redazione
Dopo l’uscita allo scoperto di Facebook, pare evidente che l’unico punto di domanda sull’adozione massiccia dei sistemi di mobile payment riguardi il quando. La piattaforma creata da Mark Zuckerberg ha infatti annunciato che nel giro di qualche mese verrà attivata su Messenger, il servizio di chat da 600 milioni di utenti, la possibilità di effettuare trasferimenti di denaro P2P (Person-to-Person o Peer-to-Peer) attraverso un meccanismo – gratuito – che si appoggia alla carta di debito Visa o Mastercard collegata all’account in uso. La sicurezza è garantita nei dispositivi non dotati di sistemi di rilevazione biometrica (come gli ultimi nati di casa Apple, per esempio) dall’inserimento di un PIN identificativo. Per chi utilizza gli smartphone più evoluti sarà invece possibile autenticarsi tramite impronta digitale.
Come funziona? Basterà selezionare l’icona con il simbolo del dollaro che apparirà nelle sessioni di chat con i contatti e inserire l’importo da trasferire. Un meccanismo simile a quello di Venmo, ma col vantaggio rispetto al servizio che fa capo a PayPal di non dover pagare nessuna fee nemmeno per le carte di credito o sulle carte di debito dei circuiti minori. PayPal, a proposito, sembra fare buon viso a cattivo gioco, accettando di buon grado la scelta di un partner, Facebook, che è meglio tenersi buono. “Abbiamo un’ottima relazione con Facebook sin dal 2008 e continuiamo a lavorare a stretto contatto per fornire sistemi di pagamento semplici su scala globale per i giochi e il business pubblicitario”, si legge in una nota rilasciata dalla società.
E in effetti alla luce dello stato attuale di cose, la mossa di Zuckerberg sembra del tutto innocua, intesa più che altro a rendere completa l’esperienza d’uso degli utenti del network in modo da evitare di cambiare schermata quando si tratta di money transfer. Se Facebook stesse invece seguendo le orme di Wechat, l’omologo cinese di Messenger, allora lo scenario cambierebbe drasticamente, visto che la piattaforma di Tencent permette già di effettuare pagamenti veri e propri, fare shopping on line e attivare servizi come la chiamata di taxi. Per il New York Times, invece, la nuova funzione potrebbe rappresentare il primo tassello di una strategia di più lungo corso per la creazione di un marketplace che vada oltre i contenuti in-app, che da soli fruttano già alla società di Palo Alto circa un miliardo di dollari l’anno.