Valuta digitale

Euro digitale: presentazione, tempi e prospettive dell’opera della BCE

La valuta digitale non sostituirà il contante, ma lo completerà, una forma di moneta digitale della banca centrale senza rischi, accessibile ed efficiente, che aiuti a prevenire attività illecite ed evitare qualsiasi impatto indesiderato sulla stabilità finanziaria e sulla politica monetaria dell’Eurozona

Pubblicato il 07 Feb 2022

Alberto Stefani 

DPO & Cyber Security Analyst

Euro digitale

Sono passati vent’anni da quando abbiamo abbandonato la nostra moneta nazionale e abbiamo iniziato a prendere dimestichezza con le nuove monete e banconote dell’area euro. In questi anni abbiamo più volte criticato l’euro dandogli colpe che sostanzialmente non aveva e criticando a dismisura i difetti senza mai apprezzarne i vantaggi, che in molti casi ci hanno difeso da una possibile deriva inflazionistica senza precedenti. A distanza di quasi vent’anni, precisamente il 14 luglio 2021, la BCE ha annunciato la propria decisione di avviare una fase di indagine pubblica per la creazione della valuta digitale della Banca Centrale Europea: l’Euro digitale.

Questo significa che la decisione definitiva sull’emissione o meno di un euro digitale arriverà solo in una fase successiva, ma l’annuncio dato è stato comunque un atto di svolta verso un futuro in cui la moneta digitale potrà essere un’opportunità importante ed una realtà con cui dovremo confrontarci.

La decisione della BCE di organizzare una fase di indagine non è isolata, infatti: in questo periodo, si stanno concentrando gli sforzi di diverse banche centrali (si veda a tal proposito la mappa) anche se con modalità e caratteristiche differenti. Quasi tutti i paesi del mondo si sono organizzati con il coinvolgimento di focus group, gruppi di ricerca e think tank con l’obiettivo di plasmare le caratteristiche, i limiti e le regole che una moneta digitale emessa da una banca centrale dovrebbe fornire.

A tal proposito è nato l’acronimo CBDC (Central Bank Digital currency) che sta a indicare una valuta digitale emessa da una banca centrale.

Il ruolo dell’euro digitale

Al momento, la BCE, nei comunicati ha ribadito la propria convinzione che “un euro digitale non sostituirà il contante, ma lo completerà” e gli obiettivi dichiarati sulle prospettive di tale valuta sono di offrire una “forma di moneta digitale della banca centrale senza rischi, accessibile ed efficiente” mentre allo stesso tempo “aiutare a prevenire attività illecite ed evitare qualsiasi impatto indesiderato sulla stabilità finanziaria e sulla politica monetaria dell’Eurozona”.

La Banca Centrale Europea ha inoltre annunciato  nel gennaio 2021 che la consultazione sull’euro digitale ha ricevuto in soli cinque mesi ben 8.221 opinioni. Gli argomenti che hanno catturato maggiormente l’attenzione sono stati la privacy dei pagamenti, la sicurezza delle transazioni e l’impatto internazionale. Altro dato curioso è la conferma della Germania quale paese di punta dell’eurozona con il 47% delle risposte alla consultazione proveniente da cittadini residenti in Germania.

Cos’è esattamente l’euro digitale?

L’euro digitale sarà una valuta digitale emessa dalla Banca Centrale Europea, la CBDC dell’Eurozona e potrà funzionare su architetture DLT (Distributed Ledger Technology), similmente a quanto avviene per altre criptovalute, ma con alcuni accorgimenti che la renderanno unica. In sostanza questa nuova moneta:

  • potrà avere corso legale;
  • potrà essere utilizzata insieme alle banconote per effettuare pagamenti nei paesi dell’Eurozona;
  • fornirà un metodo di pagamento veloce, sicuro e innovativo;
  • sarà utilizzabile sia da imprese sia da privati.
euro digitale

L’euro digitale sarà una criptovaluta?

Per spiegare come potrebbe funzionare l’euro digitale occorre osservare altre tipologie di monete digitali attualmente già esistenti, ossia criptovalute e altre valute virtuali.

Con valuta virtuale si intende, ai sensi della direttiva (UE) 2015/849 (la quarta direttiva antiriciclaggio), una “rappresentazione digitale di valore, non emessa da una banca centrale o da un’autorità pubblica, non necessariamente collegata a una valuta avente corso legale, utilizzata come mezzo di scambio per l’acquisto di beni e servizi e trasferita, archiviata e negoziata elettronicamente”.

Con criptovaluta, invece, ci si riferisce a valute virtuali emesse e gestite tramite l’ausilio di tecniche crittografiche, operative su architetture DLT (anche non necessariamente blockchain).

Per cercare di rendere ancora più semplice l’argomento, possiamo riassumere le valute virtuali come monete che:

  • vengono create nella rete internet;
  • non sono soggette a rilascio, garanzia o controllo di banche centrali o autorità pubbliche, ma possono essere emesse da privati;
  • consentono transazioni peer-to-peer ossia, scambi di valore istantanei tramite app speciali o piattaforme digitali che non richiedono necessariamente l’intermediazione da parte di una banca;
  • non hanno una connessione con valute a corso legale comuni come l’euro o il dollaro;
  • non hanno potere liberatorio;
  • hanno, generalmente, valori estremamente volatili.

Appara quindi evidente che l’euro digitale non è esattamente una criptovaluta e neppure una valuta virtuale, bensì rappresenta (come direbbero gli economisti) una passività di banca centrale.

