favorendo il più possibile i momenti conviviali, la collaborazione, il rafforzamento di quelle relazioni che sono la linea di demarcazione netta tra un’organizzazione che sa come attrarre e fidelizzare i migliori talenti e una che, invece, non ha ancora compreso quanto gli individui – collaboratori, manager, dipendenti – rappresentino a conti fatti la benzina che fa muovere il business. Un business che, come spiega Zucchiatti in questo video, è ormai sempre più “fluido”. “La nostra offerta contempla ancora una forte componente hardware – premette –, ma la nostra focalizzazione si sta spostando sul software mirato ad alleggerire i processi di delivery, maintenance e ridurre il costo di gestione di questi oggetti, che sono sempre più connessi. Oramai, il costo d’acquisto superiore di questi device non è più percepito in modo negativo, perché i benefici che si possono ottenere andando a interconnettere questi dispositivi e gestendoli da remoto si traducono in risparmi anche molto consistenti”.

Le casse fiscalizzate Zolon, il brand che strizza l’occhio al retail

Un cambio di prospettiva non banale, che ha spinto i vertici di Pax Italia a sviluppare un progetto ambizioso, che prevede il reskilling delle risorse interne, in particolare di quelle che si occupano dell’assistenza clienti e dello sviluppo software. “Stiamo investendo nella formazione – prosegue Zucchiatti –, concentrandoci in particolare sullo sviluppo delle Soft Skill dei nostri collaboratori, attraverso un fitto calendario di corsi gestiti da una società esterna”.
Un impegno consistente, che si inserisce in un percorso di sviluppo e diversificazione del business in cui “la direzione futura è tracciata dalla normativa – puntualizza –, che prevede il collegamento di ogni terminale POS a una cassa, così come il trasferimento telematico dei corrispettivi. Tutto diventa sempre più “soft”, inteso come digitale e gestito da componenti software e applicazioni”.
In un contesto che cambia in questo modo, Pax si prepara a introdurre sul mercato una nuova linea di casse full touch non fiscali dedicate al retail, commercializzate con il brand Zolon. “Per quanto riguarda gli smart POS, invece – conclude Zucchiatti – andremo a fare una proposizione commercialmente molto aggressiva, con prodotti più accessibili sotto il profilo economico ma già predisposti per ospitare applicazioni pensate per rendere sempre più fluido il processo di delivery e manutenzione di questi oggetti”.

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