È davvero possibile che attraverso l’open banking le piccole banche del territorio riescano a competere in termini di servizi innovativi con i grandi gruppi finanziari? È l’obiettivo a cui punta la PSD2 (Payment Services Directive 2), ponendo le basi per la creazione di una serie di ecosistemi aperti e collaborativi all’interno dei quali, a prescindere dalle dimensioni, istituti e fornitori di tecnologie digitali trovino spazio e occasione per dare vita a piattaforme di digital, mobile e instant payment. Ed è la prospettiva in cui ha creduto Cabel, outsourcer di servizi IT per il settore finanziario, che ha accettato la sfida di localizzare in Italia la soluzione di core banking di Oracle, Flexcube. Un’implementazione durata 22 mesi che ha completamente assorbito l’azienda di Empoli. Uno sforzo congiunto con un team di ingegneri di Oracle grazie al quale è stata conformata al mercato tricolore, alle sue dinamiche e alle sue leggi, un’architettura già adottata da 600 organizzazioni in oltre 140 Paesi, alle quali fa riferimento il 10% della clientela bancaria di tutto il globo con circa 26 miliardi di transazioni l’anno. Flexcube, disponibile on premise come in Cloud con un approccio modulare, rappresenterà il nucleo di tutte le applicazioni basate sulle tecnologie di frontiera (dall’intelligenza artificiale all’IoT passando per i chatbot, i robo-advisor e la Blockchain) che le banche vorranno agganciare ai propri sistemi per offrire ai clienti una customer experience evoluta.
Invest Banca e Banca Etica i primi istituti a mettere in produzione la piattaforma
Il primo istituto a essere andato in produzione con la nuova soluzione è Invest Banca, mentre tra i gruppi retail sarà Banca Etica la prima a fare il grande passo. “Abbiamo scelto Flexcube perché siamo convinti che nel mondo finanziario occorra sviluppare un pensiero laterale”, ha spiegato Stefano Sardelli, Direttore Generale di Invest Banca. “Il cambiamento non riguarda solo l’avvento degli OTT, bisogna prendere in considerazione una miriade di piccoli fornitori che possono realizzare componenti utili a migliorare il servizio: per questo dobbiamo aprirci al mondo Fintech e non viverlo come un competitor. Flexcube ci ha consentito di mettere a disposizione dei soggetti che stanno rompendo gli schemi nell’ambito finanziario le API attraverso cui riusciremo a mettere a frutto il nostro patrimonio di dati. Abbiamo comunque istituito una commissione ad hoc per valutare le diverse opportunità e trovare il punto di compatibilità tra compliance e business, tenendo sempre presente però che si vive di business e soddisfazione dei clienti, mentre di compliance si può morire”. Sardelli è intervenuto la settimana scorsa all’evento di presentazione della piattaforma, che si è tenuto a Firenze, nella cornice di Palazzo Vecchio, alla presenza del sindaco Dario Nardella e di Riccardo Luna, direttore responsabile di AGI (Agenzia Giornalistica Italiana). Tra i relatori della tavola rotonda che ha seguito la relazione sul roll out della soluzione c’erano esponenti del top management del gruppo Cabel e di Oracle.
Francesco Bosio, presidente Cabel holding e VP Cabel Industry, ha ringraziato ufficialmente Chet Kamat, Managing Director and CEO di Oracle Financial Services, ovvero responsabile a livello globale di tutte le attività del colosso IT dedicate al mondo finanziario. “Abbiamo una certa familiarità con il mercato italiano”, ha detto Kamat, “grazie alle collaborazioni sviluppate negli anni con Intesa Sanpaolo e Unicredit. Ma la localizzazione di Flexcube costituisce un punto di svolta per portare anche nella Penisola la possibilità di far convergere sui servizi finanziari le soluzioni di fintech, telco, grandi vendor tecnologici, banche innovative, parificando di fatto le capacità competitive di incumbent e nuovi entranti, che ora possono offrire ai clienti esperienze coinvolgenti e personalizzate”. Per Fabio Giuliani, Amministratore Delegato di Cabel Industry, la nuova piattaforma risponde anche allo specifico bisogno di riduzione dei costi operativi espresso dalle banche italiane. “Fino a oggi i core system proprietari sono stati frenanti su molte delle operazioni della parte di business: la collaborazione tra Cabel e Oracle è un’occasione unica per modificare lo status quo. La partnership è molto più del fortunato incontro di una società di provincia con un colosso dell’IT: Oracle è come una prateria sconfinata di terra fertile, ma nell’ecosistema italiano mancava il seme che avrebbe potuto far germogliare frutti interessanti. Ora quel seme è stato interrato”.
L’approccio al mercato italiano e alle sue specificità
Gerrard Mahony, Sales Director di Oracle, ha tenuto a precisare che anche per la multinazionale non è stata un’operazione da poco. “Spesso mi chiedono perché abbiamo investito in un mercato così complesso come quello italiano, caratterizzato da meccanismi e normative così differenti dalla cultura a cui siamo abituati. La verità è che ogni mercato ha le sue peculiarità e complessità, e anche quello tricolore costituisce una grande opportunità di crescita per Oracle, impegnata anche in una serie di attività legate allo sviluppo dell’Industria 4.0, a maggior ragione perché si tratta di un cambiamento importante”.
E secondo Gaetano Correnti, Partner di KPMG (che ha assistito Cabel e Oracle nel processo di integrazione e localizzazione di Flexcube in qualità di advisor), il settore attende soluzioni flessibili che consentano di proporre all’utente finale prodotti competitivi senza confini nazionali. “Bisogna uscire dal cerchio, consentire alle banche, anche piccole, di seguire i cicli di prodotto con nuove regole e dinamiche che permettano loro di reggere la competizione con organizzazioni di grandi dimensioni anche all’estero”. Il punto di vista di PWC, espresso da Massimo Iengo, è che si sta passando da un paradigma application-centric a uno data-centric, “simile a quelli che caratterizza le architetture moderne, di player del calibro di Google, per intenderci”, ha spiegato l’analista. “Non è più possibile andare avanti con un’innovazione di tipo incrementale, aggiungendo pezzi su pezzi: serve discontinuità, e non è un problema che si risolve per piccoli passi. Le difficoltà per affrontare questa sfida in Italia? Troppo spesso mancano la capacità di gestione del cambiamento e il coraggio imprenditoriale per indirizzarlo”.
E a proposito di cambiamento, quale sarà la strategia di Cabel per la commercializzazione di Flexcube? Stefano Tana, Amministratore Delegato di Cabel Holding e Presidente di Cabel Industry, ha spiegato che la distribuzione della soluzione seguirà la timeline delle banche già presenti nel portafoglio clienti del gruppo, senza preclusioni di sorta rispetto alle esigenze di nuovi player e soprattutto di conglomerati di banche. “Il nostro è un prodotto modulare, non è un sistema necessariamente dimensionato per grandi organizzazioni, ma al tempo stesso chi si sta raggruppando creare sinergie e andare incontro alla PSD2 può vedere in noi un ottimo fornitore di core per la strutturazione di servizi evoluti di front-end. L’obiettivo di Cabel è diventare un centro di competenza Oracle per l’Italia, e non solo. Siamo inoltre già pronti a fornire consulenza per l’identificazione di nuovi servizi, facendo leva sia sull’interscambio di risorse con i nostri soci sia sulla crescita occupazionale all’interno del gruppo”.