Approfondimento

Commissioni zero per micro-pagamenti Pos: le mosse delle banche

Un’analisi delle dinamiche delle commissioni nelle transazioni con carta. Le prime mosse delle banche verso la riduzione delle tariffe. L’importanza cruciale del recente accordo raggiunto tra ABI e associazioni di settore

Pubblicato il 24 Ago 2023

Roberto Garavaglia

Innovative Payments and blockchain Strategic Advisor

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Roberto Garavaglia

Nell’era digitale, le transazioni finanziarie attraverso carte di credito e debito sono diventate una componente fondamentale della nostra vita quotidiana. Ma dietro ogni swipe o tap, c’è un intricato sistema di commissioni e tariffe che influenzano sia gli esercenti che i consumatori. Recentemente, alcune delle principali banche italiane, tra cui Unicredit, BPM e Intesa Sanpaolo, hanno rilasciato comunicazioni riguardanti le commissioni legate ai pagamenti con carta (POS), suscitando interesse e discussioni in tutto il settore.

Queste decisioni sono state prese alla luce di un accordo tra ABI, APSP e diverse associazioni commerciali, con l’obiettivo di ridurre le commissioni per le piccole attività commerciali, annunciato a fine luglio 2023.

Ma come funziona esattamente questo sistema di commissioni? E quali sono le normative esistenti che cercano di regolamentarlo?

Cerchiamo di fornire una panoramica chiara e concisa delle recenti evoluzioni nel mondo dei pagamenti con carta e delle sfide normative ad esso associate.

Dall’analisi delle recenti comunicazioni bancarie, alle ragioni dietro queste decisioni, alla complessità del sistema di commissioni e alle considerazioni sulla normativa esistente, scopriamo un settore in continua evoluzione e la sua importanza per l’economia moderna.

Riduzione delle commissioni: le comunicazioni delle principali banche

Nell’attuale panorama economico, le banche giocano un ruolo cruciale nel sostenere e promuovere l’innovazione e la digitalizzazione. Una delle aree in cui questo impegno è particolarmente evidente riguarda i pagamenti elettronici e le commissioni ad essi associate.

Sulla scorta della sottoscrizione del “Protocollo d’intesa per la mitigazione, la maggiore comprensibilità e comparabilità dei costi di accettazione di strumenti di pagamento elettronici”, annunciato a fine luglio, alcune delle principali banche italiane hanno già rilasciato dichiarazioni in merito alle loro iniziative per ridurre o azzerare le commissioni sui micropagamenti effettuati tramite POS.

Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo, una delle principali banche italiane, ha manifestato il suo impegno nel sostenere le piccole e medie imprese (PMI) del Paese. Già dal 2021, la banca ha previsto rimborsi sulle commissioni per i micropagamenti.

Questo impegno è stato ulteriormente rafforzato con la firma del protocollo d’intesa “CresciBusiness” nel novembre 2022. Grazie a questo accordo, stipulato con le principali associazioni di categoria dei settori Artigianato, Commercio, Servizi e Turismo, Intesa Sanpaolo ha introdotto una serie di agevolazioni:

  • Azzeramento delle commissioni per i micropagamenti tramite POS di importo fino a 15 euro fino alla fine del 2023;
  • Gratuito per un anno il canone del POS mobile e virtuale;
  • Condizioni economiche agevolate per le carte di credito aziendali.

L’obiettivo della banca è di promuovere le transazioni cashless e i servizi digitali, in linea con l’accordo in oggetto.

UniCredit

UniCredit ha accolto con favore la sottoscrizione del Protocollo d’intesa.

Remo Taricani, Deputy Head di UniCredit Italia, ha sottolineato l’importanza di promuovere la digitalizzazione e la diffusione degli strumenti di pagamento elettronici.

UniCredit ha già adottato misure in questo senso, come l’azzeramento delle commissioni sui micropagamenti elettronici inferiori o uguali a dieci euro per le aziende con un fatturato fino a un milione di euro, valido fino al 30 giugno 2024.

Banco BPM

Banco BPM ha annunciato l’azzeramento delle commissioni PagoBANCOMAT per pagamenti fino a 10 euro. Questa iniziativa, anch’essa rientrante nell’ambito del protocollo in parola, mira a sostenere le imprese e a promuovere la digitalizzazione dei pagamenti.

Gli esercenti riceveranno un rimborso per ogni transazione effettuata su circuito PagoBANCOMAT di importo inferiore o uguale a 10 euro, dal 1° ottobre 2023 al 30 giugno 2024.

