L’Italia è un Paese ancora fortemente “attaccato” al contante. Un Paese in cui la diffusione dei pagamenti digitali è al di sotto delle medie europee. Come conferma l’ultimo Osservatorio della Community Cashless Society di The European House – Ambrosetti, il Belpaese si colloca al terz’ultimo posto in Europa per il ricorso ai pagamenti cashless. Nel 2017, infatti, questa modalità è stata scelta solo nel 14% dei pagamenti (in crescita del 9% rispetto all’anno precedente) mentre la quota rimanente è ancora appannaggio del contante. Lo stesso report, però, evidenzia come i pagamenti operati attraverso i device mobili (i cosiddetti mobile wallet) vadano ampiamente in controtendenza: la crescita nell’ultimo quinquennio è di un +48,6%, con un valore transato che, nel Vecchio Continente, è passato dagli 800 milioni di euro del 2013 a 3,9 miliardi di euro lo scorso anno. Numeri ancora contenuti, certo, ma che danno l’idea di un trend ormai chiaro.
In un contesto di questo tipo si colloca l’accordo siglato oramai diversi mesi or sono tra BANCOMAT e SIA, che alcune settimane fa ha dato i primi risultati tangibili. È, infatti nato il servizio BANCOMAT Pay, frutto dell’integrazione della piattaforma di pagamenti P2P Jiffy di SIA con il sistema di gestione della carta di debito Pago BANCOMAT. I titolari delle carte in questione potranno pagare utilizzando il proprio smartphone, senza dover digitare alcun PIN, direttamente nei punti vendita convenzionati – attualmente sono 2mila quelli che hanno aderito al circuito Jiffy – utilizzando il proprio numero di telefono. Ma gli utenti potranno sfruttare l’App in questione anche per pagare servizi pubblici, imposte e tasse, grazie all’integrazione di Jiffy con il sistema PagoPA.
Semplicità e sicurezza dei pagamenti a portata di App
Oggi il servizio è accessibile a tutti i 5 milioni di utenti Jiffy, ma il bacino potenziale
di utilizzatori dell’App è rappresentato dai 37 milioni di titolari di carta Pago BANCOMAT. L’obiettivo dichiarato è sfruttare la fiducia che gli italiani hanno nella famosa carta di debito “per restituire al cliente quelle caratteristiche che sono tipiche del BANCOMAT, e che ne hanno decretato il successo, ovvero semplicità e sicurezza. Ma anche per guidare l’evoluzione tecnologica, lavorando con device che abilitano modalità di pagamento innovative”, chiarisce il CEO di BANCOMAT S.p.A. Alessandro Zollo. E non solo… lo sguardo va oltre l’orizzonte rappresentato dai confini del Belpaese e si estende fino all’Europa con l’Italia che, per una volta, con questa iniziativa si colloca in testa alla rivoluzione dei pagamenti digitali. L’accordo siglato tra SIA e BANCOMAT, infatti, ha una duplice valenza, sia tecnologica che sociale e rappresenta un passo importantissimo nello sviluppo di servizi di pagamento di nuova generazione. A essere digitalizzato e smaterializzato, infatti, non è più il contante come già avviene, ma la carta di debito stessa, che potrà essere utilizzata per compiere trasferimenti in denaro tra privati (P2P), verso la PA (P2G) e gli esercenti (P2B) senza che sia necessario portarla fisicamente con sé e senza doversi ricordare alcun PIN.
“Attraverso questo accordo con SIA vogliamo estendere i casi d’uso della carta Pago BANCOMAT – conclude Zollo –. Grazie a Jiffy siamo oggi in grado di portare innovazione in un contesto dove il brand BANCOMAT è sinonimo di fiducia da parte del consumatore. Insieme alla tecnologia Jiffy, possiamo creare più valore per le nostre banche e i loro clienti, siano essi i merchant o i consumatori finali. E ci stiamo impegnando concretamente a supportare gli istituti di credito nella strada di creare convenzioni con i grandi merchant, promuovendo l’utilizzo di BANCOMAT Pay in ambito e-commerce. Inoltre, stiamo lavorando per avere profili commissionali particolarmente favorevoli per i micropagamenti, così da favorire uno sviluppo immediato e veloce di BANCOMAT Pay”.