Il via libera della SEC agli ETF Bitcoin, pubblicato ufficialmente il 10 gennaio 2024, segna un momento storico per il settore delle criptovalute. Nel corso degli anni, l’ente federale statunitense preposto alla vigilanza delle borse valori aveva respinto molteplici domande per gli ETF Bitcoin, sostenendo che i prodotti erano vulnerabili alla manipolazione del mercato.
Esploriamo il potenziale sviluppo che l’annuncio dell’autorità statunitense potrebbe comportare nella creazione di nuove Asset Class, analizzando la natura e il funzionamento degli ETF Bitcoin, l’impatto sul mercato delle criptovalute e chi può gestirne l’emissione.
Inoltre, esaminiamo la situazione in Europa, dove la Direttiva OICVM[1] (o UCITS, in inglese) sugli organismi di investimento collettivo in valori mobiliari, non prevede la diretta implementazione di ETF Bitcoin, dando spazio agli ETP come alternative di investimento in criptovalute.
Cosa sono gli ETF Bitcoin
Gli ETF (acronimo di Exchange Traded Funds) Bitcoin sono strumenti finanziari che tracciano i movimenti di prezzo del Bitcoin, funzionando in modo simile agli ETF tradizionali. Consentono agli investitori di guadagnare esposizione al prezzo del Bitcoin senza possedere direttamente la valuta digitale. Invece di acquistare e custodire Bitcoin, gli investitori possono acquistare azioni dell’ETF, che a sua volta detiene Bitcoin per conto degli investitori.
Come funzionano gli ETF Bitcoin
Gli ETF Bitcoin emettono azioni che rappresentano la proprietà nel fondo, con il valore dell’ETF legato al prezzo del Bitcoin. Se il prezzo del Bitcoin aumentasse, anche il valore delle azioni dell’ETF dovrebbe aumentare proporzionalmente. Gli investitori possono vendere le loro azioni dell’ETF tramite i propri conti di intermediazione, come per la vendita di azioni ordinarie.
Questi ETF sono classificati come “spot“, il che significa che detengono direttamente Bitcoin, a differenza degli ETF futures che detengono contratti derivati legati al Bitcoin.
Come operano gli emittenti di ETF Bitcoin
Gli emittenti di ETF Bitcoin operano nel mercato finanziario con una serie di meccanismi ben definiti. Vediamo nel dettaglio come si svolge la loro attività:
- Commissioni di gestione: gli emittenti degli ETF Bitcoin prelevano una commissione di gestione, che è una percentuale dell’investimento totale degli investitori.
- Intermediazione e custodia: collaborano con aziende intermediarie che svolgono ruoli cruciali. Queste aziende sono responsabili della custodia dei bitcoin, conservandoli per conto degli emittenti (tipicamente sono entità che operano come “custodial wallet provider“).
- Creazione e riscatto di quote: gli emittenti lavorano con partecipanti autorizzati (APs) che hanno il compito di creare nuove quote di ETF e di riscattarne quelle già esistenti. Questo processo aiuta a mantenere l’equilibrio tra l’offerta e la domanda delle quote di ETF.
- Stabilizzazione del prezzo e fluidità degli scambi: si affidano ai market maker, terze parti che aiutano a determinare il prezzo corretto degli ETF e assicurano che le transazioni avvengano in modo regolare nel mercato pubblico. Questo contribuisce a una maggiore stabilità e liquidità del prodotto ETF.
In sintesi, gli emittenti di ETF Bitcoin gestiscono le commissioni, collaborano con provider di servizi di custody e partecipanti autorizzati per la gestione delle quote, si affidano ai market maker per la stabilità del prezzo e la fluidità delle transazioni sul mercato.
Impatto sul mercato delle criptovalute
Al termine della seduta di Wall Street del 10 gennaio 2024, l’autorizzazione data dalla SEC a 11 società di investimento ha portato un certo ottimismo nel settore delle criptovalute, con aspettative di una maggiore adozione e maturità del mercato. L’approvazione di tali strumenti su borse come NYSE Arca, Nasdaq e Cboe BZX Exchange aggiunge legittimità al mercato delle criptovalute.
ETF Bitcoin in Europa
In Europa, la possibilità di investire in ETF su Bitcoin è limitata dal quadro normativo UCITS (Undertakings for Collective Investment in Transferable Securities). I fondi UCITS sono regolamentati da una direttiva europea, la 2009/65/CE, che stabilisce criteri rigorosi per gli investimenti collettivi in valori mobiliari.
I prodotti di investimento collettivo
Tali fondi sono prodotti di investimento collettivo che consentono agli investitori di diversificare il proprio portafoglio, caratterizzati da requisiti di armonizzazione, apertura, trasparenza e libera circolazione all’interno del mercato europeo.
