Normative

Pagamenti digitali: le prime reazioni alle proposte del Governo su contante e Pos

La Corte dei conti critica le misure, che interrompono il percorso intrapreso per la tracciabilità dei pagamenti. Confcommercio approva la manovra ma propone di azzerare le commissioni sul Pos per i pagamenti fino a 25 euro; Confesercenti alza la posta a 50 euro

Pubblicato il 05 Dic 2022

pos contanti

Favorire i pagamenti digitali ma rendere meno stringente il perimetro entro cui è obbligatorio adottarli: sembra andare su due binari paralleli l’azione del Governo in materia che, da un lato, supporta la transizione digitale degli esercenti con il “Bonus Pos” per il 2023 e dall’altro, alza fino a 60 euro la soglia da cui sono previste sanzioni per il mancato pagamento tramite Pos e innalza la cifra entro cui è possibile usare il contante. Vediamo cosa ne pensano la Corte dei conti, Confesercenti e Confcommercio.

Limite all’obbligo del Pos: il parere della Corte dei conti

Da un lato, infatti, in Manovra è stata confermata la proposta di innalzare a 60 euro il limite entro cui l’esercente è esonerato dalla possibile sanzione se non accetta sistemi di pagamento elettronico e, dall’altro, è stata definita la soglia massima di 5mila euro ammessa per i pagamenti in contanti. Le nuove regole sono state criticate dalla Corte dei conti.

“Alcune misure in materia di entrate generano alcune perplessità”, osserva la Corte dei conti in un documento sulla Legge di bilancio presentato in un’audizione alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. “È necessario che si utilizzino compiutamente le diverse misure di prevenzione e contrasto, che possono concorrere all’innalzamento dei livelli di fedeltà fiscale, favorendo, attraverso l’uso delle tecnologie, l’emersione spontanea delle basi imponibili e supportando la necessaria azione di controllo dell’Amministrazione fiscale”, fa notare la Corte. “Non sembrano andare in questa direzione alcune delle misure della manovra – aggiunge la Corte dei conti – che interrompono un percorso intrapreso per la tracciabilità dei pagamenti, che ampliano l’area dei ricavi soggetti a regime forfettario o che propongono regimi di favore che, se consentono di ottenere un incremento del gettito immediato, ipotecano entrate future”.

Bonus Pos: cosa ne pensano Confcommercio e Confesercenti

Il decreto Aiuti Quater, approvato il 10 novembre 2022 dal Consiglio dei Ministri, stabilisce il credito di imposta per l’acquisto di registratori di cassa telematici a partire dal 2023. La misura interviene con un fondo di 80 milioni di euro con l’obiettivo di favorire i pagamenti digitali e la trasmissione di fattura telematica all’Agenzia delle Entrate, nella convinzione che più digitalizzazione significhi anche più trasparenza.

Il credito di imposta varrà sulle spese sostenute per rendere “telematico” il registratore di cassa ed è pari al 100% della spesa sostenuta, fino a 50 euro per ogni apparecchio acquistato. Il credito d’imposta sarà fruibile già dalla prima liquidazione periodica IVA successiva alla registrazione della fattura di acquisto del nuovo registratore di cassa, acquisto che deve essere tracciabile. Tutti i dettagli saranno definiti successivamente con un apposito provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.

Fipe – Confcommercio: contante o Pos? È una questione di servizio al cliente

Luciano Sbraga, vice direttore generale Fipe – Confcommercio Foto: Fipe.it

“Si tratta di una misura che va nella giusta direzione della digitalizzazione delle imprese – spiega Luciano Sbraga, vice direttore generale Fipe – Confcommercio, commentando il bonus di 50 euro per l’acquisto di un nuovo registratore di cassa – ma va detto che si tratta di risorse esigue per coprire i fabbisogni delle nostre imprese, dopo due anni devastanti a causa della crisi pandemica a cui si aggiunge, ora, anche la crisi energetica”.

