Domenico Aliperto
Anno dopo anno il Mobile World Congress di Barcellona si configura sempre più come il palcoscenico dei servizi legati allo sviluppo e alla commercializzazione di smartphone e wearable, oltre che dei device stessi, attirando tra i classici produttori di hardware anche player di altri settori. Non stupisce quindi che gli attori del mondo dei New Digital Payment e gli specialisti dell’IT Security in questi giorni si siano dati appuntamento in Catalogna per promuovere novità, delineare strategie e stipulare alleanze sul fronte del mobile payment. In qualche caso rubando la scena ai tradizionali brand dell’elettronica di consumo.
I card issuer guidano l’innovazione
MasterCard e Visa, per esempio, hanno scelto la kermesse per annunciare due nuove declinazioni delle proprie piattaforme dedicate ai pagamenti in mobilità. Dopo un periodo di test condotti negli Stati Uniti e in Olanda, MasterCard è pronta a lanciare in UK un sistema di autorizzazione delle transazioni basato sul riconoscimento facciale tramite smartphone. Al momento il progetto è classificato sotto la dicitura “selfie pay”, non essendoci ancora un marchio specifico assegnato al servizio. Dopo il primo rilascio in Gran Bretagna, MasterCard (che comunque sta lavorando anche a tecnologie che analizzano altri parametri biometrici, come quelli di retina e voce) dovrebbe commercializzare la soluzione in ulteriori 14 mercati entro la prossima estate. Ma come noto la società è fortemente impegnata pure sul fronte della sicurezza. E per una volta non si parla solo di prevenzione delle frodi, ma del valore che si rischia di perdere quando paradossalmente i sistemi anti-frode si rivelano troppo stringenti. Ogni anno vanno in fumo 118 miliardi di dollari (13 volte il danno economico causato dalle frodi vere e proprie) in operazioni non autorizzate, specialmente all’estero, per eccesso di zelo dei meccanismi di verifica. Il nuovo approccio di MasterCard al problema prevede un sistema analitico capace di valutare in tempo reale comportamento e affidabilità del possessore della carta attraverso lo storico delle transazioni.
Visa d’altra parte aveva già puntato l’anno scorso su Barcellona per far conoscere la propria offerta ai costruttori di automobili. L’obiettivo è trasformare, grazie al Token Service, le vetture in hub per i pagamenti i mobilità. Insieme a Honda e a ParkWhiz,Visa ha infatti cominciato a lavorare sulle transazioni tap&go alle stazioni di rifornimento e sui parcheggi a strisce blu, elaborando nuovi standard Bluetooth e QR per garantire operazioni sicure e integrando il tutto con l’ecosistema entro il quale funzionano i terminali di accettazione compatibili con il circuito. Ma non si tratta semplicemente di pagare in modo più immediato: le tecnologie di fatto abilitano una user experience completamente nuova in entrambi i casi. Immaginate per esempio di essere alla guida della vostra vettura e accorgervi che il serbatoio è quasi in riserva. In realtà, grazie alla nuova applicazione, sarà l’automobile a segnalarvi non solo quanto carburante rimane, ma anche a calcolare il costo di un pieno e a indirizzarvi verso le stazioni di servizio più vicine. Arrivati alla pompa e richiesta l’assistenza dell’addetto al rifornimento, una volta completata l’operazione per pagare la benzina è sufficiente dare conferma sul display del cruscotto senza scendere dalla macchina. Naturalmente il sistema può includere anche altri acquisti fatti alla stazione di servizio, tenendo conto di eventuali programmi fedeltà e coupon. Per parcheggiare pagando solo gli effettivi minuti di sosta, invece, sarà sufficiente premere sul display il tasto “park” per attivare il parchimetro digitale: prima di rimettere in moto basta tappare di nuovo e l’applicazione calcolerà e trasferirà, a sessione conclusa, la somma dovuta al gestore delle strisce blu in maniera automatica e trasparente per l’utente finale.
A caccia di partnership con le telco
A loro volta, gli specialisti dei pagamenti digitali stanno tentando di entrare nel mondo fisico attraverso alleanze con i giganti della telefonia. PayPal ha annunciato una collaborazione con Vodafone che permetterà ai milioni di utenti europei in possesso di un account dell’ex società di eBay di utilizzare il mobile wallet dell’operatore (appoggiandosi al circuito dei terminali contactless Visa) per effettuare pagamenti di prossimità con il proprio smartphone Android. A partire sarà il mercato spagnolo, seguito a stretto giro da altri Paesi del Vecchio continente. In Sud America, la strategia sul fronte del proximity payment prevede invece un’offerta congiunta con Telcel e Claro, che permetterà a PayPal di raggiungere oltre 140 milioni di utenti attivi a cavallo di Messico e Brasile.
America Latina e non solo: Supercom, fornitore globale di soluzioni di pagamento in chiave e-Government, Public Safety, HealthCare e Finance, ha appena reso pubblica l’esistenza di un memorandum siglato con alcuni operatori sudamericani e africani per sviluppare mobile wallet dedicati ai mercati emergenti basati sulla piattaforma SuperPay, di scena proprio in questi giorni a Barcellona.
Continua l’avanzata dei produttori di hardware
A proposito di mobile wallet, Samsung ha sfruttato la cornice del Mobile World Congress per comunicare al pubblico degli addetti ai lavori che gli utenti di Samsung Pay hanno superato a soli sei mesi dal lancio del servizio la fatidica soglia dei cinque milioni, con oltre 500 milioni di dollari di transato. Il brand sudcoreano ha anche annunciato l’imminente sbarco in Cina (atteso per marzo), dove tra l’altro è appena arrivata Apple Pay grazie a un accordo con UnionPay. Samsung cercherà di recuperare terreno sul rivale piantando bandierine in Australia, Brasile, Singapore, Spagna, UK e, verso la fine dell’anno, in Canada.
A Barcellona c’era una certa aspettativa anche rispetto alla presentazione ufficiale del servizio di mobile payment offerto dall’altro grande costruttore di Seoul, LG. Ma stando all’agenzia di stampa Korea Times, il gruppo ha preferito posticipare l’evento, per non rubare i riflettori al nuovo smartphone G5. Il lancio della piattaforma è previsto per il secondo trimestre del 2016.
Ad attendere LG Pay ci sarà una concorrenza agguerritissima. Oltre ai già citati Samsung Pay e Apple Pay, non bisogna dimenticare il sistema di Google, Android Pay. Sistema che, essendo agnostico, può funzionare tranquillamente anche sui device coreani, annullando il vantaggio di una soluzione specifica e “embedded”. Proprio perché lo scenario competitivo è imprevedibile, i grandi processori di pagamento elettronico cercano di tenersi tutte le porte aperte: il colosso americano Global Payments ha appena finalizzato un accordo per la distribuzione in Canada della tecnologia contactless Mobeewave, che permette agli esercenti di accettare transazioni virtualmente con qualsiasi sistema al momento disponibile sul mercato, dalle carte ai wallet di OTT e brand di elettronica di consumo.
Qualcomm ha invece messo al servizio di WeChat il proprio framework Haven, grazie al quale gli utenti potranno autenticarsi su smartphone equipaggiati con processori Snapdragon 400, 600 e 800 e autorizzare pagamenti in chat semplicemente apponendo il dito sul lettore di impronte digitali. Attualmente l’unico dispositivo abilitato al servizio è l’X6 di Vivo, che ha collaborato con Qualcomm per la realizzazione della funzionalità P2P.
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