La PSD2 rafforza le partnership fra istituti finanziari

Le start-up nel Fintech offrono ai grandi gruppi bancari la possibilità di adattarsi alle sfide tecnologiche del loro settore per essere pronte ad affrontare il futuro e adattarsi velocemente ai cambi richiesti dal mercato

Pubblicato il 05 Mag 2021

Mariano Spagnoli

Trade Officer Swiss Business Hub

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PSD2: le norme sono abbastanza chiare, ma le implicazioni connesse possono avere una portata più ampia sia per i cosiddetti PSP (Payment Service Providers) che per i loro clienti, specialmente quando si tratta di maggiore sicurezza e collaborazione tra interlocutori finanziari. Scopo della PSD2 è rafforzare i diritti dei clienti in merito alle informazioni gestite e condivise dai servizi bancari, così come assicurarne la trasparenza. Fine ultimo di questa misura è quindi quello di regolarizzare tutti i servizi di pagamento tramite regole comuni all’interno di EU e Spazio Economico. Ma la PSD2 può avere anche un effetto sulle partnership fra istituti finanziari.

È abbastanza comprensibile che i grandi istituti finanziari tradizionali possano avere delle reticenze quando si tratta della condivisione di informazioni relative ai propri clienti. La maggior parte di queste realtà ha la propria storia in un’epoca in cui il ruolo della tecnologia era ancora marginale se non del tutto inesistente. La norma relativa alla condivisione dei dati è pertanto una vera e propria sfida per le banche tradizionali abituate a concepire come un monopolio i dati dei propri clienti e per le quali non è facile immedesimarsi in uno sportello unico da cui gestire tutte le parti legate al pagamento.

La PSD2 rafforza le partnership fra gruppi finanziari

Oltre a garantire una maggiore sicurezza tra i vari attori legati al pagamento, la PSD2 ha il grande merito di contribuire a una vera spinta innovativa nel settore. Le misure previste dalla normativa rafforzano di fatti una tendenza già presente nel settore, ovvero la collaborazione tra grandi banche e gruppi finanziari più piccoli. Nonostante le differenze e il tradizionale ambiente competitivo, c’è ormai abbastanza evidenza che queste collaborazioni hanno dei notevoli vantaggi soprattutto per i clienti.

Tra i numerosi esempi di collaborazione che si potrebbero prendere in considerazione prendiamo quello tra la piattaforma di lending automatico Kabbage e il colosso bancario ING che ha permesso a quest’ultimo di estendere i servizi legati al lending in Francia e in Italia andando a offrire ai propri clienti dei validi servizi aggiuntivi.

Per le banche risulta sempre più oneroso continuare a mantenere una mole crescente di servizi che prevedono un aggiornamento costante dei sistemi IT e il continuo aggiornamento della struttura. I cambiamenti avvengono a una rapidità che non sempre consente di mantenere il passo, mentre i clienti esprimono con sempre maggior forza l’esigenza di avere un numero sempre più alto di servizi all’interno di una stessa piattaforma. Le istituzioni finanziarie devono adattarsi velocemente se non vogliono perdere vantaggio competitivo.

Le start-up nel Fintech offrono ai grandi gruppi bancari la possibilità di adattarsi alle sfide tecnologiche del loro settore per essere pronte ad affrontare il futuro e adattarsi velocemente ai cambi richiesti dal mercato. Il mercato finanziario è essenzialmente controllato dalla domanda e dalle soluzioni altamente innovative che vengono sviluppate regolarmente.

Un valido esempio può essere Imburse, una società che offre una connessione con l’intero sistema di pagamenti permettendo alle aziende di sviluppare facilmente e in breve tempo le tecnologie di pagamento desiderate. Tramite Imburse è possibile andare incontro alle esigenze dei clienti ed estendere il proprio operato a livello globale sempre restando all’avanguardia con la tecnologia.

Sia che si debba pagare o venire pagati, con Imburse le transazioni con i propri fornitori dei servizi avvengono in modo facile e scorrevole. Si dispone inoltre degli strumenti gestionali più adeguati per la sicurezza e l’implementazione di un solido database inerente il comportamento dei clienti. Questo è solo un esempio delle possibilità offerte da una collaborazione con il Fintech

La PSD2 e l’e-commerce

L’adeguamento alle norme per la cosiddetta “Autenticazione Forte(Strong Customer Authentication SCA) è stato spostato al 14 settembre per via della crisi legata al Covid-19. Per quella data, qualsiasi fornitore di servizi di pagamento, emittenti di carte o acquisto online deve necessariamente implementare dei metodi di autentificazione sicura per proteggere i propri clienti.

Com’è noto lo scorso anno gli acquisti online hanno raggiunto vertici mai raggiunti prima per via del lockdown che ha tenuto la gran parte dei negozi chiusi per molto tempo. Tutto l’e-commerce nella sua interezza ha vissuto una fase rivoluzionaria il cui tasso di crescita annuo composto (CAGR) nel periodo 2020 – 2027 si attesterà al 14,7% (Grand View Research).

La cosa ovviamente non sorprende osservando la rilevanza che stanno prendendo gli acquisti online per i consumatori. Tuttavia, l’attenzione alla sicurezza cresce di pari passo sia per chi acquista che per le aziende che in questo si giocano la fiducia dei consumatori e la reputazione.

Di fatti le norme sottostanti la PSD2 non fanno altro che rispecchiare alcuni dei trend già esistenti tra i gestori di servizi di pagamento, ovvero garantire una maggiore sicurezza e proporre allo stesso tempo servizi più all’avanguardia raggiungibili con partnership adeguate nel mondo FinTech. Le normative allora vanno semplicemente viste come uno stimolo ulteriore per investire in questi due settori per poterne raccogliere i benefici dopo.

PSD2 partnership

Ricordiamo che la PSD2 prescrive una maggiore sicurezza attraverso molteplici mezzi, come, ad esempio, l’autentificazione multi fattore (MFA) che può arrivare a comprendere anche fattori biometrici come il riconoscimento vocale, facciale o digitale per garantire che l’operazione sia effettuata dall’utente proprietario. Prevede inoltre che le banche condividano le informazioni di un conto di un loro cliente, previa autorizzazione, con i TPP (Third- Party providers) a supporto di un sistema Open Banking. Per questo le banche hanno accesso al cosiddetto Open Banking Standard, creato apposta per assisterle con le normative richieste dal PSD2.

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