Il mondo dei servizi finanziari è immerso in una profonda trasformazione tecnologica: l’avvento del digitale sta infatti cambiando le tradizionali abitudini dei consumatori, così come favorendo l’irrompere di nuovi attori e la riorganizzazione del business di quelli tradizionali. Lo evidenziano i numeri di IDC, secondo cui la spesa IT globale del settore finanziario crescerà dai 440 miliardi di dollari previsti nel 2018 a quasi 500 miliardi nel 2021, con un tasso di crescita medio annuale del +5,1% per le banche e del +4,3% per le assicurazioni. In che modo sarà investito questo immenso volume di risorse?
Innanzitutto le banche cercheranno di accrescere l’indice d’innovazione nel front-end. La capacità di offrire servizi in tempo reale su piattaforme e device mobili (o IoT), in grado di valorizzare i principi della “contestualizzazione” (location, profilazione avanzata, loyalty ecc.) diventerà un imperativo per gli operatori. Ma anche sul fronte corporate non mancheranno o cambiamenti: nel 2018 le istituzioni bancarie investiranno a livello mondiale oltre 2 miliardi di dollari in soluzioni Big Data & Analytics (oltre il 20% in più dello scorso anno) per avviare una trasformazione dei processi transazionali verso modelli di business ispirati ai concetti di “Insight-as-a-Service”.
Più in generale, l’avvio di nuovi disegni e percorsi strategici genereranno un’ulteriore domanda di architetture e infrastrutture, capaci di accelerare lo sviluppo delle iniziative. Dunque banche e operatori del mondo finanziario dovranno mettere in atto un ripensamento e un ridisegno dei modelli IT, partendo proprio dall’area infrastrutturale, che riesca a rispondere alle nuove esigenze di trasmissione, raccolta ed elaborazione di un’enorme quantità di dati e informazioni. In definitiva, questo significa l’abbandono del tradizionale modello basato sul prodotto, rendendo il segmento finanziario un ecosistema aperto e partecipato, centrato sul cliente e abilitato dal digitale e dai dati.