Pagamenti transfrontalieri meno costosi in tutta l’Unione europea, anche per le imprese e le persone che operano fuori dalla zona euro, e maggiore trasparenza nei costi di conversione delle valute. Sono le nuove regole approvate dalla plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo con 532 voti a favore, 22 contrari e 55 astensioni, per ridurre anche nei Paesi non euro ma appartenenti all’Unione (Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Ungheria, Polonia, Romania, Svezia e Regno Unito) gli oneri legati all’invio di denaro.
Meno commissioni e più trasparenza
Dal 2002 all’interno della zona euro si applicano le stesse commissioni ai pagamenti nazionali e transfrontalieri in euro, mentre ai pagamenti transfrontalieri in euro effettuati da paesi che non fanno parte della zona euro sono applicate commissioni elevate.
Le nuove misure proteggeranno i consumatori dai costi arbitrari per le conversioni valutarie. Ad ogni transazione, verranno informati dell’importo da pagare nella valuta locale e nella valuta del proprio account. Le spese di commissione saranno indicate in modo univoco, utilizzando il tasso di riferimento della Bce, più gli oneri aggiuntivi fissati individualmente dalle banche. I consumatori riceveranno una notifica push elettronica come un messaggio di testo, un’e-mail o una notifica tramite l’applicazione mobile o web banking del pagatore in merito agli oneri di conversione valutaria applicabili. Questi servizi di notifica devono essere offerti gratuitamente e le banche dovranno anche comunicare il costo totale stimato della conversione di valuta in caso di bonifici prima del pagamento.
Le nuove regole, prima della fine dell’anno, costringeranno le banche a ridurre le tasse sui pagamenti transfrontalieri in euro tra i paesi dell’UE che si trovano nella zona euro e quelli che non lo sono. La decurtazione ai costi riguarda anche il prelievo di contante e i pagamenti all’estero: tutti i pagamenti transfrontalieri nell’UE dovranno avere gli stessi costi validi nell’Eurozona.