Credem acquisisce il 20% di Sata: avanti tutta sulla dematerializzazione

L’accordo prevede un’opzione di acquisto di un ulteriore 20% entro il 2020 e la cooptazione del dg Paolo Zavatti nel cda della Pmi innovativa. Focus sulla soluzione Doc Data Extractor

Pubblicato il 25 Lug 2017

documenti dematerializzazione

“Utilizziamo la tecnologia di Sata già da diversi anni quindi nulla di più naturale che rafforzare la collaborazione con una partecipazione diretta. Allo stesso tempo è iniziata un’approfondita analisi delle ulteriori sinergie che potremo mettere in campo”. Secondo Paolo Zavatti, direttore generale di Credem, l’acquisizione del 20% di Sata da parte del gruppo bancario privato italiano è stato un passaggio che si potrebbe quasi arrivare a definire scontato.

L’operazione è stata perfezionata nelle scorse settimane e prevede anche un’opzione per l’acquisto  entro il 2020 di un ulteriore 20% della Pmi innovativa specializzata nello sviluppo di software per la gestione elettronica dei documenti. “La tecnologia continua ad essere un driver importante per poter competere efficacemente in un contesto di mercato sempre più complesso”, sottolinea Zavatti che nell’ambito dell’accordo di partecipazione è stato cooptato nel Consiglio di amministrazione Sata.

La Pmi, che oggi conta oltre 150 clienti diretti e 38 mila indiretti, si inserisce nella strategia di Credem orientata al miglioramento dell’offerta tecnologica. La valenza strategica dell’accordo, si legge in una nota, è legata in particolare al principale software di Sata, il Dde (Doc Data Extractor), la cui funzionalità permette di riconoscere i contenuti dei documenti di business come fatture attive e passive, ordini e altro traducendoli in qualsiasi formato strutturato, con un elevato tasso di successo.

Credem, che già oggi offre grazie a Sata offre servizi innovativi di digitalizzazione di documenti della supply chain e di gestione di documenti obbligatori da trasmettere all’Agenzia delle Entrate, punta sulla piattaforma Ddde con l’obiettivo di contribuire al ridisegno dei processi interni alle aziende, in particolare a quelli riconducibili alla generazione e alla trasmissione di documenti amministrativi in formato strutturato. Del resto anche grazie alla spinta derivante dall’attuale tendenza normativa nazionale ed europea, nel giro di alcuni anni i canali di scambio tradizionali di tali documenti come ad esempio l’invio tramite posta o e-mail, saranno progressivamente sostituiti. Muoversi in anticipo è spesso la mossa migliore.

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