Corda punta a diventare la piattaforma standard per il Blockchain in ambito finanziario

Pubblicato il 09 Nov 2016

redazione

Illustrazione fornita da Shutterstock www.shutterstock.com

Si chiama Corda, e potrebbe diventare la piattaforma standard del settore finanziario per quanto riguarda la tecnologia Blockchain. Il consorzio composto da oltre settanta tra le principali banche del globo ha infatti deciso di rendere pubblicamente disponibile il codice su cui sta lavorando il team guidato dalla fintech R3, dando vita a uno dei più grandi progetto condivisi nella storia del Finance. Gli istituti puntano su Blockchain non solo per dare vita a un sistema transattivo più rapido, economico e trasparente, ma anche per accedere a un’infrastruttura che permetterà loro di costruire prodotti e applicazioni in grado di generare nuove revenue, specialmente attraverso la cessione dei diritti per lo sfruttamento di brevetti basati sul protocollo.

«Vogliamo offrire a tutte le altre banche la possibilità di fare innovazione con prodotti innestati sulla piattaforma, cercando però di evitare che ciascuno sviluppi ambienti a sé. Altrimenti si finisce con l’avere un mucchio di isole incapaci di dialogare l’una con l’altra», ha confermato James Carlyle, Chief Engineer di R3, parlando con l’agenzia Reuters. «Se invece manterremo un’unica piattaforma capace di ospitare i progetti provenienti dalle varie parti in gioco, daremo vita a qualcosa che ricalca la logica di Internet, uno spazio all’interno del quale potremo sviluppare liberamente nuove soluzioni proprietarie continuando a comunicare e condividere esperienze».

Il codice di Corda sarà condiviso il 30 novembre con l’Hyperledger project, un’iniziativa non-profit e cross-industry avviata dalla Linux Foundation con l’obiettivo dichiarato di accelerare lo sviluppo della tecnologia Blockchain sotto il profilo della standardizzazione.

Bisogna comunque ricordare che nonostante la flessibilità della piattaforma, Corda – che si basa sullo stesso protocollo utilizzato da Bitcoin, pur caratterizzandosi per un sistema di accesso ristretto ai dati delle transazioni e per la capacità di gestire operazioni più complesse – è stata sviluppata appositamente per il settore finanziario con funzionalità specifiche dedicate alla processazione di pagamenti e derivati.

«Investire alla cieca milioni di dollari in progetti di piccole dimensioni e scollegati tra loro non è ciò di cui le banche hanno bisogno in un periodo in cui i budget continuano a ridursi», ha commentato David Rutter, CEO di R3. «Agire da soli, d’altra parte, è in questo caso un rischio assolutamente non bilanciato dai possibili guadagni nell’eventualità di un successo, specialmente se si considera il valore che questa tecnologia riesce a generare se inserita in un’ottica di network. Il modello del consorzio rappresenta il metodo ideale per trasportare rapidamente le soluzioni dallo stadio progettuale ai mercati finanziari».

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