Le banche italiane promuovono l’Open Banking

Secondo una ricerca di Tink, il 57% dei dirigenti bancari italiani intervistati manifesta un atteggiamento positivo nei confronti dell’open banking e ne vede una concreta opportunità per la propria attività

Pubblicato il 09 Gen 2020

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Il mondo bancario italiano ha un atteggiamento favorevole nei confronti dell’open banking, anche se non mancano le perplessità su alcuni specifici trend. Questi i principali risultati che emergono da una ricerca condotta da Tink, una delle principali piattaforme europee del settore: il 57% dei dirigenti italiani intervistati, infatti, ha un atteggiamento positivo nei confronti dell’open banking e ne vede una concreta opportunità per la propria attività; si tratta di una percentuale anche superiore alla media europea, che si attesta invece sul 55%. Non solo: quattro banchieri su cinque – l’81% – ritengono che il settore stia subendo una trasformazione significativa grazie all’open banking (contro una media europea del 64%). Numeri che, secondo Tink, sono influenzati dal recente dibattito sull’economia cashless,
nonchè dalla minaccia delle grandi aziende tech per gli attori tradizionali del mondo bancario.

I banchieri italiani appaiono avere le idee piuttosto chiare sui possibili vantaggi dell’open banking per la propria attività: al primo posto, la maggiore opportunità risulta “sviluppare servizi digitali migliori”. In seconda posizione la possibilità di “ridurre i costi di acquisizione dei clienti”, mentre il terzo beneficio è visto nella possibilità di “vendere l’accesso ai dati che vanno oltre la PSD2”. A preoccupare gli intervistati è soprattutto l’ascesa delle “big technology” nel settore dei servizi finanziari:  ben il 52% del campione italiano si è detto preoccupato a riguardo rispetto a una media europea del 35%. La paura della concorrenza sembra però fungere da sprone, tanto che i manager italiani appaiono più convinti di qualsiasi altro paese in Europa che gli istituti finanziari debbano migliorare i propri servizi per attrarre e fidelizzare i clienti, tanto da andare oltre quanto richiesto dalla PSD2 per stare al passo con la concorrenza.

A questo proposito, il 19% degli intervistati italiani ritiene che la PSD2 “incoraggi in modo significativo l’innovazione”, rispetto ad una media europea che si attesta sul 13%. Tuttavia, il 43% degli intervistati vede la PSD2 come una minaccia ai propri modelli di business esistenti. Al contrario, l’open banking non sembra destare ansie: nessuno degli intervistati lo ritiene una minaccia significativa al proprio business, mentre il 29% ritiene possa rappresentare un limitato rischio, in particolare per la possibilità di perdere la fedeltà dei clienti.

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