Il termine del 1° marzo è stabilito dai commi 386 e 387 dell’articolo 1 della legge di bilancio approvata dal Parlamento alla fine del 2022, che si occupano di transazioni con Bancomat o carte di credito (entro 60 giorni dall’entrata in vigore). Se il tavolo non dovesse raggiungere l’obiettivo di trovare una «definizione di un livello dei costi equo e trasparente» entro il mese successivo, scatterebbe una soluzione draconiana: un contributo straordinario da parte dei prestatori di servizi di pagamento e dei gestori di circuiti e schemi di pagamento pari al 50% degli utili, al netto degli oneri fiscali, derivanti dalle commissioni e da altri proventi per le transazioni inferiori a 30 euro ovvero al diverso limite di valore eventualmente individuato. Tale contributo andrebbe a un fondo taglia-costi per i commercianti e i professionisti.
Cosa stanno facendo banche e istituti di credito
In attesa delle direttive del Governo, banche e istituti di credito si stanno muovendo autonomamente sul fronte delle commissioni per pagamenti con il Pos.
- PagoBancomat ha azzerato le commissioni sotto i 5 euro già dal 2021.
- Nexi ha attivato per il 2023 la promozione “micropagamenti” che prevede un rimborso a cadenza semestrale delle commissioni fino a 10 euro.
- Intesa Sanpaolo ha lanciato l’iniziativa CresciBusiness, condivisa con le principali associazioni dell’artigianato, del commercio, del turismo e dei servizi. Il piano è riservato alle piccole e micro imprese clienti del Gruppo (con fatturato fino a 2,5 milioni), della durata di un anno, include l’azzeramento delle commissioni sui micropagamenti tramite Pos in negozio fino a 15 euro e la gratuità per un anno del canone dei Pos e delle carte di credito commerciali.