Esce il Retail Report 2023 di Adyen che afferma che si può battere l’inflazione, grazie al commercio unificato.
Ecco l’impatto del modello omnicanale nel retail.
Retail Report 2023 di Adyen
Secondo Adyen, lo scenario macroeconomico è complesso, ma la tecnologia costituisce una leva per promuovere gli acquisti e la crescita del settore retail.
Dal report di Adyen emerge che nel 2022 il commercio unificato ha trainato la crescita del settore retail di 8%.
Se i retailer adottassero il modello delle aziende omnicanale a gestione unificata del business, potrebbero generare un volume di affari pari a 54,2 miliardi di dollari.
Su scala globale, un approccio multicanale sarebbe in grado di generare ricavi pari a 1,5 trilioni di dollari. Il commercio unificato, dunque, prevede l’unione della gestione dei pagamenti online e offline in un unico sistema. L’obiettivo è promuovere una maggiore resilienza del commercio al dettaglio in un contesto caratterizzato da inflazione elevata.
Lo studio: gli italiani cercano prezzi convenienti
L’indagine è sta condotta dal Centre for Economic and Business Research (Cebr), per studiare i cambiamenti nelle aspettative dei consumatori rispetto alle esperienze di acquisto, analizzare i canali di vendita e le loro preferenze in fatto di pagamenti digitali. Valuta inoltre l’influenza dell’inflazione su retail e comportamenti d’acquisto, sia in Italia che nel mondo.
L’83% degli italiani (contro il 78% a livello globale) dedica più tempo alla ricerca di occasioni e prezzi competitivi.
Il 37% aspetta opportunità come il Black Friday o i saldi stagionali per effettuare un acquisto. Il 48% dei commercianti italiani pensa che l’impatto dell’inflazione sia tale da promuovere sconti ai consumatori tutto l’anno.
Il 68% vorrebbe fruire di più degli sconti sui prodotti. Il 48% preferisce aziende e marchi che registrano le preferenze di navigazione effettuate durante precedenti acquisti online, per poter usufruire di una maggior personalizzazione del percorso d’acquisto.
Ma il 42% dei retailer (52% a livello internazionale) ritiene complicato etichettare i clienti sulla base dei comportamenti, senza soddisfare le singole esigenze.
Il 60% rimane più fedele a chi offre servizi ibridi come l’eCommerce e la possibilità di restituire in negozio (60%). Il 42% apprezza la comodità di valutare un acquisto in negozio fisico, per poi concludere l’acquisto online.
Il 35% valuta favorevolmente le casse self-service, il QR code o l’utilizzo delle applicazioni durante il check-out. Il 35% ammette che la tecnologia velocizza gli acquisti, mentre il 25% visiterebbe più spesso un negozio con servizi di acquisto integrati con soluzioni tecnologiche.
Tuttavia appena il 20% dei marchi italiani ha iniziato ad investire in soluzioni a supporto del commercio unificato. Il 33% comincia ora e il 39% è in fase di valutazione.
A livello internazionale il 17% delle aziende sta già investendo nello Unified Commerce.
Il vantaggio dell’internazionalizzazione
La propensione delle aziende a internazionalizzarsi, uscendo dai confini italiani, è in linea con la media globale. Il 66% (contro il 68% a livello globale) delle aziende italiane prevede di espandersi in nuovi mercati nel 2023. La maggior parte (40%) via eCommerce e il 26% aprendo negozi fisici.
In particolare, dall’Italia si vola in Germania (42%), Francia (42%), Spagna (22%) e UK (19%).
L’ambizione è superare i confini europei, puntando sugli Stati Uniti (18%), Cina (12%) e Canada (12%).
Le aziende stanno ampliando i propri servizi legati alle metodologie di pagamento. Il 25% per esempio accetta metodi di pagamento come AliPay o WeChat Pay e il 34% è pronto per i nuovi portafogli digitali.
“La nostra ricerca ha evidenziato come l’uso della tecnologia, e in
particolare del commercio unificato, possa supportare la crescita delle aziende con un approccio più agile e sofisticato che le aiuti a comprendere le tendenze dei clienti e le mutevoli richieste”, commenta Roelant Prins, Chief Commercial Officer di Adyen.