Un cambio di nome che segue le evoluzioni in corso sul mercato. È questa la logica che accompagna la decisione di AIIP, l’Associazione Italiana Istituti di Pagamento, a trasformarsi in APSP, vale a dire Associazione Prestatori di Servizi di Pagamento.
Con l’entrata in vigore della nuova normativa europea, lo scenario cambia: AIIP era nata quando le procedure di incasso e pagamento erano uscite dall’appannaggio esclusivo di banche e circuiti, ora scendono in campo gli over the top e i nuovi soggetti del mercato dei pagamenti e l’Associazione cambia nome in una logica di inclusività.
Google, Amazon, Apple, AliPay, Facebook sono nuovi soggetti nella filiera dei pagamenti, così come lo sono i Payment Initiation Service Provider, i fornitori di servizi che gestiscono la fase iniziale del pagamento, e gli Account Information Service Provider, vale a dire gli aggregatori delle informazioni provenienti da diversi conti.
Il cambio di denominazione, dunque, ha l’obiettivo di coinvolgerli tutti, dagli istituti di pagamento agli istituti di moneta elettronica, dai grandi gruppi bancari alle startup Fintech, dai circuiti agli Over The Top: non a caso fanno parte di APSP Banco Posta di Poste Italiane, Banca 5 del gruppo Intesa Sanpaolo, Banca Sella, CheBanca!, Istituto Centrale delle Banche Popolari, ICCREA Banca, SIA , TAS Group, Ingenico, Verifone, Reply, Hitachi e NTT Data, LisIP e Cartalis del Gruppo Lottomatica, Mercury Payment Services – già Setefi, Sofort, Factorcoop, Euronet, InfoCamere, Sisal Group, e BNL Positivity, Diners Club Italia e CartaSi, PayPal e Samsung, Telepass del gruppo Atlantia.