È inoltre vero che, ad oggi, non è neppure detto che l’euro digitale verrà gestito tramite blockchain; ciò non toglie che, invece, possa essere implementato su un’architettura basata sui registri distribuiti e che per usarlo sia necessario creare un portafoglio digitale (wallet), non necessitando di aprire un conto corrente bancario. In questo modo, si potranno effettuare transazioni peer-to-peer anche senza che una banca commerciale agisca da intermediario.

Quello che per ora appare come una certezza è che l’euro digitale non sostituirà l’euro fisico ma lavorerà insieme ad esso per rendere i pagamenti ancora più facili e sicuri.

Se volessimo cercare di rispondere agli interrogativi sulle necessità o meno di un euro digitale potremmo indicare la possibilità di effettuare pagamenti semplici e immediati e transazioni di valore completamente digitali.

I vantaggi di questo nuovo strumento includerebbero:

  • semplificazione dei processi di acquisto realizzando transazioni di valore più semplici e immediate;
  • diminuzione dei costi, in particolare quelli associati ai sistemi di pagamento che potrebbero essere notevolmente ridotti per l’assenza di costi di intermediazione;
  • possibile diminuzione dell’impatto ecologico;
  • velocizzazione delle misure di sostegno dei governi nazionali ed europei che potrebbero fornire immediatamente aiuti economici ai propri cittadini e alle imprese nei momenti di bisogno senza l’utilizzo di intermediari;
  • deterrenza al riciclaggio di denaro dato dalla registrazione delle transazioni che ridurrebbe drasticamente sia il riciclaggio di denaro sia l’evasione fiscale;
  • aumento dell’inclusione finanziaria ossia la possibilità per le persone senza un conto bancario di utilizzare l’euro digitale dando l’opportunità a tutti di effettuare pagamenti digitali semplici e sicuri.

Naturalmente, vi sono anche alcuni potenziali rischi associati all’euro digitale. A titolo esemplificativo:

  • integrando il contante fisico che per sua natura è un metodo di pagamento anonimo, l’euro digitale, pur essendo uno straordinario strumento di supporto al rispetto delle normative antiriciclaggio, potrebbe porre pesanti limiti alla privacy dei cittadini;
  • i depositi stoccati presso gli istituti di credito potrebbero diminuire, ciò potrebbe significare per le banche aver minori probabilità di offrire prestiti a persone ed imprese, per non sbilanciare le proprie riserve;
  • gli istituti di credito e gli altri intermediari coinvolti nei sistemi di pagamento potrebbero essere costretti a rivedere, almeno in parte, i propri modelli di business in un mercato che verrebbe a dir poco rivoluzionato.

“Nessun ostacolo tecnico rilevante”

euro digitale
Christine Lagarde

Sui risvolti di applicabilità della moneta digitale, recentemente, la presidente della BCE Christine Lagarde ha affermato di non ritenere preoccupante la posizione di leadership in Europa da parte di fornitori di servizi di pagamento stranieri. Tuttavia, occorre garantire ai cittadini europei un solido ecosistema domestico dei pagamenti. A tal proposito l’euro digitale potrebbe essere un volano di innovazione rilevandosi un mezzo di pagamento universale tale da fornire tutti i vantaggi del contante e diventare una valuta di riferimento per il mondo digitale internazionale.

Secondo il documento della BCE ” Digital euro experimentation scope and key learnings ” una delle domande chiave affrontate dagli esperti è la misura in cui l’euro digitale potrebbe essere limitato dalle scelte tecnologiche del ledger (ossia il registro contabile) in termini di prestazioni e flessibilità.

Secondo il paper della Banca Centrale, con un distributed ledger (ossia un registro contabile distribuito) la possibilità di effettuare le transazioni monetarie tra privati si aggira nell’arco di pochi secondi. Infatti, con una soluzione DLT, il 95% delle transazioni potrebbe essere dal pagatore firmato, effettuato, concluso e verificato crittograficamente dal beneficiario in meno di tre secondi.
Con soluzioni basate su TIPS (TARGET Instant Payment Settlement), il sistema di regolamento istantaneo sviluppato come estensione di TARGET2 che regola i pagamenti in moneta di banca centrale, il 95% delle transazioni potrebbe essere regolato in meno di 0,8 secondi.

La BCE ha concluso che alternative tecnologiche come quelle indicate sono state in grado di superare la soglia di 10mila transazioni regolate al secondo, una stima, questa, basata sul numero totale di transazioni al dettaglio in contanti e con carta nell’area dell’euro per anno (circa 300 miliardi). Gli esperimenti hanno anche suggerito che sono possibili architetture che combinano elementi centralizzati e decentralizzati.

Le CBDC a livello internazionale

All’inizio abbiamo affermato che la diffusione dell’interesse per questa nuova tipologia di strumento interessa tutti i paesi del mondo con avanzamenti nella ricerca a macchia di leopardo e con un numero crescente di banche centrali, tra cui la Federal Reserve e la Bank of England che stanno intensificando le loro esplorazioni della moneta digitale.

Le Bahamas lo scorso anno sono diventate il primo paese a lanciare una valuta di banca centrale con le caratteristiche sopra esposte: il “Sand Dollar”.

Anche i paesi attualmente più importanti al mondo come Cina e USA sono in una fase avanzata di sviluppo delle proprie CBDC, la valuta cinese si chiamerà e-CNY o “yuan digitale” e le dichiarazioni dei suoi funzionari sull’argomento sono seguite da vicino date le dimensioni del paese e il significato internazionale. La sfida per la supremazia delle valute digitali ha inizio.

Bibliografia

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