Incentivi e più occasioni d’uso: la ricetta per far crescere il cashless

Pubblicato il 23 Set 2015

redazione

Giovanni Miragliotta, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano

I pagamenti elettronici sono in crescita in Italia, trainati soprattutto dalla componente Mobile. Ma siamo ancora in ritardo rispetto all’Europa, serve quindi lavorare bene sugli incentivi e sulle occasioni d’uso.

Sono questi, in estrema sintesi, i messaggi emersi dall’intervento di Giovanni Miragliotta, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano, all’evento ePayment for a Digital Life, organizzato a Roma il 17 settembre da Pagamentidigitali.it e CorCom.

L’infrastruttura di accettazione anche nel 2014 si è dimostrata in crescita e con valori anche superiori alla media europea: nel nostro Paese, secondo le stime dell’Osservatorio, alla fine dello scorso anno si registravano circa 1,8 milioni di POS (in crescita del 13%), oltre 59 milioni di carte di credito e debito attive (in crescita del 3%) e 22,6 milioni di carte prepagate (in crescita del 14%).

Le “note dolenti” arrivano quando Miragliotta espone i dati sull’utilizzo delle carte di pagamento: poche transazioni e con scontrini medi elevati, sintomo di un utilizzo molto poco “quotidiano” da parte degli italiani. A fine 2013 erano infatti solo 33,7 transazioni pro capite, con uno scontrino medio che superava i 70€, contro una media EU pari a 87 transazioni pro capite e uno scontrino medio di 49€.

Nel 2014 l’Italia ha però effettivamente accelerato (+10% del transato pro capite, rispetto a una precedente crescita annua nel triennio 2011-2013 pari a +3,1%). Non sono ancora disponibili i dati sulla crescita europea, tuttavia se anche la crescita rimanesse costante rispetto agli anni precedenti (+4,6% annuo), il nostro Paese impiegherebbe oltre 7 anni per raggiungere la media dei paesi europei.

New Digital Payment, la leva per accelerare la diffusione

Serve quindi una leva su cui spingere per poter accelerare la crescita dei pagamenti digitali. E questa leva sembra risiedere nei New Digital Payment, in particolare nella componente Mobile. «Secondo le stime dell’Osservatorio, a fine 2015 il transato tramite Pagamenti Digitali si aggirerà intorno ai 164 miliardi di euro, di cui oltre 21 miliardi di euro legati ai New Digital Payment (eCommerce, ePayment, Mobile Payment & Commerce, Mobile POS e Contactless Payment)», ha affermato Giovanni Miragliotta.
La componente legata al Mobile, come detto, è sicuramente quella più “vitale”: +74% rispetto al 2013, con un transato di circa 4 miliardi di euro.

Perché dunque puntare sui New Digital Payment? «Perché possono portare un beneficio per tutti gli attori coinvolti», ha spiegato Miragliotta, «il Consumatore ha la possibilità di effettuare acquisti in mobilità, di vivere un’esperienza di acquisto multicanale e di fruire di più servizi integrati nel proprio smartphone: coupon e tessere fedeltà, per fare due esempi. L’Esercente può cogliere così maggiori opportunità di vendita e, perché no, inventarsi nuovi prodotti o servizi che senza il Mobile non sarebbero immaginabili. Infine ne beneficia il Sistema Paese, perché ne trarrebbe un grosso aiuto nella lotta al sommerso».

Come bisogna agire quindi? Secondo l’Osservatorio in primis è necessario lavorare maggiormente sugli incentivi, sia lato esercenti sia lato consumatori. Gli obblighi hanno dimostrato di non essere sufficientemente motivanti.
Parallelamente, infine, è necessario aumentare le occasioni d’uso dello smartphone come strumento di pagamento, ma non solo: all’interno del portafoglio digitale devono starci altri servizi che abituino il consumatore a utilizzare lo smartphone per compiere azioni quotidiane, come pagare in negozio o in-app, dividere una spesa con gli amici, fruire di un coupon, acquistare un biglietto del bus o della metro e accedervi, aprire il tornello d’ingresso all’ufficio o la portiera dell’auto.
Più gli utenti si abitueranno a questi gesti e ne percepiranno il valore, più anche i pagamenti digitali, per forza di cose, ne risentiranno positivamente.

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