I fondi UCITS devono aderire a norme uniformi in tutti i Paesi dell’UE. Possono investire solo in strumenti e asset finanziari specificamente previsti dalla legislazione europea e sono soggetti a limitazioni sugli investimenti per proteggere gli investitori. Questi limiti includono regole sulla diversificazione del portafoglio e sui livelli di rischio accettabili.
Data la natura degli asset in cui possono investire, i fondi UCITS non includono attualmente gli ETF su Bitcoin o altre criptovalute. Ciò è dovuto alla volatilità e alla natura non tradizionale delle criptovalute, che non si allineano con le categorie di asset e i criteri di rischio previsti per i fondi UCITS.
Cosa sono gli ETP
Se nel vecchio continente, quindi, non è possibile acquistare ETF su Bitcoin, esistono però diversi ETP (Exchange Traded Products) sulle criptovalute che, dal punto di vista tecnico, per la regolamentazione UCITS sono degli ETC o ETN (Exchange traded commodity o Exchange traded note).
Si tratta di strumenti di debito di durata lunghissima o illimitata e che non pagano interessi, progettati per replicare la performance di un’attività sottostante, come le valute digitali. Anche gli strumenti autorizzati dalla SEC, infatti, in Europa non potrebbero etichettarsi come ETF, proprio perché tecnicamente non sono fondi.
In sintesi, mentre l’ambiente normativo UCITS in Europa fornisce un quadro sicuro e regolamentato per gli investimenti collettivi, limita la disponibilità di prodotti di investimento direttamente correlati a Bitcoin e ad altre criptovalute.
Conclusioni
L’approvazione degli ETF Bitcoin da parte della SEC americana rappresenta una svolta epocale nel mondo degli investimenti in criptovalute. Questo evento non solo segnala una maturazione del mercato delle criptovalute, ma apre anche nuove prospettive per gli investitori tradizionali e istituzionali. Gli ETF Bitcoin, con la loro capacità di tracciare i movimenti di prezzo del Bitcoin e offrire un accesso semplificato alla criptovaluta più nota, potrebbero catalizzare un’ulteriore adozione e integrazione delle criptovalute nei portafogli di investimento convenzionali.
Nel mercato statunitense, l’approvazione degli ETF Bitcoin è stata accolta con ottimismo, sottolineando un cambiamento nell’atteggiamento delle autorità regolatorie verso un asset ritenuto in passato troppo volatile e rischioso. Questa apertura riflette una comprensione più profonda e una maggiore accettazione delle criptovalute e potrebbe segnare l’inizio di una nuova era di prodotti finanziari basati sulla tecnologia blockchain.
Il contesto normativo in Europa, caratterizzato dalla Direttiva OICVM, offre una prospettiva diversa. Sebbene gli ETF Bitcoin non siano ancora una realtà, gli ETP emergono come un’alternativa possibile. Questi prodotti offrono agli investitori europei l’opportunità di guadagnare esposizione alle criptovalute pur rispettando il quadro normativo esistente. Tuttavia, è fondamentale che gli investitori siano consapevoli delle differenze strutturali e di rischio tra gli ETF e gli ETP, per prendere decisioni di investimento informate. In conclusione, l’evoluzione degli ETF Bitcoin negli Stati Uniti e degli ETP in Europa rappresenta un capitolo significativo nella storia delle criptovalute.
Mentre il settore continua a svilupparsi e a maturare, è probabile che si assista a ulteriori innovazioni e adattamenti normativi. Per gli investitori, sia nei mercati emergenti delle criptovalute che in quelli più tradizionali, questi sviluppi offrono nuove opportunità e sfide, richiedendo un’attenta valutazione e una comprensione approfondita del dinamico panorama delle criptovalute.
Questo articolo è destinato esclusivamente a scopi educativi e informativi. Non mira a essere, né deve essere interpretato come un invito o un incoraggiamento all’acquisto o alla vendita di qualsiasi titolo o strumento finanziario. Inoltre, non deve essere considerato come una comunicazione volta a persuadere o spingere il lettore all’acquisto o alla vendita dei titoli menzionati. Le opinioni espresse sono quelle dell’autore e non devono essere viste come raccomandazioni personalizzate. Le informazioni fornite nell’articolo non devono essere considerate come l’unica base per decisioni di investimento.
NOTE
[1] Direttiva 2009/65/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 luglio 2009 , concernente il coordinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative in materia di taluni organismi d’investimento collettivo in valori mobiliari (OICVM).
FONTI
- SEC Release No.34-99306 – https://www.sec.gov/files/rules/sro/nysearca/2024/34-99306.pdf
- European Commission – Investment funds, EU laws and initiatives relating to collective investment funds – https://finance.ec.europa.eu/capital-markets-union-and-financial-markets/financial-markets/investment-funds_en
- CONSOB – OICVM/UCITS – https://www.consob.it/web/area-pubblica/oicvm-ucits