Alessandro Longo
Il nodo pagamenti della pubblica amministrazione darà benefici a cittadini, banche e al sistema Paese, superando la legacy del bollettino cartaceo. Parola di Banca d’Italia. Abbiamo intervistato Domenico Gammaldi, direttore superiore del Servizio Supervisione sui mercati e sul sistema dei pagamenti presso Banca d’Italia, il cui ruolo è stato «collaborare con l’Agid (Agenzia per l’Italia digitale) per far sì che ci sia un rapida adesione da parte di banche e istituzioni pubbliche al nodo. Partecipiamo alle riunioni e chiariamo dubbi delle banche», spiega Gammaldi.
Insomma, lo state vedendo nascere, questo nodo che ha raccolto ad oggi 36 adesioni tra le Pa e che dovrebbe diventare realtà per tutti entro fine anno…
L’abbiamo seguito fin dall’inizio e la Banca d’Italia ha partecipato attivamente alla predisposizione delle “Linee guida per l’effettuazione dei pagamenti a favore degli enti pubblici”. Il legislatore ci ha dato un ruolo nella definizione delle linee guida: abbiamo espresso un parere sulle modalità di costruzione del codice utile per la riconciliazione del pagamento, ossia la spiegazione del motivo per cui il consumatore lo ha fatto. Le linee guida prevedono l’uso di uno standard che ogni pubblica amministrazione deve seguire per definire il codice per la riconciliazione ma prevedono ampia flessibilità sulle modalità di lettura del codice.
Lo standard è una stringa alfanumerica che individua la causale del pagamento. L’importante è che si segua un unico standard per facilitare la messa a punto delle procedure gestionali da parte degli enti. Grazie a questo elemento la piattaforma consente di generare una univoca ricevuta che assicura al consumatore l’effettuato pagamento liberandolo da possibili contestazioni. Ad oggi l’effetto liberatorio è assicurato solo dal bollettino postale.
Si supera insomma la legacy del bollettino cartaceo.
Esatto, e si permette al cittadino di pagare anche in modo immediato, online. In sintesi, la nuova procedura nell’ampliare le possibili modalità di pagamento consente l’informatizzazione dei processi gestionali da parte degli enti.
Dal vostro punto di osservazione come stanno procedendo i lavori?
Vediamo che c’è forte interesse da ambo le parti. Nell’ambito delle pubbliche amministrazioni va segnalato il ruolo che hanno assunto alcune Regioni per favorire il processo di adesione degli enti territoriali; le banche vedono il nodo dei pagamenti come una delle novità più rilevanti e attuali nell’ambito dei servizi di pagamento.
Ma perché tutto questo interesse, per le banche?
Nel sistema dei pagamenti è rilevante il ruolo della PA per i pagamenti connessi a imposte e servizi offerti; con l’avvio del nodo può fortemente ampliarsi il ricorso a pagamenti elettronici; poiché le banche hanno investito negli anni scorsi per le infrastrutture e le procedure di supporto a questi pagamenti, grazie anche alla SEPA, un ampliarsi dei pagamenti elettronici faciliterebbe un ritorno degli investimenti fatti e una riduzione dei costi legati alla gestione del contante.
Oltre ai tagli dei costi, quali altre opportunità ne vengono per le banche?
Occorre aver presente che l’evidenza empirica mostra una correlazione positiva tra pagamenti elettronici e crescita economica; i paesi con una maggiore percentuale di pagamenti cashless sono caratterizzati da una migliore performance della produttività totale dei fattori (progresso tecnico) e l’innovazione nei pagamenti facilita l’accesso a nuovi mercati. A fronte di ciò, sussiste però un problema di sottostima e mancata percezione del costo del contante che impedisce al consumatore di effettuare scelte consapevoli e riduce la velocità di migrazione agli strumenti elettronici.
Con l’avvio del nodo si ampliano le possibilità competitive degli strumenti elettronici con quelli più tradizionali nei rapporti con la PA, quale il bollettino. Vi è inoltre l’aspettativa per l’avvio di un circolo virtuoso. Se l’utente migliora l’esperienza dei pagamenti online nei rapporti con la pubblica amministrazione può trasferire questa esperienza anche a supporto dell’ e-commerce, un settore in forte espansione.
Vedete anche ostacoli su questo percorso?
Ci possono essere ostacoli “sociologici”, cioè la resistenza dei consumatori a fare pagamenti elettronici che vanno superati. Spesso la resistenza al cambiamento è legata al tema della sicurezza, settore su cui le autorità hanno da tempo richiamato l’attenzione dei prestatori di servizi di pagamento.
E il nodo dei pagamenti assicurerà anche un adeguato regime di concorrenza per tenere basse le commissioni?
Certamente. Adesso è la pubblica amministrazione a scegliere una modalità con cui farsi pagare. Con il nodo pagamento, il consumatore potrà utilizzare gli strumenti già attivi con la propria banca. Ci sono più soggetti quindi che offrono lo stesso servizio, in condizione di concorrenza.