Fintech e hybrid cloud: propensione al cambiamento, ma mancanza di competenze IT

Realizzata valutando i piani specifici di adozione di cloud privati, ibridi e pubblici da parte del mercato finance, la ricerca promossa da Nutanix e condotta da Vanson Bourne, evidenzia come nonostante l’evoluzione sul fronte del cloud ibrido, persiste una evidente difficoltà nell’avviare il processo di trasformazione IT

Pubblicato il 19 Apr 2019

nutanix

Le società di servizi finanziari si trovano da un lato a dover snellire le IT operations e dall’altro a offrire un’esperienza diversificata ai propri clienti, sfruttando le nuove tecnologie come ad esempio la blockchain. Questa rivoluzione FinTech, combinata ai crescenti oneri di conformità normativa, privacy dei dati e problematiche di sicurezza, sta spingendo i CIO a trasformare le fondamenta tecnologiche dei delle infrastrutture IT.

Lo studio Enterprise Cloud Index di Nutanix, società specializzata nell’enterprise cloud computing, evidenzia che il settore dei servizi finanziari sta adottando il cloud computing per indirizzare tale esigenza, superando altri settori nell’impiego del cloud ibrido con una penetrazione attuale del 21% rispetto alla media globale del 18,5% e poi registra una percentuale del 91% che riconosce il cloud ibrido come il modello IT ideale.

La fiducia nel cloud

Questa fiducia nel cloud e il fatto che il settore finanziario abbia un livello di adozione del cloud ibrido superiore rispetto agli altri settori, è probabilmente dovuto alla riconosciuta necessità di un processo di trasformazione digitale e dei benefici di un’infrastruttura cloud ibrida in termini di maggiore agilità, sicurezza e prestazioni. “Tuttavia, la realtà è che ancora faticano nell’avviare un processo di trasformazione IT, sebbene sia fondamentale per il loro futuro” ha commentato Chris Kozup, Senior Vice President of Global Marketing di Nutanix.

Per la realizzazione di questo report, Nutanix ha incaricato Vanson Bourne, specializzata in tech research dal 1999, di intervistare 2.300 responsabili delle decisioni in ambito IT, incluse 333 società di servizi finanziari, in merito a quale tipologia di cloud utilizzano per le loro applicazioni aziendali e quale prevedono di utilizzare in futuro, alle problematiche degli ambienti cloud e a come i loro progetti cloud si sovrappongono rispetto ad altri progetti e priorità IT.  Il sondaggio ha coinvolto aziende di diverse dimensioni e di vari settori nelle Americhe, in Europa, Medio Oriente, Africa (EMEA) e Asia-Pacifico e Giappone (APJ).

Lo stato di adozione di cloud privato e pubblico

I servizi finanziari si appoggiano a data center più tradizionali rispetto ad altri settori, con una penetrazione del 46% e hanno livelli di utilizzo del cloud privato inferiori a qualsiasi altro settore, con una penetrazione del 29% rispetto alla media del 33%. Ciò può essere spiegato dal fatto che alcune realtà nel settore dei servizi finanziari si sono rivelate avverse al cambiamento, oltre alla complessità effettiva riscontrata nella modernizzazione delle infrastrutture legacy esistenti, ormai obsolete, con una conseguente inefficacia operativa e una potenziale vulnerabilità a subire violazioni dei dati.

Come altri settori, anche quello dei servizi finanziari cita sicurezza e conformità come elementi chiave nel valutare dove eseguire i carichi di lavoro. Quasi tutti gli intervistati hanno indicato che prestazioni, gestione e TCO sono fattori critici nel processo decisionale. Tuttavia, oltre il 25% degli intervistati ha citato questi stessi fattori come una sfida nell’adozione del cloud pubblico. Ciò potrebbe spiegare, in parte, la disparità tra l’elevato desiderio di adottare il cloud ibrido e gli attuali livelli di penetrazione relativamente bassi, pari al 21% nel settore dei servizi finanziari.

Altri risultati del report

  • Il settore finanziario apprezza la mobilità delle applicazioni tra gli ambienti cloud. Il 63% degli intervistati del settore finanziario considera “essenziale” la capacità di spostare app e carichi di lavoro da un’infrastruttura cloud privata a una pubblica e viceversa, in base al tipo di carico di lavoro o dall’esigenza di business, beneficiando al tempo stesso di gestione e operations unificate.
  • Le società di servizi finanziari hanno un miglior controllo delle spese cloud. In generale, le organizzazioni che utilizzano il cloud pubblico gli dedicano il 26% del loro budget IT annuale, percentuale che arriverà al 35% nel giro di due anni. Oltre un terzo delle aziende (36%) che utilizza il cloud pubblico ha dichiarato di sforare il budget assegnato. Anche nel settore finanziario, il 33% degli intervistati ha ammesso di aver superato il budget a disposizione, il che dimostra una gestione leggermente migliore delle spese relative al cloud pubblico.

  • Le competenze IT sono una barriera all’adozione del cloud ibrido nel settore finanziario. Sebbene l’88% degli intervistati abbia dichiarato di aspettarsi un impatto positivo sul proprio business dall’utilizzo del cloud ibrido, le competenze in materia sono alquanto scarse nelle aziende IT con un livello di inadeguatezza al secondo posto solo dopo Intelligenza Artificiale e Machine Learning (AI/ML). In generale, gli intervistati hanno evidenziato un deficit nelle competenze in tutte le categorie, ad eccezione dell’IA/ML.

La prospettiva ottimistica rispetto all’adozione del cloud ibrido a livello globale e in tutti i settori, rispecchia un panorama IT sempre più automatizzato e sufficientemente flessibile da lasciare alle aziende la scelta se acquistare, creare o noleggiare le proprie risorse di infrastruttura IT in base a requisiti applicativi in rapida trasformazione.

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