I pagamenti P2P (Person-to-Person) stanno vivendo un momento particolarmente felice. Si tratta di App per smartphone che permettono di trasferire denaro in modo istantaneo, semplicemente selezionando il nome del beneficiario dalla propria rubrica telefonica – ovviamente, la condizione fondamentale e conoscere il suo numero di cellulare. In una recente ricerca condotta da Bank of America su 22 milioni di correntisti USA, il P2P via smartphone è stato definito il “new social norm”, ovvero la nuova normalità per i pagamenti tra gruppi di Millennials e all’interno della cosiddetta generazione “social” – individui che adorano postare su Facebook o twittare. Sono ormai numerosi gli italiani che dividono il conto della pizzeria pagando la propria quota all’amico che lo ha saldato attraverso i trasferimenti istantanei, in stile messaggio di Whatsapp. Una tendenza che, nel nostro Paese, ha decretato il successo di Jiffy, la piattaforma per pagamenti P2P targata SIA che è, oggi, la più diffusa nell’Eurozona, con oltre 4,2 milioni di utenti e 120 banche italiane aderenti.
Dallo scorso agosto, SIA ha iniziato a promuovere, inizialmente nelle città di Milano, Torino e Roma, l’evoluzione in chiave P2B (Person-to-Business) di Jiffy, che permette agli utenti di pagare i propri acquisti istantaneamente, e in totale sicurezza, presso oltre 150 punti vendita convenzionati da Intesa Sanpaolo.
Marco Polissi responsabile Jiffy di SIA, ci spiega come funziona il P2B di Jiffy. «Siamo partiti col P2P via App mobile di Jiffy per favorire anche i piccoli e piccolissimi esercenti non dotati di POS. Ma Jiffy è davvero molto versatile e nei punti vendita del retail e della Grande Distribuzione Organizzata è, oggi, integrato con i sistemi di cassa e permette al cliente di selezionare diverse modalità di mobile payment, tutte altamente sicure e intuitive».
P2B (Person-to-Business) per la GDO
Tramite la cassa POS, Jiffy permette di pagare gli acquisti nelle grandi catene della GDO sfruttando 3 user experience diverse. Se opta per l’NFC (comunicazione in prossimità), l’esercente seleziona gli articoli acquistati, digita l’importo e il totale viene passato al POS, il POS si attiva e vengono trasferite le informazioni all’App. Il cliente potrà, così, autorizzare il pagamento con un semplice “tap” sullo smartphone.
La seconda modalità è quella che sfrutta il QR code: per pagare basterà inquadrare il codice sullo scontrino e lo smartphone permetterà di registrare immediatamente l’operazione sul proprio conto corrente in virtù del fatto che il database Jiffy associa al numero di telefono l’IBAN del titolare dello smartphone. Per i telefoni Android sarà sufficiente appoggiare il telefonino (purché sbloccato dalla password di protezione del dispositivo) senza nemmeno dover attivare l’App. Per gli Apple phone, invece, si richiede un passaggio in più, ovvero l’apertura dell’App e l’attivazione del lettore di codici QR.
Infine, la terza modalità di pagamento è quella legata alla carta fedeltà: l’utente, tramite l’App della propria catena di supermercati, abbina il proprio numero di smartphone alla carta loyalty e il sistema invierà in automatico una richiesta di pagamento “push” che l’acquirente accetterà con un tap sul proprio telefonino.
«Il principio che guida tutte queste declinazioni del P2B SIA – spiega Polissi – è quello della cosiddetta “one click user experience”, per cui sono stati ridotti al minimo i passaggi di autenticazione e autorizzazione, in modo che il pagamento di un acquisto possa essere finalizzato con un semplice tap sullo schermo dello smartphone».
Ma con Jiffy è possibile pagare anche gli acquisti online, grazie alla funzionalità Ecommerce: quando si arriva alla pagina di checkout della transazione d’acquisto, si dà la conferma e si atterra sulla classica pagina che elenca i possibili sistemi di pagamento. A questo punto si seleziona l’icona Jiffy e la prima volta verrà chiesto di inserire il numero di cellulare (ovviamente, le volte successive non sarà più necessario); a questo punto sullo smartphone apparirà una notifica push e il pagamento si concluderà tramite l’App bancaria, grazie a un sistema di autenticazione forte basato su touch ID che sfrutta la lettura dell’impronta digitale.
Jiffy+PagoPA binomio vincente per pagare i tributi
Di recente è stata rilasciata anche una versione di Jiffy integrata all’interno di PagoPA, il nodo di
gestione dei pagamenti elettronici verso le amministrazioni pubbliche pensato da AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) su cui ha lavorato negli ultimi mesi anche il Team per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri guidato da Diego Piacentini.
Secondo gli ultimi dati resi noti dall’Osservatorio Agenda Digitale della School of Management Politecnico di Milano, PagoPA ha subito negli ultimi 12 mesi una decisa accelerazione, con circa 4 milioni di transazioni concluse e il 35% dei Comuni italiani già attivo sulla piattaforma.
Jiffy per PagoPA è una soluzione P2Gov (Person-to-Government) pensata per venire incontro alle esigenze di quei contribuenti che preferiscono la comodità dei canali telematici per regolare il corrispettivo dei servizi pubblici o per pagare imposte e tasse.
La prima volta che contribuente si registra sul nodo PagoPA dovrà inserire il proprio codice fiscale, ma grazie al database integrato di Jiffy (che accoppia il numero di cellulare con l’IBAN del conto corrente), le informazioni immesse saranno evidenziate dal sistema e non dovranno più essere ridigitate durante gli accessi successivi. Si tratta di un’integrazione che arricchisce ulteriormente una piattaforma – PagoPA – che è stata oggetto di numerose revisioni negli ultimi mesi. «Abbiamo migliorato in modo deciso l’interfaccia utente – spiega Giuseppe Virgone, Responsabile Pagamenti Digitali all’interno del Team per la Trasformazione Digitale – per consentire ai cittadini un utilizzo più facile di PagoPA anche da mobile. Questa interfaccia semplificata sarà disponibile nelle prossime settimane e il Comune di Milano la adotterà già a partire da gennaio 2018. Anche l’interfaccia web di PagoPA, che andrà online a fine anno, è stata completamente stravolta, con l’idea di migliorare l’esperienza dell’utente. Negli ultimi mesi, però, abbiamo lavorato soprattutto al cambiamento radicale dell’architettura del nodo. PagoPA è evoluto da semplice hub di smistamento delle transazioni verso il mondo bancario ed è, oggi, a tutti gli effetti, un sistema di pagamento aperto alle soluzioni di pagamento innovative, come Jiffy. Il cambio di architettura ha permesso di introdurre anche il concetto di wallet, ovvero la possibilità di tenere in memoria lo strumento di pagamento preferito e di usarlo anche per le successive transazioni semplicemente selezionandolo, senza dover ridigitare ogni volta le credenziali».
5 dicembre 2017
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