Maria Teresa Della Mura
Il primo test è partito in SudAfrica, ma l’obiettivo è di avviare un roll out graduale in tutto il mondo, dunque anche in Europa, nei prossimi mesi, così da arrivare all’operatività entro la fine dell’anno. Mastercard ha alzato ancora l’asticella nella promozione della sicurezza delle sue carte di credito, integrando un sensore per il riconoscimento biometrico.
L’impronta digitale diventa così il nuovo strumento di autenticazione, superando PIN e password, facili da dimenticare o da rubare. Uno strumento che supera anche la necessità della firma su una ricevuta cartacea: fa fede l’impronta.
Il test, come dicevamo, è attualmente in corso in SudAfrica, ma per l’adozione è necessario che i diversi Istituti di Credito accettino di aderire.
Come funziona la card biometrica di Mastercard
Se decide di aderire a questo sistema di autenticazione, l’Istituto di Credito contatta i propri clienti possessori di Mastercard e li invita a recarsi in filiale per l’acquisizione e la registrazione dell’impronta digitale, che, cifrata, viene poi caricata nel chip EMV della carta. È possibile registrare due impronte su ciascuna carta, ma entrambe devono appartenere alla stessa persona: questo significa che non è possibile autorizzare una seconda persona ad utilizzare la propria impronta sulla stessa carta di credito.
A questo punto la carta è abilitata per essere utilizzata sui terminali di tutto il mondo, dal momento che non è richiesto ai merchant di dotarsi di nuovi dispositivi per accettare l’autenticazione via impronta digitale.
Al momento di effettuare un acquisto, nel momento in cui si inserisce la card nel terminale, questi comunica con la banca trasferendo le informazioni relative all’identità e all’importo da pagare, quindi richiede l’autenticazione con l’impronta digitale. Il sensore la legge e verifica con il chip della carta che l’utente sia effettivamente il titolare e autorizza o nega il pagamento in base alla risposta.
Il tutto, riferisce chi l’ha già testata, in tempi molto rapidi.