Pimpinella: una banca “tecnologica” per servizi standard a IP e IMEL

Pubblicato il 06 Apr 2016

Maurizio Pimpinella, Presidente A.I.I.P.

Il panorama dei pagamenti digitali si sta arricchendo sempre più di attori e di servizi. Lo scenario è molto cambiato in pochissimo tempo e lo scenario per i 63 Istituti di pagamento e per i 7 Istituti di Moneta Elettronica autorizzati in Italia è sempre più competitivo, a maggior ragione se poi si alza lo sguardo e si intravvede nel futuro l’arrivo di nomi del calibro di Amazon, Facebook, Google, Apple che potranno aggiungere ai loro servizi anche la possibilità di agire come operatori finanziari.

Maurizio Pimpinella, presidente A.I.I.P. (Associazione italiana Istituti di Pagamento e di Moneta Elettronica) sottolinea da una parte che gli Istituti di Pagamento (IP) e gli Istituti di Moneta Elettronica (IMEL) sono già oggi attivi su una serie di servizi, come ad esempio i conti di pagamento, le carte di debito, credito, prepagate e fidelity, i MAV, i RAV, i bollettini Freccia, i bonifici, i P2P landing, l’installazione POS, la gestione di buoni pasto elettronici, i pagamenti verso la PA con adesione a Pago PA, cui si sono aggiunti gli F24, i @e-bollo e a breve arriveranno anche Voucher INPS e bonifici per la ristrutturazione edilizia

Il portfolio dei servizi è sempre più ampio, ma non si può ancora parlare di “autonomia” proprio per una serie di vincoli che limitano l’operatività di questi istituti come ad esempio l’obbligo di riversare la propria liquidità entro 24 ore dalla data di ricezione dei fondi da parte della clientela, nelle banche tramite. Altri limiti impediscono a molti operatori di essere attivi sull’intero spettro dei servizi previsti dalla PSD e molti operatori si limitano ad alcuni servizi anche per ragioni legate alla normativa con la conseguenza di dare vita a un level playing field dove queste realtà risultano penalizzate rispetto ad altri attori. Allo stesso tempo l’adesione alla centrale dei rischi di Banca d’Italia e al sistema pubblico di prevenzione contro il furto di Identità (Scipafi) impone il ricorso a banche partner per l’erogazione di determinati servizi. Parimenti dal mondo delle banche arriva una restrizione nella disponibilità ad erogare servizi in favore di IP ed IMEL.

E’ su queste premesse che si colloca la proposta di Maurizio Pimpinella di dare vita a una soluzione basata su una banca partner o sulla creazione di una banca tecnologica o di “secondo livello” che offre servizi a IP e IMEL riducendo i costi dello sviluppo delle applicazioni standard e rendendoli comuni per tutti. Una banca che nello stesso tempo offre ed eroga anche servizi tecnologici pensati per tutti i PSP che non possono o non riescono ad organizzarsi autonomamente.
In questo scenari una banca con queste caratteristiche “tecnologiche” contribuirebbe, nelle intenzioni e nella visione di Maurizio Pimpinella, ad aumentare la concorrenza nel mercato dei pagamenti, permetterebbe di arrivare a nuovi standard e aiuterebbe la trasparenza per tutti i soggetti interessati.

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