Il mondo delle banche è al centro di una radicale e profonda trasformazione. Il digitale è il motore principale di questo cambiamento e una società come Auriga è tra gli attori che contribuiscono a portare idee innovative con soluzioni e percorsi i innovazione. Per Vincenzo Fiore, Chief Executive Officier, la parola chiave per interpretare e guidare nel modo più efficace questo cambiamento si chiama partnership. Auriga è tra gli attori a livello internazionale nella realizzazione di soluzioni software con una forte specializzazione nell’innovazione dei processi e dei servizi del mondo banking. “Il nostro core business – sottolinea Fiore – è nello sviluppo e nella capacità di mettere a disposizione piattaforme integrate che contribuiscono a definire gli standard dei nuovi modelli di banca omnicanale”. Il tema dell’omnichannel è oggi uno degli ambiti sui quali si gioca la competitività delle imprese del credito e la loro possibilità di sviluppare nuovo valore. In questo senso Auriga ha una architettura che è nella condizione di garantire la perfetta sinergia e lo sviluppo “in armonia” tra tutti i vari channel, in funzione delle priorità della banca stessa e delle prospettive del mercato. “Il tutto con un forte orientamento alla customer experience in equilibrio tra Self Service, Internet Banking e Mobile Banking per dare vita a una seamless bank experience”.
In particolare poi, con l’introduzione dell’Internet Banking e del Mobile Banking, per le banche si è aperta l’opportunità di aprire le porte di un mondo chiuso, con nuove modalità di relazione, nuove sfide, ma anche, nello stesso tempo, nuove forme di concorrenza e nuove forme di sviluppo.
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Open Banking e Open API
Ed è proprio nel supporto alla gestione di queste sfide che si pongono i servizi di Auriga che in questa fase si trova a rafforzare la propria offerta dedicata all’Open Banking grazie alla integrazione, nella sua soluzione per la banca multicanale di un nuovo canale, un nuovo modulo applicativo, il WWS (Win Web Server) Open API. Grazie a questo strumento, che è anche in grado di proporre servizi e prodotti di terze parti, in sinergia con i propri, si può gestire lo sviluppo di nuovi punti di contatto e nuovi servizi a valore aggiunto ad un minor costo. Un modello molto efficace questo dove, semplificando la logica di approccio, le API diventano delle “piattaforme” sulle quali attivare forme di erogazione di nuovi servizi. Un approccio che consente alla banca di accelerare i processi di sviluppo e di semplificare le modalità di gestione delle partnership.
Partnership è la parola chiave appunto che guida la visione di Fiore e di Auriga. La banca deve essere nella condizione di vendere dei servizi più smart e sempre più user-oriented, anche per gestire la competizione o la collaborazione con il mondo delle Fintech. E questo processo si fa insieme, banche e provider di innovazione, per due grandi ragioni: l’innovazione è un lavoro di ecosistemi e comunque e, a prescindere dalle logiche competitive di ciascuna azienda, nel contesto dell’open banking più attori concorrono sul valore del dato.
Data driven banking
Ed è sul dato che si gioca l’altra grande sfida, la qualità del dato, il suo valore, la sua capacità di analisi e di intelligence. Il valore del business degli istituti di credito è sempre più spesso associato al valore della qualità dei dati e alla qualità del lavoro di interpretazione dei dati stessi. Dai processi di business intelligence e big data nelle banche cresce la necessità di soluzioni in grado di gestire il tema dei dati nel mondo della multicanalità. Grazie a questi strumenti di BI e data analytics si aumenta la conoscenza delle abitudini degli utenti, di cosa stanno facendo e di come contrastare le eventuali minacce. “Mentre l’elemento più importante, il Trust, rimane, più saldamente, nelle mani e nel core business della banca”.
Fiore aggiunge che grazie agli sviluppi della PSD2 e dell’open banking la banca sta diventando una piattaforma e con questo entriamo negli ambiti della “bank as a platform”. Lo stesso utilizzo delle Open API potrebbe essere assimilabile ad un “supermercato di servizi per il mondo finanziario” dove la banca è in grado di fornire servizi che sono sempre più spesso basati su dati finanziari, attitudinali, comportamentali, ma appunto e sempre con il valore di trust della banca.