Alibaba e AliPay: la sfida viene dall’Est?

Pubblicato il 26 Set 2014

Piero Todorovich

Dopo la conquista del Vecchio Continente da parte degli “over the top” d’Oltreoceano che ha ridefinito in pochi anni i mercati della tecnologia, dei media e del commercio online, il vento potrebbe presto cambiare direzione e soffiare dal quadrante opposto. Questo almeno a giudicare dal successo che ha incontrato a Wall Street l’IPO del colosso cinese Alibaba, con cui, il 19 settembre scorso, la società ha raccolto dagli investitori internazionali ben 21,77 miliardi di dollari, segnando un record nella storia borsistica americana.

Con il prezzo dell’azione fissato a 68 dollari (la quotazione nel momento in cui scriviamo è ulteriormente cresciuta intorno agli 88 dollari), la società di commercio elettronico cinese ha un valore totale di ben 167,7 miliardi di dollari: come Ebay, Twitter e Linkedin messe insieme. Un valore che non ha spaventato gli investitori che, di fatto, hanno comprato quote di una società-veicolo basata alle Cayman, non essendo possibile un completo controllo su di una società di diritto cinese.

I numeri di Alibaba sono in ogni caso impressionanti: 500 milioni di clienti e 250 miliardi di dollari di merci vendute, più di Amazon ed eBay messe assieme. Ma non è tutto. Come eBay con Paypal, anche Alibaba ha un suo “alter ego” nel campo dei pagamenti che sia chiama AliPay, oggetto nello scorso anno di uno scorporo societario per favorirne la crescita in modo indipendente.

La società di pagamento, nata nel 2003 e cresciuta avvalendosi di una partnership con la banca cinese ICBC, offre servizi di credito e di finanziamento bancario a qualcosa come 200 milioni di clienti e circa 520 miliardi di dollari di controvalore nei pagamenti effettuati nello scorso anno. In un articolo apparso su Forbes si attribuisce ad AliPay la volontà di voler competere e ridefinire tutti i principali servizi bancari a misura di smartphone e accesso online. Nel giugno di quest’anno Alibaba ha creato un fondo d’investimento online che ha rapidamente raggiunto il valore patrimoniale di 90 miliardi di dollari.

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