Questa iniziativa segue quella precedente che prevedeva l’azzeramento delle commissioni per pagamenti su POS fino a 4,99 euro. Banco BPM sta anche valutando ulteriori agevolazioni per i pagamenti con carte su circuiti internazionali.

commissioni pagamenti

Il protocollo d’intesa tra associazioni e MEF sui costi di accettazione degli strumenti di pagamento elettronici

Le recenti dichiarazioni delle banche riguardo alle commissioni sui pagamenti elettronici non sono emerse dal nulla. Esse sono il risultato di un lungo processo di negoziazione e di un impegno condiviso per promuovere la trasparenza e la digitalizzazione nel settore bancario e commerciale.

L’accordo tra le associazioni e il MEF

L’Associazione Bancaria Italiana (ABI) ha diramato a fine luglio una circolare alle banche associate con le indicazioni per rendere operativo un accordo siglato al Ministero dell’Economia.

Questo accordo, stipulato con le associazioni degli esercenti, dei gestori di circuiti di pagamento e delle carte di credito, mira a ridurre le commissioni sulle transazioni entro i 30 e i 10 euro.

L’obiettivo principale è di garantire trasparenza sui costi previsti dai contratti stipulati con banche e gestori dei circuiti e di permettere ai negozianti, ristoratori, albergatori e PMI di confrontare questi costi per valutarne la convenienza.

Il protocollo d’intesa

Il protocollo di intesa, pur non essendo vincolante, rappresenta un forte auspicio per ridurre significativamente le commissioni per le transazioni entro i 30 euro e azzerarle per quelle entro i 10 euro.

Questo protocollo ha ottenuto il parere favorevole dell’Antitrust, garantendo che non venga interpretato come un’intesa anticoncorrenziale.

La sua realizzazione ha richiesto ben sette mesi di negoziati, culminando in un risultato senza precedenti.

L’accordo è stato firmato tra diverse entità, tra cui ABI, APSP (prestatori di servizi di pagamento), e varie associazioni come CNA, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e FIPE.

L’impatto sulle imprese

Secondo Confesercenti, questo accordo potrebbe portare a un risparmio sulle commissioni fino a 500 milioni di euro all’anno, beneficiando in particolare le piccole imprese con un fatturato annuo inferiore ai 400.000 euro.

Anche Confartigianato ha accolto positivamente l’accordo, sottolineando l’importanza del dialogo tra le parti sociali per ottenere risultati vantaggiosi per le imprese.

L’intesa rappresenta un ulteriore passo avanti nella collaborazione tra organizzazioni d’impresa e sistema bancario, mirando a ridurre i costi e semplificare gli adempimenti per gli imprenditori.

Verso una maggiore trasparenza

FIPE-Confcommercio ha evidenziato che l’accordo rappresenta un momento cruciale per garantire alle imprese una maggiore trasparenza e la possibilità di scegliere le soluzioni più convenienti. L’obiettivo finale è di offrire un servizio migliore ai clienti e contenere i costi.

Come funzionano le commissioni applicate ai pagamenti con carta

Il mondo dei pagamenti elettronici, in particolare quelli effettuati con carta, può sembrare complesso e intricato. Tuttavia, una volta compresi i meccanismi e gli attori coinvolti, diventa più chiaro come funzionano le commissioni e chi ne beneficia.

Nel corso degli ultimi dieci anni, PagamentiDigitali ha dedicato ampio spazio alla trattazione e spiegazione dei processi di incasso e pagamento elettronici.

Vogliamo, ora, riassumere brevemente, al fine di consentire la migliore comprensione, le principali dinamiche di processo ed economiche, che sottendono a un pagamento effettuato con carta, non senza ricordare i maggiori interventi legislativi comunitari che hanno caratterizzato il settore.

Il processo di pagamento con carta

Quando un cliente effettua un pagamento di 10 euro con carta di credito in un supermercato o in qualsiasi altro esercizio commerciale, si innesca una serie di operazioni tecniche.

La transazione inizia con una richiesta di autorizzazione online per l’importo imputato sul terminale POS. Questa richiesta può essere autorizzata o negata dall’emettitore della carta, noto come “issuer“.

Nel processo sono coinvolti diversi attori:

  • Gestore terminali: collega il POS e instrada la richiesta di autorizzazione verso i circuiti;
  • Acquirer: è la banca o l’entità con cui l’esercizio commerciale ha un accordo di convenzionamento per accettare pagamenti con carta.
  • Rete internazionale dei circuiti: ad esempio, Visa o Mastercard.
  • Issuer: la banca o l’entità che ha emesso la carta di pagamento al cliente.

