Il rapporto con l’innovazione digitale per il settore delle banche e della finanza è un ottimo esempio di come la trasformazione digitale per essere vera e profonda ha bisogno prima di tutto di un passaggio culturale, sia in termini di competenze distribuite e diffuse in tutti gli ambiti delle organizzazioni (non solo nelle strutture dedicate) e di una spinta, che nel caso specifico è ben rappresentata dal fenomeno Fintech. Oggi, per questo mondo, si può ben parlare di digital transformation e dalla ricerca dell’Osservatorio Fintech & Digital Finance della School of Management del Politecnico di Milano, presentata al Convegno “Fintech & Digital Finance: quale modello per l’Italia”, ci arriva la conferma di quanto questi attori siano oggi attentissimi a fenomeni come Mobile, Big Data, Intelligenza Artificiale, Blockchain e del ruolo sempre più dinamico e a tutto campo delle Fintech. (leggi qui il racconto dell’evento sui social media)
Le “spinte” alla digital transformation
Il tema della “spinta” alla digital transformation è una delle keywords dell’evento. Tanto che l’analisi dell’Osservatorio ha voluto dividere l’attenzione da una parte sulle spinte interne e dall’altra sulle spinte esterne che stanno modificando il sistema di istituti finanziari e banche.
Le spinte digitali al cambiamento che provengono dall’esterno sono state così suddivise:
- le ambizioni crescenti delle aziende tecnologiche sulle attività finanziarie
- la dinamicità del mondo Fintech e delle startup
- la nascita e il ruolo di ecosistemi innovativi e aggiuntivi ( a volte solo complementari) al trust bancario in particolare come quelli basati sulla Blockchain
Le spinte che invece arrivano dall’interno:
- la “cultura dei dati”, ovvero la presa di coscienza dell’importanza della gestione dei dati
- un rapporto nuovo e uno sviluppo di forme organizzative più agili e più adatte alla finanza dal DNA digitale. In questo ambito un ruolo determinante è svolto dal rapporto con le soluzioni dell’intelligenza Artificiale
Fermo restando che, per tanto per la natura delle imprese bancarie e finanziarie italiane, quanto per le radicate abitudini e per la cultura stessa dei clienti e delle imprese italiane, il rapporto fisico continua a mantenere un ruolo molto importante, certamente la diffusione della cultura del dato sta portando, anche nella gestione del rapporto fisico, una serie di valori che sono la testimonianza della trasformazione digitale in atto. I temi della velocità di risposta, in qualunque luogo e momento e non necessariamente e solo attraverso una persona fisica, i temi della consulenza sempre più articolata e approfondita e dell’accessibilità di prodotti e servizi in qualunque luogo e momento.
Banche tra gestione delle filiali e sviluppo del digitale
La maggior parte delle filiali (sono state analizzate 50 banche e 15 gruppi bancari) è ancora di tipo tradizionale. Solo una minoranza ha installato dei chioschi self-service che permettono al cliente di svolgere in autonomia alcune operazioni (per esempio il versamento degli assegni o il pagamento di F24 e MAV/RAV).
La ricerca ha evidenziato come stia proseguendo la crescita relativa all’utilizzo di alcuni canali di comunicazione digitale tra utente-banca, come pc, tablet e smartphone. Quasi tutti gli istituti di credito hanno ATM totalmente multifunzione ma, in media, solo il 20% è “evoluto” e accetta versamenti.
Rapporto tra banche e PMI
Importantissimo il rapporto tra banche e PMI. Le Piccole e medie imprese italiane utilizzano sempre di più i canali digitali per interagire con le proprie banche di riferimento (anche qui prevale comunque e ancora l’approccio tradizionale). L’offerta per le PMI è cresciuta, è certamente più e variegata, ma quasi sempre offline. Solo una proposta di finanziamento a lungo termine destinata alle PMI è accessibile tramite Internet Banking (e il richiedente deve comunque passare dalla filiale per la firma finale). La mappatura dell’osservatorio evidenzia che all’estero, invece, ci sono delle soluzioni di finanziamento a lungo termine accessibili interamente online e sono più diffusi i prestiti veloci (in Italia esiste un solo caso).
