Piero Todorovich
Nel futuro di Facebook non ci sono soltanto foto e chiacchiere tra gruppi di amici. Stando a quanto scrive il Financial Times, la società di Zuckemberg starebbe progettando di offrire servizi di moneta elettronica, rimesse e depositi. A questo scopo, la società ha richiesto, e starebbe per ottenere a breve termine dalla Banca Centrale irlandese, le autorizzazioni necessarie per operare in Europa alcuni dei più tipici servizi bancari.
Secondo la stessa fonte, Facebook starebbe cercando di stringere partnership operative con alcune startup londinesi operanti nel campo dei servizi di pagamento (tra quelle interpellate: TransferWise, Moni Technologies e Azimo), avendo scelto la “piazza londinese” come base ideale per avviare le nuove operazioni nel campo dei pagamenti, anche in virtù del contesto di regole più favorevole rispetto a quello statunitense.
Tra i motivi che muoverebbero Facebook sul terreno dei servizi di pagamento ci sono le rimesse dei migranti all’estero, viste come un’opportunità per aumentare la presenza del social network sui mercati emergenti. Dopo gli Stati Uniti è l’India il secondo Paese in cui Facebook può vantare più utenti (100 milioni) e in cui potrebbero realizzarsi le maggiori opportunità.
L’avviamento dei nuovi servizi di transazione monetaria è stato assegnato al vice presidente Sean Ryan che dovrà certamente impegnarsi per fare in modo che gli utenti del social network abbiano fiducia e non temano, per esempio, che le loro transazioni diventino merce di scambio sul mercato della pubblicità (oggi la principale fonte di fatturato per la società internet).
Facebook non è sola: anche altri social network, come Tencent e Alibaba in Cina, ma anche la stessa Google stanno guardando con interesse al settore dei pagamenti mobili e dei digital wallet. L’interesse di Facebook è rappresentato dal fatto che, per operare sul mercato Europeo, la società americana dovrà impegnare propri capitali a titolo di garanzia e raggiungere livelli di efficienza più elevati.
Il social network ha già oggi, negli USA, l’autorizzazione per raccogliere i pagamenti che riguardano l’acquisto di app. Nello scorso anno, secondo i dati ufficiali, questa attività ha prodotto transazioni per 2,1 miliardi di dollari sulle quali Facebook ha trattenuto per sé quote che raggiungono il 30%, per un valore totale pari a circa un decimo del fatturato complessivo. La sfida di Facebook nei pagamenti non sarà quindi rivolta solo a banche e società che gestiscono transazioni di pagamento, ma anche all’interno, per operare su transazioni che offrono marginalità molto più basse.