Dal fintech cinque lezioni alle banche

A elaborarle lo studio ‘The future of SME lending: What banks can learn from FinTech’, realizzato da Boston Consulting Group in collaborazione con il Politecnico di Milano.

Pubblicato il 25 Feb 2020

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‘The future of SME lending: What banks can learn from FinTech’: questo il titolo dell’ultimo studio realizzato da Boston Consulting Group (BCG) in collaborazione con il Politecnico di Milano. Lo studio, che si è interrogato sulle lezioni che il fintech può offrire oggi al mondo bancario, è stato presentato nel corso di un evento dedicato, ‘Il futuro del credito nell’era digitale’, cui hanno partecipato Corrado Passera, Ceo di illimity; Ignazio Rocco di Torrepadula, fondatore e Ceo di Credimi; Christian Nothacker, Ceo di PrestaCap; Valentino Pediroda, Ceo e founder di modeFinance; Raj Muppala, Ceo di AInfinity, e Marco Giorgino, Full professor del Politecnico di Milano.

Al centro le opportunità create dalla trasformazione del settore finanziario, che oggi sta assistendo all’affermazione di nuovi modelli di business, di soluzioni intelligenti basate su process automation e data analytics, e di nuovi attori come fintech e challenger bank. Il risultato dello studio è sintetizzabile in cinque lezioni per una delle attività più tradizionali per il mondo bancario, il credito, soprattutto nei confronti di Piccole e medie imprese.

Lezione 1: Ridurre la complessità. Value proposition semplici e mirate a segmenti di clientela selezionati possono generare, infatti, interessanti profitti.

Lezione 2: Manualità al minimo. Grazie alle soluzioni STP (Straight-Through Process) integrate il FinTech è riuscita a tagliare in modo significativo i tempi di approvazione

Lezione 3: Basta con lo scetticismo. Attraverso un uso innovativo dei dati le fintech sono riuscite ad accorciare il processo decisionale, migliorando l’accuratezza dei modelli di valutazione del rischio

Lezione 4: Sfruttare al massimo le nuove tecnologie. Con un solo click si possono ricavare insight creditizi

Lezione 5: Le FinTech utilizzano infrastrutture It basate su moduli, API e Cloud.

“Il mondo del prestito alle imprese è impattato da tecnologie che stanno aprendo nuove opportunità ma, di pari passo, crescono le sfide per gli operatori tradizionali. Il mercato, infatti, è costellato da nuovi player che sfruttano le opportunità offerte dalla tecnologia per guadagnare un vantaggio competitivo rispetto alle banche. Banche che possono, però, sia imparare molto dai nuovi attori che fare leva sulle loro competenze specifiche attraverso partnership e acquisizioni” afferma Matteo Coppola, Managing Director e Senior Partner di BCG, uno degli autori dello studio.

Ovviamente impossibile per le banche tradizionali adottare un modello operativo come quello delle fintech, dal momento che utilizzano una IT legacy per servire un numero maggiore di clienti, con volumi più consistenti e più prodotti. Un freno cui va ad aggiungersi spesso anche la mancanza di talenti digitali che potrebbero, invece, accelerare il percorso di digitalizzazione degli istituti di credito, come sottolineato da autori dello studio come Matteo Coppola, Gennaro Casale, James Mackintosh, Jörg Erlebach, Lucas Du Croo De Jongh e Filippo Fioravanti. Uno scenario che può comunque cambiare, come dimostrano i digital journey di successo realizzati da alcune banche che sono riuscite a fare leva sullo sviluppo interno di iniziative digitali o partnership con fintech selezionate.

Tutti casi di successo accomunati da una strategia digitale chiara, basata su una solida architettura dati, un’infrastruttura IT aperta (basata su API) e una forte volontà di cambiare.

Immagine fornita da Shutterstock

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