Nielsen sul rapporto con le Fintech
I servizi Fintech. Dall’indagine condotta dall’Osservatorio in collaborazione con Nielsen, emerge che il 16% degli italiani ha utilizzato almeno un servizio Fintech nel 2017; quota che raddoppia se si considerano soltanto i Millennials. Più della metà sono uomini (59%) fra 25 e 34 anni (31%) o fra 35 e 44 anni (39%), laureati (43%) e residenti nel Nord Ovest (34%) o nelle regioni del Centro e in Sardegna (26%).
Il Mobile Payment è in questo momento il servizio più utilizzato tra gli utenti Internet italiani; seguono mobile wallet, strong authentication, trasferimenti di denaro P2P, trading di criptovalute, chatbot e crowdfunding; ultimo, il Robo Advisoring (conosciuto perlopiù dai Millennials). Tra i servizi più rilevanti, i pagamenti in mobilità e il crowdfunding.
Il nuovo rapporto tra clienti e banche
Gli utenti preferiscono le banche per quanto riguarda la gestione dei risparmi (67%), i finanziamenti (57%) e i pagamenti in mobilità (47%, secondi a pari merito con supermercati e Poste e dietro ai siti di eCommerce, indicati dal 50% del campione). Limitatamente alle indicazioni dei Millennials, però, le banche perdono terreno nel Mobile Payment, dove si fermano al 42% contro il 57% dei siti di eCommerce e il 52% dei supermercati, e nei finanziamenti (51%), e vedono aumentare il numero di utenti che si rivolgono a società di consulenza (26% contro il 21% del campione totale) e produttori di smartphone (15% contro il 9% del totale degli intervistati) per la gestione dei propri risparmi.
Telco, OTT e Retail tra i nuovi attori del digital banking
Tra gli attori che si affacciano (o già sono attivi) nel mondo dei servizi bancari, ci sono assicurazioni, società di consulenza finanziaria, catene di supermercati, produttori di telefoni, siti di ecommerce, operatori di telefonia e grandi aziende Internet.
Il dato che si aspettano gli utenti dalle banche del futuro è la gratuità dei servizi di base, I clienti, poi, pretendono velocità, disponibilità 24/7, trasparenza e la possibilità, per le operazioni più complesse, di incontrare il personale della filiale.
Intelligenza artificiale, Big Data e ruolo Fintech
L’Osservatorio ha censito 50 chatbot di istituti finanziari e oltre 110 forme di Robo Advisoring a livello internazionale: i casi di applicazione, attualmente, sono pochi, ma alcuni degli intervistati prevedono il lancio del servizio nel 2018.
Le startup Fintech offrono servizi bancari e soluzioni per investimenti; si rivolgono, in parte, al settore assicurativo, oppure offrono servizi di supporto specifici per l’ambito Finance. È difficile che riescano a guadagnare grandi quote di mercato. Queste aziende aprono nuove direzioni e frontiere, promuovendo modi di operare innovativi e nuove competenze che possono stimolare e supportare il cambiamento. Le startup Fintech che ottengono più finanziamenti sono quelle che operano in ambiti ancora non considerati dalle normative, seguite da quelle che basano la propria attività su un uso massiccio e attento dei Big Data e da quelle che sviluppano il proprio modello di business sfruttando appositi canali digitali.
L’effetto Blockchain e DLT
La Blockchain – Nel 2017 le banche hanno affrontato il tema Blockchain & Distributed Ledger in modo più approfondito. Le banche si sono concentrate su soluzioni di Blockchain e Distributed Ledger per:
- la gestione dei pagamenti interbancari
- soluzioni di capital market
- la certificazione e gestione documentale
- soluzioni di supply chain Finance
- soluzioni di tracciabilità dei movimenti finanziari
- processi di identificazione dei clienti
- sistemi di votazione all’interno dei Consigli di Amministrazione
In particolare poi sulla Blockchain si sta creando un vero e proprio ecosistema di relazioni che da una parte indirizza e sostiene progetti di Open Innovation orientati a sviluppare progetti innovativi a “supporto del core business”, dall’altra cresce il numero di progetti e di Proof of Concept che lavorano a soluzioni “complementari o “alternative” per lo sviluppo di nuovi servizi di pagamento.
Il convegno è stato anche il momento per i riconoscimenti ai progetti di innovazione con l’assegnazione a InvestFT del Premio Fintech.