Tecnologie e nuovi servizi di pagamenti digitali: sono queste le principali aree di sviluppo per il prossimo futuro identificate dai circuiti domestici di carte, così come emerge da una recente indagine condotta da CC Associates, Consorzio BANCOMAT e SIA, con l’aiuto della European Card Payment Association (ECPA), su 25 circuiti in 5 continenti.
Pur operando in un regime fortemente concorrenziale, i circuiti domestici sono piuttosto positivi sul loro futuro, a condizione di intraprendere un percorso di cambiamento che li porti a offrire nuovi servizi, in aggiunta a quelli su cui hanno tradizionalmente fondato le proprie attività.
Se della necessità di cambiamento è convinto il 56 per cento dei partecipanti all’indagine, il 42 per cento ritiene che il vantaggio competitivo possa arrivare dalla tecnologia e dalla definizione di specifiche proprietarie, soprattutto dalla tokenizzazione.
I pagamenti digitali come nuova area di cambiamento
C’è un punto sul quale c’è un consenso evidente: c’è un senso di necessità e urgenza rispetto all’espansione della propria area di competenza, dunque oltre le sole carte. In particolare, in considerazione delle mutate richieste degli utenti, è importante cominciare il percorso di adozione di forme alternative di pagamento digitale, in particolare quelle via smartphone e dispositivi mobili, per non correre il rischio di essere marginalizzati.
Forte adesione agli standard
Dal punto di vista degli standard tecnici, è quasi plebiscitaria (92%) l’adesione allo standard EMV, nonostante la possibilità lasciata ai circuiti domestici di svilupparne di propri, così come è plebiscitaria (96 per cento) l’adesione a PCI come standard di sicurezza. Meno uniforme è invecel’utilizzo dell’application identifier (AID) all’interno del chip della carta di pagamento.
Il clima concorrenziale del mercato è percepito come rischioso dai circuiti domestici, i quali cominciano a considerare anche un limite la focalizzazione su un singolo mercato, come oggi accade. Per questo, il 92 per cento dei partecipanti all’indagine si dichiara oggi favorevole a una maggiore collaborazione internazionale dalla quale potrebbero derivare benefici economici misurabili, soprattutto se si esplorano tematiche come la condivisione di standard e conoscenze tecniche oppure lo sviluppo congiunto di nuove soluzioni tecnologiche o ancora la condivisione di best practice commerciali.