Le commissioni legate ai pagamenti con carta si basano su tre principali voci economiche:

  • Interchange Fee (IF): commissione applicata a ogni transazione, regolata tra l’acquirer e l’issuer.
  • Merchant Service Charge (MSC): commissione pagata dall’esercente all’acquirer. Include l’IF, una fee dello schema di pagamento, una fee per il processing della transazione e il ricavo dell’acquirer.
  • Card Subscription Fee: costo annuale per il possesso della carta, applicato al titolare dalla banca emittente.
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Normativa e criticità

Il 19 maggio 2015, il regolamento comunitario (UE) 2015/751 è stato pubblicato, imponendo un limite alle sole Interchange Fee dei pagamenti con carta.

Questo regolamento ha stabilito un tetto massimo dello 0,3% per le transazioni con carta di credito e dello 0,2% per le carte di debito e prepagate. Tali limiti si applicano solamente alla IF, che è solo una parte della MSC pagata dall’esercente.

La normativa, pur cercando di introdurre trasparenza e limiti alle commissioni, presenta alcune criticità. La principale è la complessità del sistema, che può risultare difficile da comprendere per chi non è del settore.

Una soluzione potrebbe essere una campagna di formazione e comunicazione, per educare e informare tutti gli stakeholder coinvolti.

Considerazioni sulla normativa italiana

Le transazioni con carta sono diventate una prassi comune, offrendo comodità e sicurezza sia ai consumatori che agli esercenti. Tuttavia, dietro ogni pagamento con carta, si cela un intricato sistema di commissioni e tariffe che influenzano direttamente gli esercenti e, indirettamente, i consumatori.

Dopo aver esplorato le ragioni delle recenti iniziative bancarie, aver compreso il funzionamento delle commissioni e ricordato il maggiore intervento legislativo comunitario di settore, è fondamentale analizzare le normative esistenti che cercano di regolamentare e rendere trasparente questo settore.

Il decreto “Merchant Fee”

Il decreto ministeriale del 14 febbraio 2014, n. 51, noto come “Decreto Merchant Fee“, ha stabilito le linee guida per le commissioni che gli esercenti devono pagare agli acquirer quando accettano pagamenti con carte.

Questo decreto ha introdotto misure per promuovere la trasparenza, come la distinzione delle commissioni in base alla tipologia di carta e l’introduzione dell’indicatore sintetico di costo (ISC), facilitando agli esercenti il confronto tra le offerte degli acquirer.

Nonostante queste misure, la piena attuazione del decreto ha incontrato ostacoli. La complessità delle commissioni, che coinvolge diversi attori, ha reso difficile per gli esercenti comprendere le varie componenti delle commissioni. Inoltre, la mancanza di chiarezza nella comunicazione ha amplificato le sfide dell’attuazione.

Il decreto ha anche aperto nuove opportunità di business nel settore dell’acquiring, suggerendo schemi tariffari flessibili e adattati alle esigenze degli esercenti.

La trasparenza è stata identificata come un fattore competitivo chiave, sottolineando l’importanza di comportamenti virtuosi e di investimenti mirati nel settore.

Nondimeno, la distanza tra le intenzioni del decreto e la sua attuazione pratica ha sollevato domande sulla sua efficacia.

L’auspicio è che il protocollo d’intesa firmato a fine luglio da ABI e altre associazioni di settore possa contribuire a colmare questo divario, promuovendo una maggiore trasparenza e una piena attuazione delle norme stabilite dal “Decreto Merchant Fee”.

Il ruolo degli stakeholder nel processo

La piena attuazione di qualsiasi normativa, tuttavia, richiede la collaborazione e l’adesione di tutti gli stakeholder coinvolti.

Nel caso delle commissioni per le transazioni con carte di pagamento, questo include non solo gli esercenti e le banche, ma anche i consumatori, i fornitori di servizi di pagamento e le autorità di regolamentazione.

La chiave del successo risiede nella creazione di un ambiente in cui tutti questi attori possano collaborare efficacemente per raggiungere obiettivi comuni.

L’importanza della flessibilità e dell’adattabilità

Il mondo dei pagamenti è in continua evoluzione, con nuove tecnologie e metodi di pagamento che emergono regolarmente.

Per garantire che la normativa rimanga rilevante ed efficace, è essenziale che sia flessibile e in grado di adattarsi a queste mutevoli circostanze. Questo richiede un impegno da parte delle autorità di regolamentazione per monitorare continuamente il settore e apportare le necessarie modifiche alla normativa quando necessario.

