redazione
L‘Intelligenza artificiale ha un enorme potenziale nell’industria dei pagamenti digitali innovativi. Ma bisogna ancora comprendere attraverso quali applicazioni può realmente fare la differenza, al di là dell’hype generato dalla potenza della tecnologia. Lo dice il 92% del campione analizzato da una recente indagine realizzata da Pelican, specialista delle soluzioni IT per il settore finanziario. La ricerca, intitolata “Leveraging artificial intelligence for payments efficiency”, ha coinvolto più di 120 professionisti del payment a cavallo di 32 Paesi, e ha messo in evidenza la convinzione che il 72% degli intervistati pensa che le opportunità offerte dall’Intellingenza artificiale risiedano soprattutto nell’individuazione delle inefficienze presenti nelle attività di processazione dei pagamenti, e che comunque la sua adozione presso le banche (67%) aumenterà significativamente nei prossimi due anni. Le altre aree di interesse? Per il 65% del campione la prevenzione delle frodi e il monitoraggio delle sanzioni, oltre al controllo sull’antiriciclaggio, ma anche le attività di customer retention, riconciliazione dei pagamenti e gestione della messaggistica suscitano parecchio interesse sotto questo profilo.
Parth Desai, Founder e CEO di Pelican, commenta: «Anche i clienti delle banche oggi sono abituati ad avere a che fare con l’Intelligenza artificiale nel proprio quotidiano: la utilizzano quando fanno shopping on line, o quando guardano la TV. Adottarla attraverso le piattaforme IPM (Intelligent Payments Management), significa andare incontro a questa nuova abitudine, migliorando al tempo stesso i livelli di efficienza, abbattendo costi e rischi e creando nuove opportunità per aumentare i profitti. La nostra speranza», conclude Desai, «è che questa indagine rappresenti una sorta di sveglia per l’industria, che fa ancora molto affidamenti sui processi manuali e sui sistemi legacy».