redazione
I Bitcoin sbarcano alla Simon Fraser University. Non soltanto le strutture di Vancouver, Burnaby e Surray (in British Columbia, Canada) si doteranno di ATM abilitati allo scambio di crittovaluta, ma hanno già cominciato ad accettare, a partire dal 26 maggio, pagamenti in moneta digitale per l’acquisto di testi didattici nelle librerie dei tre campus, che saranno le location deputate a ospitare i terminali. Ciascun bookstore ha inoltre offerto ai primi 100 studenti aderenti all’iniziativa una gift card da cinque dollari per pagamenti in Bitcoin di importo superiore ai 20 dollari. È così che l’ateneo nordamericano intende passare dalla teoria alla pratica, cercando di stimolare una discussione aperta sul futuro del denaro e sull’innovazione dei servizi finanziari e aderendo attivamente al processo di trasformazione che vede la città di Vancouver ambire a diventare un hub internazionale per la digital finance.
“Da università focalizzata sull’innovazione non potevamo permetterci di non partecipare al progetto coinvolgendo direttamente i nostri studenti”, ha dichiarato Mark McLaughlin, direttore esecutivo dei Servizi ausiliari della Simon Fraser University. “L’unico modo per costruirsi un’opinione sulle valute virtuali è conoscerle, usarle, e per questo abbiamo dato loro l’opportunità di provare un’esperienza di prima mano. Ma la nostra ambizione è riuscire a creare un vero e proprio ecosistema”.
Il servizio di erogazione ATM è stato affidato a BitSent, operatore dell’Ontario specializzato nel trattare le crittovalute e già attivo sul territorio canadese con otto installazioni.
Il caso della Simon Fraser University fa senz’altro scalpore, ma non è il primo esperimento in questo senso. Grazie alla collaborazione con Coinme (che gestisce le macchine prodotte da Robocoin), la University of Washington di Seattle conta due ATM abilitati allo scambio di Bitcoin già da quasi un anno, mentre a fine 2014 Dan Elitzer e Jeremy Rubin, due ricercatori del MIT di Boston, hanno raccolto 500 mila dollari da distribuire in unità di crittovaluta (equivalenti a 100 dollari l’una) agli studenti disposti a partecipare al progetto di ricerca ideato dal MIT Bitcoin Club. Anche in questo caso l’obiettivo dichiarato era provare a costruire un ecosistema interno al campus, con in più la possibilità di monitorare l’effettiva movimentazione del denaro virtuale su base quotidiana.