“Il 2018 ha visto nuovi player di mercato e le cosiddette ‘challenger banks‘ come N26 raggiungere un buon numero di clienti e uscire dalla loro nicchia, rendendo la loro offerta mainstream. Dal loro canto, le banche tradizionali hanno lavorato per rinnovare l’offerta digitale e valorizzare i punti di forza” – commenta Vincenzo Fiore, CEO di Auriga – “Il 2019 sarà un altro anno importante per questo settore, con diverse sfide e opportunità. Ci sono alcuni trend già evidenti all’estero che si rafforzeranno anche in Italia. Riteniamo per le banche sia importante prepararsi fin da ora a questi cambiamenti, anche con uno sguardo all’estero”.
Auriga vuole offrire una prospettiva sui trend che caratterizzeranno l’industria bancaria nel 2019 e sulle sfide principali per quello che si rivelerà essere un altro anno altamente competitivo e di rapida evoluzione per il settore.
Filiali: cambia il network
Nel 2019 le banche continueranno ad effettuare cambiamenti, trasferendosi lontano dalle aree a basso rendimento in punti di maggiore afflusso e con una maggiore domanda di servizi bancari, come i centri commerciali. È un trend già presente all’estero, ad esempio nel Regno Unito
Le filiali diventano smart e si focalizzano sull’esperienza utente
Nel 2019, le banche concentreranno gli investimenti sulle loro filiali, che diventeranno più smart e si trasformeranno in hub completamente digitali. Video banking e uso intelligente dei tablet in filiale per migliorare il servizio e le vendite. Il 2019 potrebbe essere l’anno in cui le banche concretizzano esperienze omnicanale.
Cambia lo scenario competitivo: dalla competizione alla collaborazione
Di fronte alle aspettative dei clienti in aumento e le richieste in continua evoluzione, le istituzioni finanziarie accantoneranno la competizione, comprendendo invece i vantaggi di lavorare insieme. Attraverso la collaborazione, i clienti possono ottenere il meglio da entrambi i mondi, il FinTech può espandere la propria offerta, mentre le banche tradizionali possono mantenere la loro quota di mercato e adottare nuovi servizi nei loro portafogli esistenti. Un esempio è Fidor Bank, che si autodefinisce “banca-fintech” e punta a proporre alla clientela un approccio basato sulla collaboration.
La sfida della PSD2 porta all’Open banking
La direttiva sui servizi di pagamento PSD2, entrata in vigore nel gennaio 2018, rappresenta un’opportunità per le banche. Potrebbero cercare di monetizzare e condividere i dati dei propri clienti con terze parti come le FinTech, per creare offerte innovative. L’intera gamma di potenziali minacce e opportunità dell’open banking deve ancora essere realizzata. Ciò è particolarmente vero se si pensa ai nativi digitali che cercano di bilanciare la loro domanda di servizi integrati facili da usare (come integratori di account e app di budgeting) con le preoccupazioni sulla privacy dei dati. Le istituzioni finanziarie dovranno pensare in modo creativo e sfruttare le nuove tecnologie per offrire le soluzioni giuste al momento giusto ai loro clienti.
L’AI cresce ma serve tempo per diventare mainstream
Sempre di più, le banche stanno testando l’intelligenza artificiale per attività facilmente ripetibili, ad esempio utilizzando i chatbot per amministrare il dialogo tra la banca e i suoi clienti, e questo sta portando grandi miglioramenti sull’efficienza del sistema e sulla riduzione dei costi. Secondo il World Retail Banking Report 2018, l’adozione dell’AI dovrebbe portare a un risparmio di 1 trilione di dollari, tuttavia ci vorrà tempo fino al 2030 per ridurre le spese operative del 22%.
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