La normativa relativa alle commissioni per le transazioni con carte di pagamento rappresenta un tentativo importante di regolamentare un settore cruciale dell’economia moderna. Tuttavia, come dimostrato dalla sua attuazione, esistono ancora molte sfide da affrontare.

Con una maggiore collaborazione tra gli stakeholder, una formazione continua e un impegno verso la flessibilità e l’adattabilità, c’è la speranza che il settore possa muoversi verso un futuro in cui le commissioni siano eque, trasparenti e comprensibili per tutti.

Il consumatore al centro del dibattito

Mentre gran parte della discussione si concentra sugli esercenti e sulle banche, è essenziale non dimenticare il ruolo dei consumatori. Dopo tutto, sono loro a utilizzare le carte per effettuare acquisti e, in ultima analisi, a sostenere il costo delle commissioni attraverso i prezzi dei beni e servizi.

Una normativa efficace dovrebbe mirare non solo a proteggere gli interessi degli esercenti, ma anche a garantire che i consumatori ricevano un trattamento equo e trasparente.

La necessità di una comunicazione chiara

Una delle principali sfide nell’attuazione della normativa è stata la mancanza di comunicazione chiara e comprensibile.

Molti esercenti e consumatori non sono pienamente consapevoli delle commissioni che pagano o delle ragioni dietro queste commissioni. Una campagna di comunicazione efficace, che spieghi chiaramente le commissioni e i loro impatti, potrebbe aiutare a colmare questo divario informativo.

Le commissioni in Europa a confronto con il resto del mondo

Mentre l’attenzione è stata posta sulle commissioni all’interno dell’Unione Europea, è essenziale guardare anche oltre. Come si confrontano le commissioni europee con quelle di altre regioni? Ci sono lezioni da imparare da altri paesi che hanno affrontato sfide simili?

Una prospettiva globale potrebbe offrire ulteriori intuizioni e soluzioni.

Verso un futuro sostenibile

Il settore dei pagamenti è fondamentale per l’economia moderna. Per garantire la sua sostenibilità a lungo termine, è essenziale trovare un equilibrio tra gli interessi degli esercenti, delle banche e dei consumatori. Questo richiederà non solo normative efficaci ma anche una volontà collettiva di collaborare e innovare.

Conclusioni

In un’epoca in cui la digitalizzazione sta trasformando rapidamente il modo in cui facciamo affari e gestiamo le transazioni finanziarie, la questione delle commissioni legate ai pagamenti con carta ha assunto un’importanza cruciale.

Ecco allora le recenti comunicazioni di banche di primo piano come Unicredit, BPM e Intesa Sanpaolo, che hanno annunciato misure per ridurre o eliminare alcune commissioni, in risposta a un accordo tra ABI, APSP e diverse associazioni commerciali.

Ed ecco le ragioni alla base di queste decisioni, che sono radicate in un impegno condiviso per sostenere le piccole attività commerciali e promuovere la digitalizzazione. Questo è particolarmente rilevante in un contesto in cui il sistema delle commissioni applicate ai pagamenti con carta è complesso e coinvolge diversi attori, da banche emittenti a gestori di terminali.

La normativa esistente – in particolare il decreto ministeriale del 14 febbraio 2014, n. 51 e il regolamento (UE) 2015/751 – ha cercato di introdurre chiarezza e limiti alle commissioni, ma la sua attuazione ha evidenziato alcune sfide. La trasparenza è stata identificata come un fattore chiave, sia in termini di comunicazione con gli esercenti che di comprensione da parte dei consumatori.

Mentre accogliamo con favore gli sforzi delle banche e delle autorità di regolamentazione per ridurre le commissioni e promuovere la trasparenza, è essenziale che questi sforzi siano accompagnati da una formazione continua e da una comunicazione chiara.

La riduzione dei costi commissionali può avere un impatto significativo sulle piccole attività commerciali, ma la sua effettiva utilità dipenderà dalla capacità degli esercenti di comprendere e navigare nel sistema.

Inoltre, l’importanza della trasparenza è più che considerevole. In un settore complesso come quello dei pagamenti con carta, la chiarezza e la trasparenza non solo aiutano gli esercenti a prendere decisioni informate, ma rafforzano anche la fiducia dei consumatori.

In conclusione, mentre abbiamo fatto passi significativi nella giusta direzione, c’è ancora molto lavoro da fare. Con la giusta combinazione di regolamentazione, formazione e comunicazione, possiamo sperare in un futuro in cui le commissioni per le transazioni con carte siano eque, trasparenti e sostenibili per tutti gli attori coinvolti.

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