Domenico Aliperto
Nel 2014 in Gran Bretagna si sono registrati più transazioni digitali che in contanti. È uno studio del Payments Council, l’organo che rappresenta l’industria inglese dei sistemi di pagamento, a stabilirlo: nel 52% dei casi le operazioni sono state effettuate con strumenti innovativi, ovvero carte, con piattaforme on line oppure in mobilità. A livello di sistema, dunque, l’anno scorso banconote e monete hanno pesato per il 48% (facendo registrare rispetto al 2013 un calo di quattro punti percentuali), ma sono ancora in lieve maggioranza (per l’esattezza, e per coincidenza, il 52%) per quanto riguarda il checkout nei negozi fisici. Un dato che comunque è destinato a cambiare, visto che le proiezioni del Payments Council dicono che nei prossimi dieci anni l’uso dei contante si contrarrà del 30%. Non solo: già a partire dall’anno prossimo il cashless prenderà il sopravvento anche nelle piccole compravendite quotidiane, che attualmente vengono gestite con la carta moneta soprattutto per quanto riguarda gli acquisti in edicola (85%), le consumazioni nei club e nei pub (84%) e i mini market (68%).
Il contante per il momento mantiene anche un altro primato: presi singolarmente i vari strumenti di pagamento, senza distinzione tra tradizionali e innovativi, il cash risulta ancora il canale più utilizzato. Al secondo posto ci sono le carte di debito con il 24%, mentre il resto del mercato, il 28%, è composto da soluzioni contactless, ordini su Internet e via telefono. Per fornire qualche indicazione di natura demografica, sono circa 1,6 milioni (il 3% della popolazione) gli individui che nel 2014 hanno usato prevalentemente denaro tradizionale, e di questi quasi il 40% ha un’età superiore ai 65 anni. Le persone che invece utilizzano quasi esclusivamente forme di pagamento evolute sono 2,3 milioni, il 4,4% della popolazione britannica, e di questi più della metà ha meno di 35 anni. L’entusiasmo per il cashless crescerà anche grazie all’innalzamento della soglia di prezzo per le transazioni contactless senza obbligo di inserimento di PIN (che a settembre passerà dalle attuali 20 sterline a 30 sterline) e naturalmente per l’arrivo di nuove soluzioni, da Apple Pay a Samsung Pay, che saranno veicolate da device sempre più semplici da utilizzare e più accattivanti, a partire dagli smart watch di nuova generazione.
Ma non è tutto oro quel che è digitale. Il rapporto del Payments Council mette in evidenza anche le criticità dei pagamenti innovativi. Solo nel 2014 il furto dei dati delle carte di credito è costato alle banche circa 30 milioni di sterline, e le attività illegali di clonazione delle tessere hanno generato perdite per altri 48 milioni di sterline.