Ormai è trascorso quasi un anno dall’entrata in vigore della direttiva PSD2, ma in Italia c’è ancora molto da lavorare relativamente alla attuazione. Ne è convinto Francesco Luongo, Presidente di C4DiP – Consumers for Digital Payments, in relazione al nuovo rapporto della Consob sule scelte di investimento delle famiglie italiane.La Direttiva è entrata in vigore in Italia il 13 gennaio 2018 e permette ai consumatori nuove modalità di pagamento ampliando anche di nuovi soggetti diversi dalle banche cosiddetti Third Party Player (TPP) come PayPal, che avranno accesso ai conti con l’autorizzazione dei titolari.
“La rapida attuazione della nuova Direttiva sui pagamenti elettronici PSD2 è sempre più urgente per un Paese in cui solo il 17% degli italiani ha utilizzato il cellulare o internet per disporre i pagamenti o fare acquisti contro il 45% della media Europea. Solo il pieno accesso ai conti correnti ai nuovi soggetti del Fintech da parte delle banche, con tutte le doverose garanzie di professionalità, può accelerare la positiva evoluzione del mercato dei pagamenti digitali con una concorrenza in grado di fornire nuove possibilità ai clienti”.
Secondo C4DiP, in assenza di un effettivo Open Banking con la definizione di un modello di gestione dati standardizzato ed affidabile, la Payment Service Directive rischia di essere compromessa nei suoi aspetti più innovativi. In positivo, comunque, ci sono alcune iniziative europee come la nascita della PRETA’s pan-European PSD2 access directory, che vede 40 aderenti tra istituti finanziari e fornitori di servizi tra cui Unicredit e Intesa San Paolo.