In che modo le nuove tecnologiche e normative (prima tra tutte la nuova direttiva PSD2) stanno cambiando il sistema bancario italiano? Se n’è parlato in occasione del primo stream di ricerca del Payments & Blockchain Hub: “PSD2 and API management”, promosso da CeTIF in collaborazione con Oracle, che ha visto la partecipazione di 12 banche operanti nel mercato nazionale (Banca 5, Banca Popolare di Sondrio, Banco BPM, Crédit Agricole, Che Banca!, Compass Banca, Credem, Iccrea, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, UBI Banca, UniCredit).
Un processo di implementazione lungo
L’impressione generale è che le banche italiane stiano attraversando senz’altro un periodo di ammodernamento, stimolato per l’appunto dalle svolte tecnologiche e normative, nonchè dal cambiamento delle abitudini dei consumatori. Uno dei principali ambiti di intervento è quello relativo all’introduzione e sviluppo di API, le interfacce di programmazione che permettono il dialogo tra più provider e garantiscono l’accesso ai dati bancari, con profondi impatti su numerosi servizi e prodotti finanziari, con particolare attenzione al comparto dei pagamenti. Dal convegno è emerso però come il processo di implementazione di API richieda tempo, investimenti e scelte strategiche che la maggior parte delle banche sono ancora in procinto di attivare.
Servizi più efficienti grazie alle API
In effetti, secondo i risultati della survey condotta da CeTIF è emerso che, ad oggi, per il 67% delle banche rispondenti, le iniziative PSD2 già disposte e/o in fase di elaborazione siano principalmente compliance-driven – ossia concepite puramente come un vincolo prescritto dalla legge. Ciò nonostante, il 58% ritiene sia fondamentale sviluppare API per realizzare servizi di front-end più efficaci e moderni, indipendentemente che siano progettate all’interno o da sviluppatori terzi. Un’altra delle principali evidenze della ricerca Cetif–Oracle riguarda la composizione dell’API management, che come per qualsiasi prodotto di business richiederà – oltre che a un corretto pricing – anche l’identificazione di un framework di governance retrostante che circoscriva organizzativamente gli attori coinvolti in ciascuna fase. Sebbene il 64% del campione dichiari che la propria banca si collocherà inizialmente sul mercato in qualità di AISP (Account Information Services Providers), il 36% opterà comunque per una revisione strategica del proprio posizionamento, al fine di carpire al meglio le opportunità generate dalla PSD2.