redazione
Le banche italiane sono ancora piuttosto arretrate sul fronte dell’offerta di modalità di pagamento innovative tramite i canali Web e Mobile, che però, allo stesso tempo, rappresentano la componente sulla quale gli istituti vogliono investire maggiormente, in previsione della futura e prossima implementazione di sistemi che supportino gli instant payment. Lo dice uno studio CeTIF (condotto in collaborazione con AlmavivA, ICBPI e TAS Group, che ha valutato come le istituzioni finanziarie si stiano muovendo e quali siano gli aspetti che necessitano di maggiore investimento per restare al passo con il mercato. Se quindi da un lato sono state identificate quali sono le leve del cambiamento che le banche devono attivare per non subire passivamente le mutazioni del contesto di mercato, dall’altro si registra ancora qualche ostacolo per la completa implementazione di tali modelli.
In particolare, il 72% delle banche e delle istituzioni di pagamento che hanno risposto alla survey dichiara che saranno proprio gli instant payment a portare maggiori opportunità e discontinuità nel mercato a prescindere dalla modalità di pagamento utilizzata (P2P, P2B o B2B). Il settore si sta impegnando per trovare una più precisa definizione del concetto di wallet e di servizi a valore aggiunto, con l’obiettivo di concepire un’offerta sostenibile e profittevole. I dati dimostrano infatti che le banche italiane hanno investito molto nell’integrazione e definizione dei servizi a valore aggiunto, soprattutto tramite il canale Mobile, e continueranno a investire nel prossimo futuro in linea con le tendenze di una clientela sempre più smart, sia per fidelizzare i clienti sia per non perdere quote di mercato nei confronti di competitor in arrivo da altri settori, come Google, Facebook, Apple e Samsung.
Rispondere colpo su colpo agli OTT e ai produttori di device interessati al Fintech significa puntare gli investimenti sui Customer Payment Insight, ovvero promuovendo strumenti analitici avanzati, da arricchire anche con fonti esterne alla banca, e capaci di fornire una rappresentazione visuale dei risultati, comprensibile cioè a tutti i livelli del business.
Gli investimenti nel modello organizzativo effettuati in vista dell’entrata nel SEPA (Single Euro Payments Area), hanno d’altra parte consentito di offrire alle banche una solida base sulla quale costruire i propri approcci innovativi allo sviluppo di prodotti e servizi per prepararsi alla PSD2. Rimangono tuttavia alcuni punti aperti, sia rispetto alle normative europee sia rispetto all’innovazione tecnologica, che – sottolinea la ricerca – se non affrontati correttamente potrebbero portare le banche a perdere grosse quote del mercato dei servizi di pagamento.