Mauro Bellini
Le monete virtuali non sono una minaccia per le monete tradizionali come da sempre si portati a credere. Uno studio di SWIFT Institute ha voluto focalizzare l’attenzione sul livello di accettazione del Bitcoin come valuta da parte della comunità finanziaria globale. In particolare il rapporto analizza le relazioni tra Bitcoin e monete a corso legale allo scopo di fornire una valutazione se le prime rappresentino nell’immediato un fattore di rischio per la stabilità monetaria, finanziaria o economica
Dal report “Virtual currencies: Media of exchange or speculative assets? emerge che il bitcoin non rappresenta in realtà una minaccia per una serie di ragioni che si possono così schematizzare:
- Il Bitcoin a oggi è utilizzato in larga misura come investimento speculativo e non ancora in modo significativo come mezzo di scambio.
- Non ci sono evidenze di correlazioni tra Bitcoin e asset class tradizionali e i rendimenti collegati ai Bitcoin non sono legati agli strumenti di investimento tradizionali (es. azionario, obbligazionario e commodities) in qualsiasi contesto, ovvero sia nei periodi di normalità sia in situazioni di turbolenza finanziaria.
- La speculazione che oggi interessa la situazione delle monete virtuali non favorisce il loro utilizzo come mezzo di scambio e rende poco probabile che queste possano sostituire valute legali esistenti.
KiHoon Hong, Hongik University College of Business tra gli autori dello studio, ha sottolineato che l’analisi evidenzia che sono le monete tradizionali a scoraggiare l’utilizzo dei Bitcoin e non il contrario, come si è normalmente portati a credere. Il funzionamento del mercato stesso del Bitcoin, unitamente alla sua dimensione, non favoriscono lo sviluppo di questa valuta come effettivo mezzo di scambio. In questo scenario il Bitcoin impatta sulla stabilità finanziaria e monetaria. Nel caso in cui una qualsiasi moneta virtuale riuscisse a crescere su scala globale, imporrà alla comunità finanziaria delle serie riflessioni sul ruolo della politica monetaria. Va assolutamente considerato che le monete virtuali, per la loro stessa natura decentralizzate e indipendenti, non favoriscono la vigilanza da parte delle autorità.