Sulla dicotomia fra contante e pagamenti elettronici, Sbraga è molto chiaro: “Respingiamo fermamente l’equazione per cui utilizzare contante significhi alimentare l’economia sommersa. La modalità di pagamento rappresenta prima di tutto un servizio che l’esercente offre al proprio cliente: ogni commerciante ha l’interesse a venire incontro alle richieste del cliente, anche sul modo in cui vuole pagare. Il fatto che i pagamenti digitali stiano diventando un’abitudine da parte di molti clienti contribuisce naturalmente a un maggior ricorso ai Pos da parte degli esercenti. Le sanzioni, da questo punto di vista, non fanno la differenza. Ricordo infatti che l’obbligo di avere un Pos esiste da tempo e che ci sono misure apposite per contrastare l’economia sommersa: le multe per chi non emette regolare scontrino sono ben più salate di quelle previste per il mancato utilizzo del Pos”.

Come si spiega, quindi, la resistenza a un più diffuso utilizzo dei sistemi dei pagamenti digitali?

“Spesso ci sono commissioni non adeguate rispetto all’entità del pagamento, soprattutto sui micropagamenti, per cui a volte vengono conteggiate con un fisso, non in percentuale – puntualizza Sbraga. È vero che ogni imprenditore potrebbe scegliere il partner che può offrire un miglior servizio in questo senso ma è altrettanto vero che a volte significa cambiare istituto di credito o aprire altri rapporti con ulteriori costi, che non sempre l’esercente è disposto a sostenere anche nell’interesse del cliente, perché è bene ricordare che ogni costo finisce nel prezzo di vendita. Per questa ragione come Fipe-Confcommercio proponiamo di azzerare le commissioni entro i 25 euro di spesa”.

Confesercenti: azzerare i costi di tutte le mini-transazioni con Pos e carte di credito fino a 50 euro

“Si ritiene che la soluzione per combattere l’evasione fiscale sia rendere obbligatoria l’accettazione dei pagamenti elettronici. Bene. Noi siamo d’accordo. Non ci va di fare passare intere categorie per ‘furbetti’. Si azzerino però i costi di tutte le mini-transazioni con Pos e carte di credito fino a 50 euro e se si vuole, a questo punto, si mantengano pure le sanzioni – afferma l’associazione dei commercianti -. Da sempre pensiamo che una maggiore diffusione e utilizzo delle carte di credito e debito sia opportuna e utile. Anche perché pure gestire il contante è un onere: non sono costi immediatamente visibili ma ci sono, dal rischio rapine alla necessità di assicurazioni e sistemi di sicurezza, il problema delle banconote false, ecc. Proprio per questo, i Pos sono stati adottati dalle imprese anche senza sanzioni. Un boom che però ha dei costi notevoli per gli esercenti: circa 772 milioni di euro l’anno, fra commissioni e acquisto/comodato del dispositivo”.

Foto: confesercenti.it

Pos, diffusione in aumento

Secondo i dati diffusi da Confesercenti, dal 2015 al 2021 il numero di Pos è raddoppiato, arrivando alla cifra di 3,9 milioni. Un dato importante riguarda anche la crescita del volume delle transazioni in moneta elettronica che nel 2021 hanno raggiunto i 3,8 miliardi, in aumento del 52% rispetto al 2019, mentre il totale del transato ammonta a 183,6 miliardi di euro, in crescita del 35%. Intanto nei primi sei mesi del 2022 le carte di debito hanno realizzato 2,1 miliardi di operazioni (+20% rispetto al primo semestre dell’anno precedente) per oltre 98 miliardi di euro.

Nuova lotteria degli scontrini

I nuovi Pos saranno fondamentali per attuare il nuovo sistema della “lotteria degli scontrini”, modificato dal Decreto PNRR 2. Il nuovo sistema prevede infatti l’emissione di uno scontrino con QR code, abbinato al sistema di pagamento elettronico utilizzato, quindi alla persona che l’ha effettuato, e a cui è intestato il premio. In questo modo, la nuova lotteria punta ad incentivare i pagamenti digitali attraverso delle vincite istantanee e più premi disponibili, anche se di importo ridotto. Dopo una prima fase di verifica tecnica e i necessari test, la nuova lotteria degli scontrini dovrebbe partire dalla seconda metà del 2023.

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